Prima leader, poi ai margini, poi ancora trascinatore. Dzeko prende per mano la Roma e la conduce a una storica semifinale di Europa League rimandando, almeno per il momento, ogni discorso legato al mercato. E' stato chiaro ieri sera il bosniaco: "E' difficile pensare ora al prossimo anno, abbiamo una semifinale e altre 8 partite, poi si vedrà". Segnale di come, oltre all'ennesimo record personale raggiunto in giallorosso (30 reti in Europa con una squadra italiana, c'erano riusciti prima di lui solo Del Piero, Inzaghi e Schevchenko), nella testa di Edin ora ci sia solo quel trofeo tanto inseguito e mai raggiunto dal suo arrivo in una città di cui, assieme alla famiglia, resta perdutamente innamorato.
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Dzeko, il mercato può attendere: la rinascita per la Roma può valere una finale
Il bosniaco trascina la Roma alla semifinale di Europa League: nella Roma del futuro può esserci ancora spazio per lui
Con Dzeko, inutile negarlo, la Roma acquisisce un'altra dimensione. C'è stato sempre il bosniaco a timbrare il cartellino nelle ultime campagne europee, su tutte la straordinaria cavalcata fino alla semifinale di Champions League della stagione 2017/18. E quello score contro il Manchester United (7 reti su 9 incroci) lo elegge di diritto a talismano per la doppia sfida con i Red Devils.
Cessione Dzeko: da Vlahovic a Zapata, tutti i profili
Eppure Dzeko, nelle ultime stagioni, è stato più volte a un passo dal lasciare Trigoria. Un destino che fino a qualche settimana fa sembrava scritto e che ora non è più così scontato. Molteplici le motivazioni, su tutte il pesantissimo contratto da 7,5 milioni netti a stagione che associato ai suoi 35 anni lo rende fuori da qualunque parametro in mercato pesantemente condizionato dal Covid. Ma resta anche la sensazione che non sia affatto scontato costruire una Roma più forte senza di lui.
Tra i profili sondati da Tiago Pinto è in netto vantaggio Belotti, centravanti della Nazionale che non ha mai assaggiato, salvo in un preliminare, il palcoscenico europeo. Stesso discorso per Vlahovic, Scamacca e Gouiri. Qualche apparizione in Champions ed Europa League con il Celtic per Edouard, molte di più quelle di Duvan Zapata che però è una suggestione destinata a rimanere tale visti i costi improponibili. Scambiare la freschezza e la futuribilità per il respiro internazionale, insomma, potrebbe non essere una buona idea.
Dzeko e Fonseca uniti per la finale di Europa League
Dzeko può restare, si diceva. Si apre allora la strada dell'Edin maestro zen della prossima punta che sbarcherà nella Capitale. Anche perché il bosniaco dopo il mal di pancia iniziale ha assimilato piuttosto bene la staffetta con Mayoral e un attacco con tre centravanti, in un calcio dai ritmi così serrati, è diventato necessario. E un curriculum da 117 gol e 52 assist in 252 presenze resta impossibile da ignorare, anche per una Roma che punta a ringiovanirsi e ad abbassare il tetto ingaggi.
Lo scenario è concreto, specie in caso di separazione a fine stagione tra il club e Fonseca. Fra il tecnico e il bomber, dopo i forti scontri, si è tornati ad una situazione di quieta convivenza. Troppo poco per immaginarli ancora insieme nello stesso contesto, ma abbastanza per trascinare la Roma con il Manchester United. Il futuro, almeno per ora, lascia spazio ai sogni.
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