(di Luca Parmigiani) Si sta aprendo una nuova Era in casa Roma con l’avvento degli americani. I cambiamenti non saranno solo a livello di struttura organizzativa perché i nuovi proprietari avranno come obiettivo il cambio proprio della mentalità, introducendo un modello culturale completamente diverso.
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Nardini a ForzaRoma.info: “Ecco il libro al quale si è ispirato Luis Enrique”
(di Luca Parmigiani) Si sta aprendo una nuova Era in casa Roma con l’avvento degli americani. I cambiamenti non saranno solo a livello di struttura organizzativa perché i nuovi proprietari avranno come obiettivo il cambio proprio della...
È su queste basi che si spiega la scelta di Luis Enrique come nuovo allenatore della Roma. L’asturiano proviene dalla Cantera del Barcellona, la squadra del momento, ed è stato il tecnico del Barcellona B degli ultimi tre anni con ottimi risultati.
Il Barcellona rappresenta un mondo a parte in Spagna e le metodologie di lavoro durante gli allenamenti prendono spunto dal modello elaborato da Horst Wein e che è diventatata la guida ufficiale della Federazione Spagnola- “Il calcio a misura dei ragazzi”, acquistabile ora anche in Italia- voluta espressamente dal vicepresidente Fifa e Presidente della Federazione Spagnola Angel Maria Villar.
Marcello Nardini, ex portiere della Bundesliga con l’Hannover 96, è il rappresentante di Horst Wein in Italia e spiega in modo dettagliato, in esclusiva ai nostri microfoni, la bontà di questo modello, partendo dalla nascita: “Horst Wein negli anni ‘80 era il commissario tecnico della nazionale spagnola di hockey con la quale ha vinto una medaglia alle Olimpiadi. Rexach che ai quei tempi era il direttore del settore giovanile del Barcellona gli disse di trasferire questa metodologia avanzata dall’hockey al calcio. Horst accettò e tutta questa metodologia è stata portata nel calcio, è stato creato questo modello del calcio giovanile che non sono solo applicazioni tecniche legate agli schemi di gioco ma una propria filosofia di gioco e un cambio di mentalità per far crescere e far sviluppare l’intelligenza dei calciatori. Cosi è nata la cantera del Barcelona”.
L’ex portiere poi si addentra in quelle che sono le particolarità di questo modello che tanto hanno fatto scuola in Spagna: “La centralità non è l’allenatore ma il giocatore, la centralità di tutto è il cervello. I punti importanti del modello sono lo sviluppo di quelle che sono le capacità percettive del giocatore, l’uso del cervello, noi abbiamo inserito il brain kinetic in questa metodologia che è innovativa, porta a sviluppare le sinapsi celebrali in maniera esponenziale rispetto al qualsiasi altra cosa. Abitua il giocatore ad avere una velocità di reazione rispetto alle situazioni impreviste a una velocità maggiore rispetto all’avversario con una visione interna dello spazio che aumenta.
La nostra metodologia abitua a giocare in spazi estremamente ridotti, si usano situazioni come il 3vs3, 3vs2, 4vs3 e 4vs2, questo perché si formano situazioni reali che si vengono a trovare nel gioco”.
Proprio dalla Cantera azulgrana proviene il nuovo allenatore della Roma, quel Luis Enrique che Marcello Nardini saluta come una “scelta assolutamente giusta per il club perche c’era bisogno di un cambio di mentalità”.
Ci saranno tanti cambiamenti che Nardini in esclusiva ci anticipa, avendo visto dal vivo gli allenamenti del Barca B(“La metodologia d’allenamento del Barca B è uguale identica a quella A”) improntati in parte sul modello di Horst Wein: “Sicuramente cambieranno i tempi d’allenamento, le durate e la durezza degli stessi. Questo è auspicabile perché un calciatore che deve avere una prestazione di 90’ non può allenarsi 45 minuti al giorno. Luis Enrique riuscirà a far cambiare volto alla società, vedrete molti più possessi palla, la palla non si sprecherà, non più cross e il pallone non sarà buttato via. Ci si allenerà facendo spaccati reali di gioco.
Lucho non è una persona che scende molto a compromessi: è una persona molto dura e forte, è molto quadrato, ti fa lavorare in maniera pesante e valida e non lascia mai le cose a sé stanti”.
Le difficoltà principali da far capire al tifoso della Magica riguarderanno i tempi visto la ferocità del calcio italiano di ridimensionare tutto un progetto di gioco alla conquista o meno di un risultato.
Secondo Nardini, “Quest’anno Luis Enrique farà un campionato estremamente bello dal punto di vista spettacolare e del gioco, la produttività non so quanto potrà esserci perché il calcio italiano è esasperato in questo senso e se i tifosi avranno pazienza i risultati arriveranno sicuramente perché il modello è vincente senza ombra di dubbio”.
La bontà di questa metodologia, diventata la guida tecnica della Federazione spagnola dal 1994, è stata recepita anche da Roberto Muzzi, allenatore degli Esordienti della Roma, che già adotta questo modello e che ha invitato il team di Horst Wein a Trigoria per uno scambio di informazioni.
La pazienza di saper aspettare è per Marcello Nardini uno dei punti cruciali per la realizzazione del progetto dello spagnolo e un ruolo importante lo potrà avere il mondo radiotelevisivo romano: “Una cosa importante è che i tifosi capiscano che questo metodo non è una pillola ma un antibiotico e ha bisogno di un po’ di tempo. Bisogna lasciarlo lavorare a Luis Enrique perché sicuramente otterrà dei risultati stupendi; sarà un compito mediatico che radio, stampa e tv dovranno far capire a una piazza esigente come Roma perché se lo spieghi bene al tifoso lui capisce molto di più e pretende molto di meno creando una pressione inferiore”.
Insomma i presupposti per l’inizio di un nuovo ciclo del tutto innovativo ci sono tutte e il probabile acquisto di Bojan Krkic, direttamente da Barcellona, non fa altro che rafforzare quest’idea: “Bojan è giovanissimo ma è un giocatore già “strafatto”, ha fatto 800 gol della Cantera perché quando giochi 4vs4 o 3vs3 a quattro porte incrociate in questi campionati si segna tantissimo e il bello è proprio questo. È un acquisto per me giusto. Credo molto in Sabatini perché è una persona molto competente e valida”.
Una delle domande ricorrenti su questa metodologia è il perché ancora non sia stato applicato in Italia con la stessa volontà avuta in Spagna. Nardini spiega il motivo dicendosi tuttavia fiducioso che il modello sia assolutamente esportabile nel Bel Paese: “Il grande problema del calcio giovanile in Italia è l’obiettivo che è vincere, non si possono fare campionati per ragazzi di undici anni a 11 contro 11, noi non giochiamo fino a 13 anni in 11, si gioca massimo 8 contro 8. È un discorso di cultura, in Italia c’è l’esasperazione del risultato invece a noi interessa solo far giocare”.
Nelle dispense che il team di Horst Wein prepara nei propri corsi c’è questa frase: “Tutti gli allenatori hanno la stessa meta; solamente la raggiungono percorrendo strade diverse”.
La speranza di tutti i tifosi giallorossi è che la strada scelta da Lucho sia quella giusta…
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