Dzeko, Mkhitaryan, Pedro. Leader tecnici, costosi ma carismatici, incappati in una stagione complicata. Tra le prime missioni di Josè Mourinho ci sarà certamente quella di considerare nel dettaglio la posizione dei tre senatori della Roma, che hanno situazioni tra loro diverse eppure legate da un filo molto sottile.
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Dzeko-Mkhitaryan-Pedro: la Roma aspetta, decisivi i colloqui con Mourinho
Nelle ultime settimane tre senatori giallorossi hanno mostrato la loro importanza e qualità: starà allo Special One valutarne le situazioni e capire quanto avranno da dare al suo progetto.
La mossa della società di puntare sullo Special One non è passata inosservata, soprattutto per Edin: "E' stato scelto il migliore che si poteva scegliere". Una dichiarazione di intenti, quella del bosniaco, rivitalizzato dall'addio del "nemico" Fonseca e intrigato dall'impatto che Mou potrebbe avere sul mondo giallorosso. Il portoghese lo stima da anni, Edin ha un altro anno di contratto a 7,5 milioni netti a stagione. Una dote pesante che lo rende difficile da piazzare sul mercato , considerati i 35 anni di età. Ecco che allora un'eventuale permanenza, accompagnata dall'arrivo di un altro bomber nella prossima a estate, andrebbe ad impreziosire una rosa che ha bisogno della sua esperienza e della sua qualità. Un impatto tecnico ed emotivo ancora mostrato con chiarezza sul campo.
Anche Mkhitaryan ha ripreso a carburare nelle ultime settimane: 3 gol consecutivi in Serie A, toccata quota 12 in Serie A. Mai in uno dei top campionati europei l'armeno aveva segnato così tanto. Impossibile non pensare che un giocatore così importante non possa far comodo alla Roma del futuro, ma lo scontro frontale con Mourinho durante l'esperienza allo United è una ferita ancora aperta. L'opzione di rinnovo non ancora esercitata fa capire che il giocatore resta incerto. La situazione è chiara: dovranno parlarsi e provare ad arrivare ad un'intesa. Anche perché il futuro è tutto nelle mani del centrocampista, che non ha mai nascosto di essere innamorato della città. Raiola non farà alcun tipo di pressione ad uno dei pochi assistiti che ha carta bianca. Sarà una questione di programmi, di obiettivi. E di soldi, naturalmente.
Infine, c'è Pedro. Da crack a desaparecido, tra infortuni e qualche malumore di troppo. Poi, la perla nel derby. Un capolavoro estemporaneo, come un artista che improvvisamente ritrova un magico legame con il pennello. E un gol che soprattutto fa aprire gli occhi: nonostante le difficoltà, a quella qualità e a una bacheca da 25 trofei non si rinuncia a cuor leggero. Specialmente per una Roma che ha un disperato bisogno di imparare come si fa. Con Mourinho lo spagnolo ha già lavorato ai tempi del Chelsea, c'era stato buon feeling. Una base su cui costruire ancora qualcosa di importante, stavolta nella Capitale.
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