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E se Luis ripartisse da Totti, Borriello e…Borini?

(di Valerio Valeri) – A questa Roma manca il gol. Esclusa l’amichevole contro i “boscaioli” della Val Pusteria e il Sud Tirol, dal triangolare di Innsbruck fino a ieri pomeriggio, la squadra giallorossa è riuscita a segnare solo 4...

Redazione

"(di Valerio Valeri) - A questa Roma manca il gol. Esclusa l'amichevole contro i “boscaioli” della Val Pusteria e il Sud Tirol, dal triangolare di Innsbruck fino a ieri pomeriggio, la squadra giallorossa è riuscita a segnare solo 4 gol

(Caprari all'Innsbruck, Viviani al Vasas, Perrotta allo Slovan e De Rossi al Cagliari), di cui solo la metà in gare ufficiali. Un bel problema, evidenziato anche da Daniele De Rossi in mixed zone dopo la sconfitta con il Cagliari: “Non siamo concreti sotto porta”. Contro i sardi si è visto di nuovo tanto possesso palla – anche se profondamente diverso da quello visto nella doppia sfida di Europa League - , ma poche occasioni. Al contrario di Bratislava e soprattutto della gara di ritorno all' Olimpico, nel giorno dell'eliminazione e delle polemiche, quando Totti e compagni si erano presentati pericolosamente davanti alla porta slovacca numerose volte, spesso mancando la rete per un nulla (vedi Bojan due volte, Totti e Josè Angel).

"Ma ieri, invece, in più fasi del match si è avuta la sensazione che la Roma non fosse in grado di rendersi ostica. Non per il caldo e nemmeno per i dieci avversari sotto palla, ma per colpa di meccanismi non ancora oliati e soprattutto per quella che è sembrata una errata disposizione dei tre attaccanti. Fermo restando che pare complicata la convivenza di tre centravanti, di cui due puri (Bojan e Osvaldo) e un universale (Totti), ci si chiede come sia possibile arrivare al gol con Osvaldo che si muove largo a sinistra e ha il compito di saltare l'uomo, quando la sua prerogativa è sfruttare la linea difensiva per aggredire la profondità o anticipare il marcatore avventandosi sui cross dalle fasce. Oppure con il Capitano, che se sulla carta è la punta centrale, sul campo parte da centrocampo e fa il trequartista, limitando la sua pericolosità a calci piazzati o tiri da fuori. Infine con Bojan, che al di là di un suo periodo di poca lucidità (non salta mai l'uomo e i compagni lo cercano poco), va a prendersi il pallone a 40 metri dalla porta, lì dove i centrocampisti avversari possono accerchiarlo e renderlo innocuo, come successo sempre dall'inizio della stagione.

"A rendersi davvero pericolosi, contro il Cagliari, sono stati quelli che sono subentrati, ovvero Borriello e Borini. Il primo è andato a cercare gli spazi in mezzo ai centrali, ha sfiorato il gol pescato da un superbo cross di Totti e poi ha mancato l'aggancio solo davanti ad Agazzi, mostrando presenza e dinamismo. Il secondo ha palesato velocità, fiuto e carattere, bravo a tuffarsi con il destro sull'assist di Heinze, peccato per il netto fuorigioco dell'argentino. Insomma, la Roma ha dato la chiara idea di essere più pericolosa e presente in area avversaria con il tridente composto da Totti, Borriello e Borini, con il numero 10 ancora impiegato da trequartista, ma insieme a due elementi che si alternano come centravanti facendo profondità, dettando il passaggio e impegnando i centrali difensivi. Chissà se anche Luis Enrique ha notato queste dinamiche e se la sentirà, per la prima volta da quando è a Roma, di mettere da parte il suo pupillo Bojan per sperimentare l' “italiano d'Inghilterra” Borini: in fondo, tra i due, ci sono solo 7 mesi di differenza.