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Dzeko, ancora un gol. Per la Roma e per la storia

Contro il Chievo il bosniaco ha toccato quota 72 reti: con un'altra migliorerebbe i numeri dei tempi del City. E i tifosi sperano già mercoledì

Marco Prestisimone

Non fermarti proprio ora. È questo quello che chiedono i tifosi ad Edin Dzeko, trascinatore per eccellenza della Roma targata Di Francesco. I mugugni del post-Atletico di inizio stagione (“Tocco pochi palloni, Salah e Totti non ci sono più e Nainggolan è lontano”) sono un ricordo sbiadito. Il bosniaco a suon di gol è diventato irrinunciabile per il tecnico, che pure non gli ha trovato, tra infortuni e difficoltà d’ambientamento di Defrel e Schick, una valida alternativa.

Ma se Dzeko è il terzo calciatore più impiegato della Roma (meglio di lui solo Alisson e Kolarov) è perché mai come quest’anno è stato decisivo. A molti scettici i 39 gol della scorsa stagione non erano bastati: “Segna solo con le piccole” è stata solo una delle critiche a cui ha dovuto far fronte dal suo arrivo. Niente a che vedere, però, con quelle del primo anno.

KILLER – Contro il Chievo sono arrivati i gol numero 71 e 72 in 135 partite (23 in questa stagione), tanti quanti quelli segnati al Manchester City in quattro anni e mezzo. Con un altro gol, la Roma diventerebbe la seconda squadra a livello di marcature: inarrivabile, almeno per il momento, il Wolfsburg con 85.

Inter, Milan e Napoli in campionato. Ma soprattutto Qarabag, Chelsea, Shakhtar e i due contro il Barcellona. Dzeko ha fisiologicamente perso la media gol della scorsa stagione ma ha alzato il livello nelle partite decisive. Con la doppietta al San Paolo ha rialzato la squadra nel momento più difficile; contro il Barcellona ha prima acceso la miccia della speranza al Camp Nou, poi all’Olimpico ha dato via all’incendio con l’1-0 e procurandosi il rigore trasformato da De Rossi.

ILLUSIONE – C’è una cosa di cui i tifosi dovranno essere grati alla Roma di quest’anno: l’illusione di potercela fare. Le batoste europee sono dimenticate. Nella gestione di Di Francesco la Roma ha sempre dato la sensazione di poter fare risultato su qualsiasi campo: l’ha fatto a Stamford Bridge e in parte anche a Madrid contro l’Atletico. Ma soprattutto dopo il pesante 4-1 di Barcellona e dopo il 5-2 di Anfield. Risultati che avrebbero affossato tanti, forse quasi tutti. “Chi non ci crede resti a casa”, è stato il monito di Di Francesco. E così il Liverpool all’Olimpico troverà una bolgia. L’attenzione di Klopp, però, sarà soprattutto per Robin Hood Dzeko, che ha tutta la voglia di mettere la firma su un’altra impresa e portare la Roma a Kiev, in quello che diventerebbe il percorso Champions più incredibile della storia. Decisivo, come sempre. Tanto ormai sa come si fa.