Domani su Il Corriere Laziale, intervista esclusiva a Marco Frediani, l’attaccante esterno classe '94 lo scorso anno protagonista con la Primavera di Alberto De Rossi. Dopo il ritiro con la prima squadra di Rudi Garcia, Frediani gioca, segna e convince a L’Aquila in Prima Divisione Lega Pro, con gli abruzzesi primi in classifica. Di seguito, un estratto dell'intervista che sarà pubblicata integralmente all'interno dell'edizione di giovedì 7 novembre de Il Corriere Laziale.
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Frediani: “Già in ritiro si capiva che il gruppo aveva nuove motivazioni grazie a Garcia”
Domani su Il Corriere Laziale, intervista esclusiva a Marco Frediani, l’attaccante esterno classe ’94 lo scorso anno protagonista con la Primavera di Alberto De Rossi.
Un coast to coast per sognare in grande. Dopo due anni di Primavera con la maglia giallorossa, Marco Frediani si è ritrovato catapultato da una realtà all’altra nel giro di pochissimo tempo. Prima l’aria di cambiamento in casa Roma respirata a Riscone di Brunico, quando del miracolo-Garcia ancora non c’erano neanche le fondamenta. L’importante però per un giovane è esserci, al fianco dei grandi osservati per anni da un campo d’allenamento all’altro a Trigoria, prima di correre sullo stesso prato negli anni della Primavera e delle prime convocazioni in prima squadra. Poi, la chiamata a L’Aquila, dal versante Tirrenico a quello Adriatico. Città nuova, realtà nuova, compagni di squadra nuovi e soprattutto un campionato che spesso con i giovani è maestro feroce, quello di Lega Pro.
Dal ritiro di?Riscone di?Brunico a quello con L’Aquila:?come ti sei sentito catapultato in questa nuova realtà in così breve tempo?
“Il cambiamento si è comunque fatto sentire, dopo nove anni alla Roma mi sono ritrovato in una realtà tutta nuova, per la prima volta lontano da casa in una nuova città, e con compagni che ancora non conoscevo, fatta eccezione per Amato Ciciretti. Per fortuna però, sono bastati solo pochi giorni per sentire il sostegno di tutto l’ambiente, a partire dalla società e dall’allenatore che già mi conosceva, fino ai compagni di squadra, compresi i più esperti. Sono partito dal ritiro della Roma e ho iniziato poi quello con L’Aquila, quasi un mese complessivamente in ritiro, durante il quale ho avuto modo di prepararmi al meglio.”
Partendo in ritiro con la prima squadra, si intravedeva già il cambiamento nel gruppo ed i metodi di lavoro di Garcia, che hanno portato gli incredibili risultati di questo inizio di stagione?
“Si capiva che il gruppo aveva nuove motivazioni, come le partite di campionato hanno poi confermato. La Roma gioca bene, ma ritengo che il più grande cambiamento Garcia l’abbia apportato nello spirito del gruppo. Tutti si sacrificano per la squadra, al di là del gioco che è sicuramente apprezzabile, credo che i più grandi meriti dell’allenatore riguardino l’aspetto psicologico.”
La domanda d’obbligo è poi relativa al giocatore dal quale hai ricevuto ispirazioni maggiori negli anni passati a contatto con la prima squadra...
“Se parliamo di cosa un giovane può imparare, va messo subito in chiaro che è?Totti l’uomo da osservare sempre e comunque, a prescindere dalla posizione che si ricopre in campo. Anche in allenamento dimostra doti incredibili, assolutamente fuori dal comune, lo si può vedere dai semplici movimenti e dal tocco di palla. Poi è chiaro, anche in relazione al mio ruolo ero molto attento a Lamela, altro attaccante che ama muoversi partendo dall’esterno, e dal quale c’era sicuramente molto da imparare.”
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