(di Alessio Nardo) Domenica, ore 12.30, spalti pieni e suspence. L’Artemio Franchi di Firenze è pronto ad ospitare una sfida caldissima, decisiva. Fiorentina e Roma, entrambe reduci da piccoli e incoraggianti segnali di risveglio, si giocano l’Europa e dunque un’intera stagione. Da una parte i viola di Sinisa Mihajlovic, pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per tentare una miracolosa scalata all’Europa League. Dall’altra la Roma, rinfrancata dalla ‘manita’ (le cinque vittorie consecutive nel derby) ma obbligata a dar continuità ai propri risultati in una fase cruciale del campionato. In ballo, oltre a piazzamenti di prestigio, c’è anche il futuro delle due panchine e di molti protagonisti di lusso.
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Fiorentina-Roma, la partita chiave
(di Alessio Nardo) Domenica, ore 12.30, spalti pieni e suspence. L’Artemio Franchi di Firenze è pronto ad ospitare una sfida caldissima, decisiva.
EUROPA? SI PUO’ – La stagione della Fiorentina è stata certamente dura etravagliata. Nulla in confronto all’ultima era Cecchi Gori o alla prima stagione in A dei Della Valle, contraddistinte da spettri e fantasmi di fallimenti o retrocessioni. Non siamo a quel baratro, ma a Firenze l’umore resta nero. Vengono mosse critiche a società, dirigenza ed anche squadra e allenatore. Ci si aspettava molto di più da Mihajlovic e da un gruppo sì logoro, ma sulla carta non certo inferiore a chi oggi occupa con orgoglio le posizioni ‘europee’ in graduatoria. Tra una giornata storta e l’altra, tuttavia, sono arrivate due vittorie consecutive contro Catania e Chievo. Nulla di trascendentale, ma in un torneo così equilibrato sei punti di fila possono stravolgere tutto. Ottavo posto, -9 dalla Roma sesta. In caso di vittoria contro i giallorossi si andrebbe a -6 e ad otto giornate dalla fine il ‘miracolo’ sarebbe possibile. Tutti all’attacco, Fiesole compresa, per conquistare un successo vitale. Mihajlovic non ha mai battuto gli odiati giallorossi da tecnico e vuol finalmente riuscirci. Mutu, Gila, Vargas e compagni son chiamati a tirar fuori le unghie e a sfoderare la prima grande impresa di un’annata insipida.
IL DERBY NON BASTA – Se la settimana pre-derby è sempre calda e passionale, figuriamoci quella post-derby. Chi vince gode, chi perde spiega. La sinfonia è questa e i tifosi romanisti sono ancora nel bel mezzo della goduria. Si tornerà sulla terra domenica mattina: teste a posto, menti lucide, tutti concentrati per proseguire una rincorsa Champions a dir poco affannosa. Negli ultimi anni a Firenze è sempre stata dura: solo pareggi (1-1, 0-0 e 2-2-) ed un 1-4 nel 2009 nell’era spallettiana, vittoria soffertissima e clamorosamente immeritata dodici mesi fa con Claudio Ranieri alla guida (decise Vucinic a 10? dalla fine dopo un bombardamento continuo dei viola a Julio Sergio). Vincenzo Montella, fin qui imbattuto in campionato con nove punti in quattro gare, vuol continuare a volare. ‘Franchi’ tappa decisiva, senza ulteriori proroghe. Il calendario parla chiaro: per Napoli, Udinese e Lazio, impegnate in casa rispettivamente con Cagliari, Catania e Cesena, il week-end non non fa paura e tre vittorie appaiono alla portata. La Roma, già attardata in classifica, non può perdere del terreno in più. Non ci sarà Vucinic ma si ripartirà da Francesco Totti, l’immenso leader ritrovato. Il Capitano non realizzava un gol alla Lazio dall’ottobre del 2005, e in carriera non ha mai segnato a Firenze. E’ l’ora della prima volta?
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