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Ecco Garcia, la Roma in “salsa” francese

Dopo la scommessa spagnola e la puntata boema, ecco arrivare a Roma il francese dalla ‘faccia sporca’, al secolo Rudi Garcia. Per i non addetti ai lavori, chi volesse sapere qualcosa del neoallenatore giallorosso dovrebbe affidarsi...

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Dopo la scommessa spagnola e la puntata boema, ecco arrivare a Roma il francese dalla 'faccia sporca', al secolo Rudi Garcia. Per i non addetti ai lavori, chi volesse sapere qualcosa del neoallenatore giallorosso dovrebbe affidarsi alla rete o a 'informatori' d'eccezione come Carlo Ancelotti, che in questi giorni a fornito a chi gliene chiedeva indicazione riscontri positivi. Quaranta anni, francese di origine spagnola, un 2011 d'oro con il Lille: scudetto francese e Ligue1 nella stessa stagione. Dopo la Roma spagnola, ecco dunque la 'Magica' in salsa francese. Anche se, nonostante la carta d'identita', Garcia e' in realta' un allenatore di origini iberiche, dato che i suoi nonni originari dell'Andalusia scapparono in Francia ai tempi della dittatura franchista. Chi lo conosce bene lo definisce un tipo dalla 'mascella dura' (il profilo che Walter Sabatini andava cercando), ferreo nelle sue concezioni tattiche, ma con quel pizzico di fantasia che ne hanno sempre arricchito gli schemi, fossero essi il 4-3-3 o il 4-2-3-1 di spallettiana memoria.

Un tecnico di personalita' e di carattere, insomma, Rudi Garcia (tre figlie, tre lingue e una laurea in educazione fisica) anche se lui ha sempre rigettato il cliche' del 'Mourinho di Francia'. La sua carriera da calciatore racconta assai poco, se non che ha giocato a calcio tra gli anni '80 e '90 in diverse squadre francesi di scarso blasone. Esordisce come preparatore atletico nel Saint-Etienne, ruolo che ricopre per due stagioni prima di diventare prima il tattico della squadra e poi l'allenatore. A fine stagione 2002 lascia l'Etienne e va al Digione, portando la squadra della Borgogna alla promozione in Ligue1. Nel 2007 allena il Le Mans e chiude con un anonimo nono posto in classifica. Il salto vero e proprio arriva nel 2008: quell'anno Rudi rescinde il contratto e sceglie la panchina del Lille. L'inizio non e' dei piu' facili, visto che nel giugno del 2009 decide di lasciare il club per divergenze con il ds Thuilot Xavier. Poi su pressioni del presidente ci ripensa e sta li' la sua scommessa e la sua fortuna: nel 2011 conquista il suo primo titolo, battendo in finale di Coppa di Francia il Psg. Quel Lille l'anno dopo va anche oltre, vince lo scudetto e Garcia viene inserito al settimo posto dei migliori allenatori del mondo. Nel 2012 il 'miracolo' non si ripete ma il Lille chiude al 3/o posto che gli consente di accedere per la seconda volta alla Champions League. Dove pero' non ha mai superato la fase a gironi. Nella stagione appena conclusa il Lille ha chiuso al 6/o posto, fuori dalle coppe europee. Come la Roma che adesso andra' ad allenare. Il suo credo calcistico e' sulla falsariga del calcio spagnolo e dei suoi due maestri, Pep Guardiola e Rafa Benitez: possesso palla, fraseggio e gioco d'attacco.

Le sue squadre hanno sempre giocato con la difesa a quattro, con un centrocampo corto e aggressivo (con due mediani sara' interessante vedere se ci sara' spazio e futuro per De Rossi), 'cerniera' dietro ai quattro la' davanti che Rudi vuole in 'stile' zemaniano, con un centravanti-sponda (Destro?) e tre incursori di talento (Totti, Lamela, Pjanic?). Tra i motivi che hanno spinto Sabatini a scommettere su Rudi Garcia c'e' anche la sua predilezione verso i giovani, meglio ancora se di qualita'; una materia prima che a Trigoria certo non manca ma che ha finora ha sempre mostrato molte crepe. Professionale ma non integralista, educato ma non bacchettone, Garcia arriva a Roma circondato dai mille dubbi dei tifosi che di lui finora conoscono solo il divertente 'porompompero' con la chitarra e supercliccato su Youtube, anche dai rivali laziali.

Ansa