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Ecco Kumbulla: chi è il nuovo acquisto della Roma, reduce da un campionato da protagonista

Il centrale albanese, già nel giro della nazionale maggiore, si trasferisce nella capitale. Nell'ultimo anno è diventato il primo difensore classe 2000 a segnare in A

Paolo Franzino

Il primo colpo dell'era Friedkin è Marash Kumbulla, difensore centrale classe 2000 che si è messo in luce nell'ultima stagione con la maglia del Verona. Per strapparlo al club gialloblù la Roma ha dovuto mettere sul piatto, tra prestito e obbligo di riscatto, un'offerta complessiva di circa 25 milioni. Il giocatore lascia la società scaligera dopo dodici anni: ne aveva appena otto quando entrò a far parte della squadra veneta, oggi che ne ha venti è uno dei difensori più interessanti della Serie A.

Storia particolare, la sua. Kumbulla è nato a Peschiera del Garda, ma i suoi genitori sono albanesi. Il padre Lin arrivò in gommone nel 1996: venne salvato a Brindisi, oggi gestisce un'impresa edile e lavora assieme alla moglie Mimoza nel ristorante di famiglia. Marash invece ha trovato la sua fortuna attraverso il calcio. Il rendimento tra le fila del Verona gli ha permesso pure di conquistare la nazionale: il ct dell'Albania Reja lo ha fatto esordire nello scorso ottobre contro la Moldavia.

Le caratteristiche di Kumbulla: colpi di testa e duelli individuali le sue specialità

Kumbulla è entrato nel giro della prima squadra del Verona già nel 2017, quando Pecchia lo portò in panchina, senza però farlo giocare, in alcune gare di Serie A. Nella stagione 2018-19 ha debuttato tra i professionisti in B contro il Cittadella, ma in seguito è stato costretto a saltare la seconda parte dell'annata a causa di un infortunio. Per questo motivo la sua esplosione nell'ultimo campionato è stata un'autentica sorpresa. Fin dal suo arrivo, Juric ha deciso di affidargli il ruolo da centrale della sua difesa a tre, sfruttando le sue qualità nell'anticipo, ideali per il gioco del tecnico croato. Non a caso, Kumbulla è stato il difensore del Verona che ha fatto registrare il maggior numero di duelli individuali.

Oltre che nell'uno contro uno, l'albanese è molto bravo anche nei colpi di testa (è alto 191 centimetri): 2,6 la media a partita di duelli aerei vinti, che lo porta al diciannovesimo posto tra i giocatori dell'ultima Serie A. Meglio di lui, nella Roma, hanno fatto solo Dzeko e Smalling. Le sue caratteristiche ricordano quelle di Gianluca Mancini, che ai tempi dell'Atalanta si affermò grazie al lavoro fatto con il maestro di Juric, Gian Piero Gasperini. Proprio come Mancini, l'albanese può ancora migliorare dal punto di vista dell'impostazione: anche per questo motivo, nel corso della stagione, l'allenatore ha preferito talvolta spostarlo sul centro-sinistra e affidare a Gunter il giro palla. Senza l'arrivo di Smalling, pure Fonseca probabilmente lo impiegherà sul centro-sinistra, affiancandogli Mancini e Ibanez. Proprio il difensore brasiliano, nell'ultima parte di campionato, era stato elogiato dal tecnico per le sue qualità nell'impostazione.

Sarà intrigante scoprire come Kumbulla si adatterà al gioco di Fonseca, molto differente da quello di Juric nonostante l'utilizzo della difesa a tre. La posizione alta della retroguardia romanista lo favorirà nella ricerca dell'anticipo, ma non quando dovrà rincorrere l'avversario in fase di copertura. Nello scatto, infatti, Kumbulla non è Smalling: in queste situazioni di gioco sarà dunque necessario l'apporto di un compagno di squadra, che potrebbe essere proprio il centrale inglese, richieste del Manchester United permettendo. Con Smalling in rosa, inoltre, il giovane difensore avrebbe maggior tempo per adattarsi alla nuova realtà; viceversa, sarà costretto a essere subito protagonista, in un trio nel quale il più esperto (Mancini) avrebbe soltanto tre campionati di A alle spalle. Cosa abbastanza rischiosa in una piazza come Roma, per ambizioni completamente differente da Verona.

“Gli attaccanti contro di lui non segnavano mai”

Con me gioca chi merita, non guardo la carta d'identità. L'ho fatto giocare titolare dalla prima giornata perché in ritiro gli attaccanti contro di lui non segnavano mai”, disse Juric poco dopo l'inizio della stagione. La fiducia nutrita nel giovane difensore è stata ampiamente ripagata. Venticinque presenze in campionato e un gol, contro la Sampdoria di Di Francesco, grazie al quale è diventato il primo difensore classe 2000 a segnare in uno dei cinque maggiori tornei europei. “È più difficile parlare al microfono che fare gol”, disse nelle interviste postpartita: segno che, alle parole, preferisce i fatti. Tra i tanti pro, la nota negativa è rappresentata da qualche infortunio di troppo: due anni fa è rimasto a lungo fuori per un problema alla coscia sinistra; in questa stagione si è stirato due volte il bicipite femorale della gamba destra, saltando tre partite a novembre e cinque nel finale di campionato.

Con le sue ottime prestazioni si è guadagnato l'interesse dei principali club italiani. Su di lui aveva fatto un sondaggio la Juventus, puntando forse anche sul fatto che nella camera di Kumbulla, qualche anno fa, c'era il poster del suo idolo Chiellini. Poi il Napoli, che ha ripiegato sul compagno di squadra Rrhamani. Nell'ultimo mese sembrava fatta prima per il suo passaggio alla Lazio e successivamente per il trasferimento all'Inter. Alla fine, l'ha spuntata la Roma.