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Fonseca: “Che sforzo per trattenere Smalling. Adoro Guardiola, ma in Italia il gioco è diverso”

LaPresse

Il tecnico portoghese: "Ho dovuto adattare le mie idee al calcio della Serie A"

Redazione

Paulo Fonseca torna a parla della sua esperienza in Italia con la Roma. Il tecnico giallorosso ha rilasciato una lunga intervista al portale The Athletic. Queste le sue parole:

Sulla cucina italiana e di Trigoria

Il risotto qui è incredibile. Luka Jurowich (lo chef del centro sportivo di Trigoria) è un "problema", cucina davvero bene.

Sulla città di Roma

Ci ero già stato prima di allenare la squadra e l'ho sempre amata, non lo dico soltanto perchè stiamo facendo un'intervista o perchè sono l'allenatore della Roma. Ambientarsi non è stato difficile: la storia dice che i portoghesi sono in tutto il mondo.

Sul calcio portoghese 

In passato eravamo molto tradizionali, tutto ciò che sapevo è che dovevamo correre. Vitor Frade ha cambiato molto la nostra mentalità, che si è vista poi grazie alla comparsa di Mourinho. Josè è stato molto importante, perché ha lasciato il Portogallo e ha avuto grande successo. Questo ha cambiato il modo delle persone di considerare i nostri allenatori.

Sugli inizi del suo percorso da allenatore

Perché non ho mai pensato ad allenare prima dei 30 anni mentre giocavo? Non imparavamo molto da giocatori. Ai tempi il nostro gioco era molto tradizionale, molto fisico. Utilizzavamo molto la marcatura a uomo. Jorge Jesus è stato il primo allenatore tattico che ho avuto. Ci ha fatto vedere le cose in modo diverso e ho iniziato a pensare alla partita in modo molto tattico. I punti di riferimento sono diventati tre: lo spazio, la palla e il nostro avversario. Da lui ho imparato molto sull'organizzazione difensiva, tutti i dettagli di quella fase di gioco. Ho iniziato a capire molte cose.

Sulle sue fonti di ispirazione

La squadra che mi è piaciuto di più osservare è stata il Barcellona di Guardiola. Apprezzo il modo in cui Pep riesce a cambiare le cose. Su Netflix ho appena finito di vedere Making a Murderer. Un altro documentario che adoro è quello su Sir Bobby Robson.

Sul campionato italiano

Tatticamente gli allenatori sono forti, ben preparati. Per questo il calcio è così duro qui, è molto tattico. Quando gli italiani vanno a lavorare all’estero non è difficile per loro. Ho dovuto adattare le mie idee. In passato ero ossessivo riguardo al possesso palla: adoro le squadre che sono coraggiose col pallone. Ora però sono cambiato, tenere il pallone quanto mi piacerebbe non è possibile in Italia. Sono arrivato a capire l’importanza delle transizioni, ho capito quanto importante sia conquistare il pallone e attaccare velocemente, perché le squadre sono tutte ben preparate difensivamente. Trovare spazi è difficile qui. Se non attacchi velocemente, loro si organizzano molto rapidamente e non hai più transizione.

Sul calcio ai tempi del Coronavirus

Nessuno ci pensa, ma i giocatori non hanno tempo libero. In estate se giocano per le loro nazionali hanno dieci giorni di ferie. Non è abbastanza. L'altro giorno ho visto Kevin De Bruyne esprimere la sua frustrazione, ha ragione. Non puoi mantenere i giocatori nella stessa forma e allo stesso livello per tutta la stagione quando non hanno una pausa. È fisicamente impossibile. Da quando è scoppiata la pandemia le sedute video sono sempre più importanti. Se non puoi lavorare sul campo, lavori con il video . Ma non è la stessa cosa rispetto alla pratica. Ecco perché vediamo così tanti gol.

Su Pedro e Mkhitaryan

Il loro carattere è molto importante per me. Pedro non giocava tutte le partite al Chelsea, ma quando lo faceva lavorava molto duro difensivamente. Sta confermando tutto ciò che pensavo di sapere. Anche Mkhitaryan è molto simile a Pedro. Sono ragazzi molto intelligenti, con una forte capacità tattica. Quello che più mi piace vedere da loro è la motivazione: Micki lavora come se fosse un diciottenne, tutti i giorni. Non è facile trovare caratteri come i loro. Sono un riferimento per la squadra come Džeko.

Su Ibanez

E' un talento

Su Smalling

Sapete che ho fatto un grosso sforzo per trattenerlo. Chris ha le caratteristiche ideali per il calcio italiano. Non è facile trovare difensori centrali veloci e aggressivi come lui.