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Fonseca: “L’obbiettivo è tornare in Champions, anche con l’Europa League”

Il tecnico giallorosso: "Si stanno cercando le condizioni migliori per tornare a giocare"

Redazione

Paulo Fonseca torna a parlare della Roma Fox SportsBrasile. Il tecnico dei giallorossi ribadisce gli obiettivi della squadra per la stagione in corso, spiegando le sue tattiche e l'adattamento al campionato italiano. Di seguito le sue dichiarazioni.

Sul taglio stipendi in aiuto ai dipendenti e alle casse del club

"E' un momento difficile per tutti i club e noi, della parte tecnica, insieme ai giocatori abbiamo collaborato con la Roma per aiutare il club e per aiutare i funzionari permettendo che nessuno sia stato licenziato”.

Sul ritorno in campo 

“Io credo che si stanno creando le condizioni per giocare il resto del campionato. La situazione in Italia è stata tragica, ma adesso sta migliorando e i numeri lo dicono. Ancora non sappiamo se possiamo tornare ad allenarci e quando. Io sono a favore, con tutte le condizioni di sicurezza per tornare ad allenarci presto. Spero che tutto possa essere a breve. Come mi trovo a Roma? E’ difficile non innamorarsi di questa città, il club è molto ben organizzato per permetterti di lavorare al meglio e c’è una tifoseria fantastica, difficile da trovare altrove. Mi sento molto bene qui, mi hanno accolto molto bene e sono felice”.

La differenza tra arbitri portoghesi e italiani

“Gli arbitri italiani sono stati sempre di grande qualità, ed io qui ho toccato con mano questo. Anche in Portogallo sta crescendo la loro professionalità e credo che in questi ultimi anni sono entrati tra i migliori al mondo, ma la classe arbitrale italiana è di alto livello”.

Su Mourinho, Klopp o Guardiola

“Tra gli allenatori portoghesi nel mondo, Mourinho è la nostra bandiera. E' stato un innovatore sotto molto aspetti in un momento in cui il calcio portoghese era in trasformazione e ha un percorso ineguagliabile. Klopp è l'allenatore del momento, ha costruito una squadra molto forte, ma ha avuto un pòo'di tempo alla disposizione. Ha un carattere e una personalità uniche che io apprezzo molto, però devo dire che io ammiro molto Guardiola. Non esiste e non esisterà probabilmente un altro allenatore come Guardiola anche per quello che ha fatto nelle sue squadre.”

Sulla scelta tra Cristiano Ronaldo e Eusebio

“Io non ho avuto il privilegio di vedere Eusebio giocare dal vivo, ero molto piccolo, ma so che è stato uno dei migliori del mondo. Non ho dubbi nell'affermare che le cose che sta facendo Cristiano Ronaldo sono al di sopra di quelle fatte da qualsiasi altro calciatore portoghese. Posso dire che CR7 ha già superato Eusebio, benche' sia nato anch'io in Mozambico come Eusébio e ho un grandissimo rispetto per lui.”

Gli obiettivi della Roma in questa stagione

“La Roma è in un periodo di totale trasformazione. Ha un nuovo allenatore, un nuovo direttore sportivo e una squadra nuova. Stiamo costruendo le basi per il futuro. Ci piacerebbe arrivare in Champions sia attraverso il quarto posto in Serie A sia attraverso un'eventuale vittoria in Europa League, dove dobbiamo giocare contro il Siviglia, una squadra molto forte e una grande tradizione in questo torneo. Il nostro obiettivo è arrivare lontano in Europa League.”

Sul lavoro con i calciatori brasiliani

Noi continuiamo a cercare perché nel mercato brasiliano ci sono tanti giocatori di talento. Io prima stavo in un club che aveva un contatto speciale con il Brasile e sono abituato a dare uno sguardo su questo tipo di mercato. La Roma, come altri club europei, cerca di acquistare i migliori e in Brasile possiamo trovarne. Non voglio parlare di nessuno in particolare, altrimenti scriveranno che la Roma è interessata a questo giocatore. Nella mia carriera ho sempre lavorato con molti brasiliani. Allo Shakhtar ho vissuto una situazione molto particolare, perché metà della squadra era brasiliana e devo dire che tutti mi hanno aiutato molto ad integrarmi. Taison, Marlos, Fred, Bernard, Ismaili, Alan Patrick sono tutti grandi uomini e grandi professionisti, con i quali ho avuto il piacere di lavorare. Qui nella Roma abbiamo Juan Jesus e Bruno Peres ed io sono sempre stato un tifoso del calciatore brasiliano. A me è sempre piaciuto lavorare con giocatori brasiliani, per la loro alta qualità tecnica. Sto seguendo tanti giocatori che militano in altre squadre".

Il suo adattamento da allenatore offensivo in un campionato difensivo

"È vero che il calcio italiano ha questa immagine di essere molto difensivo. Ora che sono qui, posso dire che è vero che le squadre italiane sono molto forti del punto di vista difensivo, con una organizzazione molto forte, però in questo momento che sono a casa ho verificato in quali campionati europei si fanno più goal e la Serie A e' la seconda in numero di goal segnati (al momento dello stop) subito dietro alla Premier, ma dove si sono giocate più giornate. Questo prova che il calcio italiano è anche un calcio offensivo. È un calcio che riesce a coniugare l'attacco con il rigore difensivo. Io sono un allenatore cui piace dominare il gioco, dirigere la partita, e giocare nella meta' campo offensiva. In un club come la Roma non potrei essere diverso. Negli ultimi mesi, stiamo cercando di costruire una squadra dominante che sia sempre vicina a dirigere il gioco e segnare. Questo è un campionato dove ogni partita ha una storia a se ed è difficile segnare, però non rinuncio di avere una squadra offensiva".

Sulla possibilità che un giorno alleni qui in Brasile

“Sì, esiste. Quello brasiliano è un calcio attraente per qualsiasi allenatore, perché ci sono giocatori di talento. Io però adesso sto concentrato con il mio lavoro nella Roma, dove vorrei restare più a lungo possibile”.

Sulla lingua italiana e sull'adattamento in Italia

"Quando sono arrivato non parlavo italiano, ho imparato in questi mesi ed oggi lo parlo abbastanza e riesco a farmi capire dai giocatori e in conferenza stampa. La scuola di allenatori portoghesi ha avuto un miglioramento negli ultimi quindici anni. In questo momento abbiamo una formazione molto rigorosa, ma efficace. In Portogallo ci sono tanti allenatori competenti. Noi abbiamo una capacità grande di adattarsi, superiore a quella di altri Paesi”.