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El Shaarawy, due mesi per non dirsi addio: Roma e Nazionale, ora si gioca tutto

LaPresse

Il ritorno in Italia è stato più complicato del previsto. Con gli azzurri è ai margini e a Trigoria non ingrana. Ora serve il cambio di passo

Valerio Salviani

Qualche anno fa il brasiliano Amauri era diventato il protagonista di un piccolo tormentone televisivo, in uno spot di una nota compagnia di crociere. "Sono appena tornato" diceva ai compagni, per giustificarsi di errori e distrazioni. Ecco, Stephan El Shaarawy deve sentirsi un po' così da quando è rientrato dalla Cina. O per meglio dire da Dubai, dove è rimasto da prima di capodanno al giorno del rientro definitivo nella capitale a fine gennaio. Il suo problema è che la Roma e la Nazionale in questo momento si aspettano una risposta diversa. Nessuno può permettersi il lusso di aspettarlo. I giallorossi si stanno giocando il ritorno in Champions e quindi circa 50 milioni di euro. Gli azzurri sono pronti a giocarsi un Europeo con buone chance di arrivare in fondo.

El Shaarawy, rientro complicato: due mesi per cambiare passo o addio Europeo

Ieri contro la Slovenia il ct dell'Italia Roberto Mancini l'ha mandato in campo dal primo minuto, dopo due partite in cui aveva fatto lo spettatore. Era una chance da non sprecare, ma El Shaarawy non l'ha saputa sfruttare. Mai in partita, poco reattivo sull'unica occasione da gol degli azzurri e sostituzione (inevitabile) dopo un tempo. Per i romanisti che hanno visto il match, nessuna novità. A parte qualche lampo del vecchio Faraone, è stata l'esatta copia di quello che il numero 92 sta facendo nella capitale da quando è tornato nel calcio che conta. Con la prestazione di ieri, le sue chance di andare all'Europeo si sono assottigliate notevolmente. La concorrenza nel suo ruolo è tanta e difficilmente farà parte del gruppo che giocherà il torneo a giugno. Mancini l'ha sempre tenuto in considerazione, ma per convincerlo ora l'attaccante dovrà cambiare passo con la Roma. Da sabato (Sassuolo-Roma) cominceranno due mesi cruciali. I giallorossi si giocheranno il quarto posto e l'Europa League. Se non resterà al passo finirà ai margini.

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La Roma ha bisogno di El Shaarawy, ma non può aspettare: rischio addio

Paulo Fonseca ha voluto fortemente El Shaarawy a gennaio. Da lui si aspettava concretezza e gol in un reparto nel quale, Mkhitaryan escluso, nessuno degli attaccanti in rosa ha saputo imporsi. Il Faraone ha avuto le sue chance, ma a parte un gol (importante) contro lo Shakhtar, non è mai riuscito a incidere. Fuori dal gioco, poco coinvolto e con una condizione fisica rivedibile. Quest'ultima, una conseguenza normale dopo il periodo di stop prolungato. L'ex Milan e Monaco ce la sta mettendo tutta. Ha un personal trainer che lo segue per allenamenti extra, è dimagrito e a Trigoria prova a dare sempre il 100%. Ma non basta. Serve una risposta in campo con la quale dovrà conquistarsi il futuro. In estate la Roma avrà bisogno di fare plusvalenza e cederlo, dopo averlo preso a parametro zero, potrebbe diventare una tentazione forte per Pinto. Lui ha voluto fortemente il ritorno e a quest'ipotesi neanche ci pensa. L'obiettivo è tornare decisivo subito. Con Mkhitaryan ancora ai box (potrebbe restare fermo fino a metà aprile), avrà molti minuti a disposizione. La condizione migliore per dimostrare di poter essere ancora importante. A partire da Sassuolo. Al Mapei Stadium ElSha ha segnato il suo secondo gol in maglia giallorossa. La sua speranza è che la storia sabato possa ripetersi.