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forzaroma news as roma Erick Odour, il Totti d’Africa che dà un calcio alle gang. L’appello al numero 10

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Erick Odour, il Totti d’Africa che dà un calcio alle gang. L’appello al numero 10

Redazione
In Kenya, nella più grande baraccopoli del continente, un ragazzo di 32 anni è noto con il nome dell'ex capitano romanista: "Non sapevo chi fosse, poi volevo essere un leader come lui"

In Kenya, nel cuore della capitale Nairobi, c'è Kibera, la più grande baraccopoli dell'Africa. Tra lamiere e corridoi di fango un 32enne, Erick Odour, è conosciuto da tutti come il Totti d'Africa. Per lui il pallone ha sempre avuto il potere di spalancare le porte della speranza. Il soprannome glielo diedero i suoi compagni quando, durante i Mondiali di calcio del 2006, segnò due gol indossando una maglia della Roma con stampato il nome della leggenda giallorossa. "Non sapevo neanche chi fosse - ha raccontato Erick a Il Venerdì di Repubblica -. Poi ho iniziato a guardare i suoi video, a capire chi era il Re di Roma. E volevo essere come lui: un leader". Erick è determinato a sfidare un destino scritto dalla povertà e dal crimine: "Se giochi a calcio qui la gente pensa che vivi di illusioni". Dopo le tragedie di alcuni suoi amici nacque l'idea dell'Interbase League, un torneo di calcio nato per offrire ai giovani un'alternativa concreta alla strada: era il 7 agosto 2018 quando Erick e alcuni allenatori decisero di andare di base in base (luoghi di ritrovo delle gang) per convincere i ragazzi a scegliere il pallone al posto delle armi. Nonostante un inizio difficile in un ambiente ostile e diffidente, oggi l'Interbase League è diventata una seconda casa per centinaia e centinaia di giovani. Erick ha colto l'occasione per rivolgere un appello alla bandiera della Roma: "Francesco Totti, vieni a Kibera. Vieni a vedere come un ragazzo che porta il tuo nome sta cercando di cambiare la vita di migliaia di giovani. Qui il calcio è una speranza, come lo è stato per te. Il calcio non risolve tutto, ma dà un motivo per sognare e per stare lontani da droga e gang. Questa è casa mia e questa è la mia battaglia", ha raccontato Erick.