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EDITORIALI

Friedkin, basta scene da Hollywood: la Roma non è il vostro film

Friedkin, basta scene da Hollywood: la Roma non è il vostro film - immagine 1
La cronaca di mesi senza senso tra esoneri, cambi di rotta e vuoti dirigenziali
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

 

Tra un tee shot e un putt chissà se Dan e Ryan avranno avuto modo di vedere Elfsborg-Roma. O magari se qualcuno gli ha riportato come è andata, anche se bisogna capire chi lo fa e in che modo. Chissà se si aspettavano qualcosa in più dopo aver gestito in maniera schizofrenica l’ultima annata di Roma. Forse speravano che il calcio fosse come un film con Di Caprio, dove il colpo di scena può aprire a un finale inaspettato come in Shutter Island. A una svolta con qualche effetto speciale. Non è così cari Friedkin, di quel film c’è solo qualche scelta folle. Andiamo di carrellata, tra un volo e l’altro potrebbe essere andata così: “Cacciamo Mourinho, così all’improvviso senza dirgli nulla. Le due finali? Vabbè, merito nostro. Prendiamo De Rossi, rinnoviamo De Rossi garantendo un progetto triennale, gli diamo pure 3 milioni dai.  Facciamo una campagna acquisti su sua indicazione. Eh però alcuni giocatori non li prendiamo. Sentiamo la Souloukou, oppure Ghisolfi? Vabbè fate voi. Poi che facciamo? Proviamo a vendere Dybala, ah ma lui non vuole. E allora teniamolo, però vediamo se farlo giocare. Zalewski non rinnova? Vendiamolo. Non si vende? Teniamolo ma non lo facciamo giocare. Tanto c’è Saud, in Arabia ha un sacco di follower. Nel frattempo fammi sentire Lina. Che dice? De Rossi non è amato dalla squadra. Ok, cacciamolo, scalda il motore all'aereo e lo cacciamo. Prendiamo Pioli. Come? Pioli va in Arabia? Chi sentiamo? Juric? Non lo conosciamo, ma va bene. Come dite? Non era vero che la squadra non voleva De Rossi? E allora cacciamo pure la Souloukou. Chi è rimasto a Trigoria? Ah sì, Ghisolfi. Facciamo parlare lui, diciamo che la Roma ora ha stipendi meno alti. Piace no?". No.

E adesso? Adesso succede che la Roma tra le big è quella con meno certezze, con meno dirigenti, con giocatori spaesati. Alcuni hanno colpe per carità, altri sono appena arrivati, altri vorrebbero la stagione finisse oggi. C’è un capitano che dichiara di non essere stato interpellato sul presunto malumore della squadra, non c’è un dirigente di fronte ai microfoni, c’è Juric che ci garantisce “progressi impressionati di gioco”. Dopo un 1-0 contro l’Elfsborg, che fino a ieri qualcuno a Testaccio pensava fosse un personaggio del Trono di Spade. Forse non vi siete resi conto, forse non sapete che questa squadra - seppur senza l’albo d’oro di Juve o Inter - era stabilmente in Champions. Ben prima degli americani, quando i trofei erano frequenti e le lotte scudetto erano vive fino all’ultima giornata. Ora di viva è rimasta solo la voglia di vedere l’ultimo colpo di scena: la cessione del club. Una domanda, tra un campo di golf e l’acquisto dell’Everton, fatevela anche voi.