I Friedkin non sanno cosa sia la Champions League. O meglio lo sanno, ma non l'hanno mai provata sulla loro pelle al netto però dei percorsi incredibili in Europa che hanno portato i giallorossi in due finali e due semifinali. Torniamo però al campionato. Quest'anno c'è ancora una piccola speranza grazie all'Atalanta, ma di fatto a meno di improbabili miracoli la Roma non arriverà per il sesto anno di fila sopra il sesto posto. L'ultima volta è stato nel 2018 col podio ottenuto da Di Francesco. Nei primi 4 anni di gestione quindi i Friedkin non arriveranno nei primi cinque posti. Per risalire a un periodo così misero in termini di piazzamento bisogna andare indietro al lasso temporale tra il 1989 e il 1996 quando però ci furono importanti cambi societari che hanno visto susseguirsi Dino Viola, Flora Viola, Giuseppe Ciarrapico e Franco Sensi. Quest'ultimo ottenne il quinto piazzamento (all'epoca ovviamente non utile per la Champions) al secondo anno. Dino Viola addirittura arrivò secondo dopo due stagioni.
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Friedkin, primi 4 anni di gestione sotto il 5° posto: mai accaduto nel Dopoguerra
Pallotta e Anacleto Gianni ci riuscirono al terzo anno, Rosella Sensi al secondo. Anche Gaetano Anzalone dopo i primi tre anni deprimenti arrivò a un terzo posto al suo quarto mandato. Riavvolgiamo ancora il nastro e arriviamo al Dopoguerra quando Pietro Baldassarre "condusse" la Roma nelle acque torbide della retrocessione per 3 stagioni di fila. Ma lì il conto è sballato perché la prima fu giocata nel girone del Centro-Sud Italia e non in quello unico della Serie A. In termini di risultati, in campionato sia chiaro viste le due finali Europee, quindi i Friedkin rischiano di tagliare un brutto record.
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