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Esposito: “Il Cagliari va a Roma con l’acqua alla gola, gara da non sottovalutare”

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Ecco le parole dell'ex attaccante in vista della gara di domani: "Dybala è uno di quei giocatori che ti può risolvere la partita da un momento all'altro, con la palla può fare quello che vuole"
Redazione

Alla vigilia di Roma-Cagliari, in programma domenica 16 marzo alle 16 all'Olimpico, il doppio ex Mauro Esposito ha rilasciato alcune dichiarazioni ai canali ufficiali del club giallorosso nel nuovo episodio di "Serie A Preview". Ecco le parole dell'attaccante partenopeo:

Che partita si aspetta domani? "E' una partita sempre difficile, il Cagliari è ben allenato. Nicola mi piace tantissimo, ha dato subito una sua impronta. Nonostante non abbia giocatori di grande spessore è una squadra che gioca bene, a prescindere dall'avversario se la gioca sempre. Mi aspetto una partita aperta. Sulla carta la Roma è nettamente più forte, può vincere assolutamente, ma non va sottovalutata. Il Cagliari è una squadra di valore, sta lottando per non retrocedere e arriverà a Roma con l'acqua alla gola".

Quando vede Dybala si diverte? "E' uno di quei giocatori che ti può risolvere la partita da un momento all'altro, con la palla può fare quello che vuole. Lo vedo volentieri".

Prima Cagliari, poi Roma: la prima stagione in Serie A con i rossoblù è stata straordinaria a livello di numeri. "A Cagliari è stata la parentesi più importante della mia carriera. Ho fatto 6 anni, 3 di B e 3 di A. Ho fatto 58 gol da esterno e ho raggiunto la Nazionale, penso di essermi tolto delle belle soddisfazioni. Porterò Cagliari come esperienza più importante della mia carriera. Poi un'altra grande soddisfazione, l'approdo alla Roma: una piazza importantissimo. Il rammarico più grande è che Roma non ha visto il vero Esposito, arrivai che non stavo bene fisicamente e venivo da un problema al ginocchio. La Roma non ti aspetta. Non voglio cercare alibi, ho fatto due anni importantissimi e porto ricordi indelebili".

Che cosa le ha dato Spalletti come allenatore? "Sicuramente insieme a Ventura e Gianpaolo è stato l'allenatore più importante della mia carriera. Faceva giocare a calcio, anche negli allenamenti appena la palla si alzava di mezzo metro si arrabbiava. Voleva tutto palla a terra, quell'anno Perrotta come anche Merez e Giuly con gli inserimenti ha fatto parecchi gol. Poi ovviamente c'era Totti a mettere la palla doveva voleva. Era una squadra che giocava a meraviglia, per un pugno non abbiamo vinto lo Scudetto. Ho giocato anche poco, ma in quella Roma c'erano campioni veri: trovare spazio in quella squadra era difficile, ma sono contento di aver giocato in quella Roma lì. Perrotta era un giocatore intelligentissimo, andava sempre a trovare lo spazio giusto".

La piazza influisce nel rendimento del giocatore? "La differenza la fa anche il carattere, a volte le qualità del giocatore vengono oscurate dal carattere. Oltre alle qualità avevo anche una certa personalità in campo, ma quando vai a giocare in piazze importanti devi stare sempre al 100% per trovare il tuo spazio, sia fisicamente sia mentalmente. Sono arrivato in un momento difficile nella mia carriera. Entrai a Manchester, sbaglio quel gol e a quel punto la prossima partita la faccio dopo un mese e mezzo. Se avessi fatto gol forse la domenica successiva avrei giocato. Non ho colto quel tipo di opportunità ed è stato più difficile".

La rovesciata contro il Torino, con il Cagliari, è stato il suo gol più bello? "E' stato un bel gol, ma c'è stato anche l'istinto. Sono quei gol che escono una volta ogni tanto. Penso di averne fatti altri dove ho messo dentro più qualità, nei tagli avevo una qualità che oggi non si vede più".