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E per due giorni Baldini scaldò il posto a Marotta

(di R.Renga – RadioRadio Blog) La Juve è di nuovo saldamente nelle mani degli Agnelli. Andrea è un ragazzo sveglio e che sa di calcio. Ma è un ragazzo e si chiama Agnelli, dunque istintivo come tutti i giovani e abituato a comandare: del...

Redazione

(di R.Renga - RadioRadio Blog) La Juve è di nuovo saldamente nelle mani degli Agnelli. Andrea è un ragazzo sveglio e che sa di calcio. Ma è un ragazzo e si chiama Agnelli, dunque istintivo come tutti i giovani e abituato a comandare: del resto è dalla culla che se lo sente dire.

Il suo atteggiamento piace ai tifosi, che si sentono ben rappresentati: non sempre, del resto, capita uno come l’Avvocato che, per farsi rispettare, bastava che si mostrasse. Non sono un tifoso, per cui ragiono in modo diverso. Mi sta bene che protesti per come è stata trattata in Calciopoli l’Inter; non mi sta bene che vada a richiedere uno scudetto che la giustizia sportiva (e quella ordinaria) hanno deciso che non appartenga alla Juve. Il mercato è stato schizofrenico e abbondante: 23 giocatori in due anni sono troppi perché si rintracci in un’operazione del genere un piano preciso. E’ anche vero, per completezza, che la Juve veniva dalla B e che alcuni campioni l’avevano abbandonata. Ragione per la quale qualche errore si può giustificare.

La Roma ha portato a termine un mercato come quello della Juve, ma non veniva dalla B e nessun campione l’aveva abbandonata. Vucinic e Menez, per via di eccessi teppistici, se ne volevano andare, ma si potevano comunque trattenere, volendolo. La squadra si poteva ringiovanire e rinfrescare con tre-quattro acquisti. Sarebbe nata una Roma in grado di ottenere risultati subito e che adesso si troverebbe più o meno sullo stesso piano della Juventus. Sirigu, Balzaretti, Palacio e, come ciliegina, Seedorf , avrebbero offerto qualità e fatto risparmiare.

Chi ha preso la decisione di rottamare la vecchia Roma, dai tecnici ai giocatori? Gli americani non erano in grado di giudicare. La banca può sapere di conti. Restano Baldini e Sabatini, che si son fatti prendere la mano. Baldini l’ha anche detto. Voleva fare una squadra diversa e mettere in panchina i bravissimi ragazzi della Primavera. E’ successo il contrario.

E il futuro? C’è un vuoto di potere a Trigoria. Perché manca la figura del presidente, uno alla Viola per intenderci, che sta dalla mattina alla sera in campo o dietro una scrivania. In attesa che si materializzi qualche fantasma (Pallotta, par di capire), penso che la Roma si debba affidare compiutamente a Baldini, che ora vive a Roma e deve dimostrarci di che pasta è fatto, risollevando la squadra, chiudendo in una stanza quanti cercano strade personali, facendo più il presidente che il direttore. Pochi ricordano (o sanno) che Baldini, protagonista di storici round con la Juve, per due giorni ha fatto anche il dirigente bianconero. Venne convocato e invitato a sedersi in società. Andò, ascoltò e chiese 48 ore di tempo. Ci pensò, provò a immaginarsi con la maglia della Juve e che era stata di Moggi, non ci si vide e disse: no, grazie, aspetto la Roma.