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Dzeko e Zaniolo, “friendzonati” e arrabbiati: Inter-Roma è una questione di cuore

LaPresse

Venerdì a San Siro per loro sarà una doppia sfida, dopo che i nerazzurri hanno deciso di non puntarci

Valerio Salviani

Cercarsi, ma non trovarsi. Aversi, e non amarsi. La storia sportiva di Edin Dzeko e Nicolò Zaniolo è scandita per entrambi da un bacio che l’Inter ha preferito dargli sulla guancia. “Sei bello, ma possiamo essere solo amici”. Come si dice oggi, una “friendzone” che ha portato all’amore altrove. A Roma, per la precisione. Nel caso di Zaniolo il luogo dove esplodere come miglior talento italiano. Nel caso di Dzeko, dove ritrovarsi dopo una piccola sbandata estiva. Venerdì, a San Siro contro i nerazzurri, vestiranno la 9 e la 22 giallorossa con l’unico obiettivo di farsi rimpiangere.

MI PIACI, MA NON TROPPO – Quest’estate, a un certo punto, il passaggio di Dzeko all’Inter sembrava solo questione di tempo. Il suo agente Silvano Martina mediava con i nerazzurri, che però non erano disposti a pagare i 20 milioni richiesti dalla Roma. Il bosniaco, già convinto da Conte che lo immaginava in coppia con Lukaku, aveva comunicato la sua volontà di partire ai giallorossi. Il neo ds Petrachi però, aveva un’idea diversa: “Uno si sveglia al mattino e decide che vuole andare. Se un giocatore non vuol più stare alla Roma deve prima presentarsi con l’offerta giusta da parte della squadra che lo vuole. Poi può andare”. L’offerta giusta a Trigoria non è mai arrivata. Troppo alta per un giocatore di 33 anni, secondo l’Inter. Un atteggiamento che a Dzeko non è piaciuto. Edin si sente (è) ancora uno degli attaccanti più importanti in Italia e in Europa (lo pensa anche Antonio Conte). E la Roma, che dal primo giorno di Fonseca, ha pianificato una squadra che poggiasse su di lui, alla fine è stata poi una scelta naturale. Venerdì, febbre permettendo, avrà il dente più avvelenato del solito. Contro i nerazzurri per lui quattro assist e due reti realizzate, nessuna a San Siro. Un altro tabù da sfatare.

RIVINCITA - Zaniolo è il rimpianto più grande. Tutti a Milano sanno di aver commesso un errore. Erano altri tempi, c’erano altri protagonisti. Oggi nessun tifoso nerazzurro nasconde l’amarezza. L’Inter aveva creduto in lui prendendolo dall’Entella, ma lo ha lasciato partire dopo solo un anno sedotta dall’occasione Nainggolan. Un colpo per Nicolò, che pensava di poter diventare presto uno degli artefici del Rinascimento nerazzurro. Col senno del poi, alla Pinetina si sono cosparsi il capo di cenere. E hanno imparato dagli errori, blindando il baby Esposito, richiesto proprio dai giallorossi in estate come parziale pedina di scambio per Dzeko. Zaniolo però non ha dimenticato. Quel giallo preso contro il Brescia, che ha fatto scattare la squalifica, ha dato l’impressione di essere cercato. Impossibile perdersi la partita della rivincita. Venerdì sarà in campo, pronto a rovinare la festa degli uomini di Conte, da domenica felicemente al primo posto in classifica. Quel Conte che poteva andare ai giallorossi, ma che ha scelto l’Inter perché “più pronta a vincere”. Forse è vero, ma sarà un altro dei motivi che per ricordare a chi ha detto “no” che la cosa più bella di Milano resta sempre il treno per Roma.