Ancora tre giorni e la Roma tornerà in campo in Serie A. Mercoledì sera la sfida contro la Sampdoria, Paulo Fonseca non potrà fallire le 12 finali che restano per centrare la Champions League. La condizione fisica non sarà ottimale, ma la squadra è carica: "Abbiamo fatto una lunga pausa. E' stato come un precampionato diverso, non ci sono state partite di preparazione e il tipo di lavoro è stato diverso, ma credo che siamo pronti". L'allenatore giallorosso ieri è intervenuto a 'SportTV' nel programma 'Titulares', toccando anche l'argomento porte chiuse: "Senza i tifosi, appassionati della Roma, giocare all'Olimpico sarà difficile. Però la preparazione è quasi la stessa. L'unica differenza è il tentativo di creare un'atmosfera simile a quella che troveremo in partita, quindi lunedì ci alleneremo all'Olimpico. Ma per il resto non c'è niente di molto diverso, l'eccezione è che ci alleneremo allo stadio, senza pubblico, vicino al giorno della partita".
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Fonseca in clima Samp: “Lunedì allenamento all’Olimpico per abituarci alle porte chiuse”
L'allenatore della Roma ha spiegato: "Senza tifosi giocare in casa sarà difficile, cercheremo di creare un'atmosferta simile prima della partita"
Roma, Fonseca tra Serie A e ritorno in Portogallo
Poi Paulo Fonseca si è soffermato anche sulla Serie A e le sue caratteristiche: "È un campionato appassionante. Tatticamente è un campionato molto ricco. Ci sono sempre scenari diversi dal punto di vista della strategia ed è molto emozionante lavorare in Serie A, ogni partita ha una storia diversa. Anzi, invito tutti i tifosi e gli spettatori portoghesi a guardare il campionato italiano, le squadre difendono bene ma sanno anche attaccare ed emozionare". L'allenatore della Roma fa anche un passo indietro agli esordi: "Sono la stessa persona di quando ho esordito come tecnico nelle giovanili dell'Estrela de Amadora, però l'allenatore si è evoluto secondo le esperienze. Certo, quello che ho vissuto mi rende un po' diverso da quello che ero al Paços de Ferreira, ma la passione per il calcio e per il mio lavoro non è cambiata".
Importante anche l'esperienza allo Shakthar, che ha appena conquistato il titolo con Luis Castro in panchina: "Le mie congratulazioni a Luís per il suo lavoro, sono ovviamente molto contento che un altro allenatore portoghese abbia vinto con lo Shakthar. A volte la gente non si rende conto delle difficoltà di essere campione allo Shakhtar, perché il club è lontano da Donetsk, non ha i suoi tifosi. La squadra vive a Kiev e gioca a Charkiv. Naturalmente mi rende orgoglioso vedere un altro portoghese trionfare lì". Infine, su un possibile futuro su una panchina di 'casa': “Non fa parte dei miei prossimi progetti futuri un ritorno in Portogallo. Sono stato molto felice all'estero e sinceramente sento che posso continuare a crescere più altri campionati che in quello portoghese".
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