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G. Paparelli: “Dico ai giovani che la violenza con lo sport non c’entra nulla. I tifosi della Roma mi danno ancora conforto”

Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo morto tragicamente il 28 ottobre 1979, ha ricordato suo padre

Redazione

Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo morto tragicamente il 28 ottobre 1979, ha ricordato suo padre e Gabriele Sandri, morto l'11 novembre di cinque anni fa, data del prossimo Derby. Ecco le sue parole a LazioRadioStyle:

"Derby? Innanzitutto vorrei mettere in primo piano il ricordo di Gabriele, un fatto rimasto nei cuori di tutti noi laziali. Mi auguro che questo possa dare al derby un'impronta diversa. Su mio padre il discorso è che purtroppo la mamma dell'imbecille è sempre incinta. Appena un mese fa avevo fatto cancellare un'altra scritta. Ormai convivo da 30 anni con questi insulti, ci ho fatto la pelle dura. Vengo confortato da miliardi di messaggi di solidarietà anche di romanisti. Le tifoserie sono cresciute, forse il gesto di questi pochi non andrebbe evidenziato, per non dargli risalto. Papà è sempre stato oggetto di insulti, ma chi scrive queste cose dovrebbe informarsi che dietro quel cognome c'è una famiglia che continua a prendere coltellate e a soffrire. Spero che non succeda più. Faccio di tutto per difendere questo cognome, ma a volte mi butto anche giù, perché mi impegno ma poi mi ritrovo ancora quelle scritte ignobili, ma mi batterò sempre per far sì che queste cose non avvengano più. Un appello ai tifosi? La violenza con lo sport non c'entra nulla, questo voglio far capire ai giovani. Penso che si debba andare allo stadio armati di sciarpe e di bandiere. Domenica vivete la partita con sportività".