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Rios-Roma, da Xhaka a Mahrez: quando uno sforzo in più vale la posta in palio

Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 
Per il colombiano ballano pochi milioni, il passato insegna che nel limite del possibile è meglio accontentare le richieste degli allenatori

Priorità, il calciomercato è fatto soprattutto di questo se si vuole costruire una squadra a misura di allenatore. Poi ci sono i piani B, che a volte possono riuscire. E scendendo ancora si passa alle cosiddette toppe senza contare le "intuizioni" che però devono avere un bel paracadute sulle spalle. La Roma di oggi può sbagliare il meno possibile, anzi probabilmente nulla. Per questo è stata messa nelle mani di persone esperte come Gasperini, Ranieri e Massara. Anche questo a volte non basta perché per inseguire i numeri uno della lista servono anche soldi, tanti. E su quelli non si sindaca. Ma quando la distanza è minima come per Rios, questo la storia insegna, è meglio fare uno sforzo in più che pentirsene col passare nei mesi.

L'esempio più lampante in questi mesi è stato Granit Xhaka, il giocatore scelto da Mourinho per dare un'identità a una mediana piatta. La trattativa sembra sul punto di chiudersi da un momento all'altro, lo svizzero non vedeva l'ora e Mou pure. Poi? Per una questione di 3-4 milioni saltò e Xhaka rimase all'Arsenal prima di fare pure le fortune del Leverkusen. La Roma rimase senza mediano e a a gennaio si buttò su Sergio Oliveira, che non era proprio la stessa cosa. Lo stesso accadde per Mahrez ai tempi di Di Francesco. Anche in quel caso incontri, telefonate e fumate bianche attese in piazza. Ma alla fine arrivarono solo fumate nere e ad Eusebio (che chiedeva un uomo di fascia) fu portato Schick per una cifra esorbitante. Peccato che non fosse quello che serviva a quella Roma. Altri rimpianti? Uno può essere Marcos Leonardo, anche per lui un club brasiliano non mollò la presa salvo poi incassare 40 milioni dall'Al-Hilal. Tornando ancora indietro si può parlare di Sheva per Zeman o di Davids per Capello. Sogni di un mercato passato, e in fondo a volte ci si deve accontentare. Ma quando balla così poco...