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Dzeko-Mayoral, l’unione non fa la forza: negli ultimi anni con due punte la Roma non fa gol

LaPresse

Il rapporto tra il bosniaco e lo spagnolo è molto simile a quello che il numero nove aveva con Kalinic. Nella gestione Fonseca i giallorossi non hanno mai segnato con due attaccanti in campo

Paolo Franzino

Dzeko e Mayoral come Rivera e Mazzola, Fonseca come Valcareggi. Con tutte le dovute e rispettose differenze c'è un po' di Italia anni '70 nella Roma di oggi, capace di segnare 64 reti tra campionato e coppe, ma di dimenticare come si arriva alla porta avversaria quando in campo vengono schierati contemporaneamente due attaccanti “veri”. Ed ecco che la migliore soluzione sembra essere proprio la staffetta, simbolo della Nazionale che conquistò il secondo posto del Mondiale messicano, regalandoci la partita del secolo contro la Germania.

Quello tra Dzeko e i suoi vice è un rapporto complicato a livello calcistico. Totti era l'unico in grado di coesistere con il bosniaco, ma con i contemporanei infortuni dei due attaccanti nell'ultima parte dell'era Garcia e le convinzioni di Spalletti, non ha mai avuto modo di farlo vedere se non in qualche raro momento. In seguito, la coppia fra Edin e Schick fu presto bocciata sia da Di Francesco che da Ranieri, mentre con Fonseca c'è stato il precedente di Kalinic, che accanto a Dzeko ha giocato poco (72' divisi in 6 partite, cinque di queste con i giallorossi proiettati in avanti alla ricerca di un pari o del vantaggio) e quando è successo la Roma non ha mai segnato. Una costante del biennio Fonseca, visto che la sua squadra, con due attaccanti insieme, non è ancora riuscita a realizzare un gol.

Dzeko-Mayoral, coppa gol solo in teoria

La storia si sta ripetendo con Mayoral. Per caratteristiche i due potrebbero giocare insieme: Dzeko è un calciatore che svaria su tutto il fronte d'attacco, mentre Mayoral è un attaccante più verticale e interessato a correre verso la porta. Eppure nei 19 minuti con la Lazio e nei 32 contro il Benevento in cui i due hanno avuto modo di interagire, la Roma non ha segnato.

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Contro i sanniti, dopo l'ingresso di Dzeko, Mayoral non è più riuscito ad arrivare al tiro e ha fatto fatica addirittura a toccare il pallone, peggiorando anche nei numeri la sua già poco positiva prestazione. L'impressione è che negli anni della Serie A Dzeko si sia abituato a fare reparto da solo, dialogando maggiormente con trequartisti ed esterni (i vari Nainggolan, Salah, El Shaarawy, Zaniolo, Mkhitaryan, Pedro) che con un attaccante vero come Grafite o Aguero, con i quali fece le fortune rispettivamente di Wolfsburg e Manchester City. E inoltre Mayoral non ha tanta esperienza da seconda punta, come lui stesso ha dichiarato dopo il Braga: “Insieme a Benzema ho giocato poco, forse due partite”.

Le due punte non convincono Fonseca

Fonseca ha abbandonato le due punte nel 2016, dopo il trasferimento dal Braga allo Shakhtar, dove l'attaccante (Ferreyra o Moraes) ha sempre ricevuto il sostegno di un trequartista puro (Taison) piuttosto che di una seconda punta. Anche nella capitale il tecnico ha mostrato una preferenza nell'intasare la trequarti più che l'attacco, prima attraverso il 4-2-3-1, poi con le discese del mediano Veretout, in seguito al passaggio alla difesa a tre, e infine a parole. “La squadra non è pronta per giocare così”, ha detto il Fonseca dopo il ko con la Juventus. I fatti, per ora, lo stanno dimostrando.