El Shaarawy come Robert De Niro nel film “Lo stagista inaspettato” con pazienza e forza di volontà si sta ritagliando uno spazio in questa Roma. Ieri altra ottima prova con tanto di assist d’esterno per il vantaggio firmato da Carles Perez. Rinato dal punto di vista tattico con il nuovo ruolo a tutta fascia. Provvidenziale in fase offensiva con 6 gol stagionali ma anche in fase difensiva. Non era semplice sopperire alla contemporanea assenza di tutti e tre i terzini sinistri ma la voglia di rivalsa e lo spirito di mettersi in gioco hanno prevalso sul resto. Prima di questa stagione aveva giocato in carriera solo 3 partite da centrocampista di sinistra, merito di Mourinho che ha visto in lui capacità che ad altri erano sfuggite. Anche Spalletti in una situazione di emergenza lo aveva utilizzato in quel ruolo. Lo spirito di sacrificio di El Shaarawy è dato anche dall’amore verso la gente di Roma: “Ho creato tanti rapporti e con i tifosi ho sempre sentito un legame forte, mi hanno espresso il loro sostegno anche quando ero lontano e il loro affetto ha rappresentato tanto per me”. Partito tra le riserve, questa stagione sta riservando tante emozioni. Dalla pazza esultanza sotto la Curva Sud dopo il gol al Sassuolo fino ad arrivare al sorpasso a Bruno Conti per il numero di gol con la maglia giallorossa (48). Dal ritorno a gennaio della passata stagione è il miglior momento della sua seconda avventura nella capitale. Ieri ha rischiato di entrare nella top 10 dei marcatori in Europa. In questo momento anche il Commissario Tecnico della Nazionale avrà difficoltà a fare a meno di El Shaarawy.
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El Shaarawy, il risveglio del Faraone: a tutta fascia per riprendersi la Roma
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El Shaarawy non è più un giovane, a quasi 30 anni, dopo una breve parentesi in Cina, sta vivendo una seconda giovinezza. L’attaccante italo-egiziano non è il primo che subisce l’effetto Mourinho a questa età. Francisco Da Costa, conosciuto come Costinha, ha incontrato Mourinho non giovanissimo. Meglio tardi che mai però, lo Special One lo ha reso un centrocampista totale nel suo Porto che ha vinto tutto in Europa. Impossibile non citare “El principe del Bernal”, Diego Milito. L’attaccante argentino è arrivato all’Inter a 30 anni, nell’unica stagione sotto la guida del tecnico portoghese oltre a vincere tutto ha messo a segno 22 gol in campionato. Felix non è l’unico Ghanese preferito da Mourinho. Michael Essien lo ha chiamato papà: “Daddy mi ha chiamato ed eccomi qua. È così che lo considero. Mi ha portato al Chelsea, ci capiamo al volo, quello è il termine più appropriato”. Nelle ultime stagioni le presenze nei “Blues” erano diventate poche, al Real ne colleziona 35 sfiorando la finale di Champions League.
Daniele Aloisi
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