Tristezza e amarezza, alzi la mano chi non ha provato queste sensazioni ieri quando Paulo Dybala è apparso a Ciampino in stampelle e con la voce bassa. Così diversa dagli urli in campo contro il Porto e dai sorrisi per una forma ritrovata a inizio 2025. Tra domande da scongiuri, celebrazioni e tanta corsa anche per i compagni, la Joya si è spenta e ora dovrà lavorare duro per riaccendersi. Perché i tempi di recupero sono un'incognita. C'è chi parla di agosto, chi di settembre, chi addirittura di novembre o dicembre. "Proprio non lo so...", dice malinconico Dybala che anche in questa stagione è stato il faro di una Roma non brillante. Perchè i numeri delle vittorie senza Paulo sono più che mai da contestualizzare. In questa stagione i giallorossi hanno vinto, senza Paulo, contro Venezia, Parma ed Empoli. Tutte vittorie sofferte: la prima nel 2-1 immeritato con Juric, la seconda per 0-1 in 10 contro 11 per un'ora, la terza sempre per 0-1 con una marea di occasioni buttate al vento dagli attaccanti. Peraltro con tre squadre in piena lotta salvezza. La verità è sempre la stessa: "C'è una Roma con e senza Dybala". O pensate che la Roma avrebbe vinto col Porto e Lazio o pareggiato col Milan senza la Joya? E ci dovremmo abituare a lungo a vederla senza sperando che Soulè e Baldanzi possano davvero sbocciare e che Pellegrini torni a un rendimento quanto meno normale. Nel frattempo bisogna pensare a come sostituire davvero Dybala anche la prossima stagione, perché sperare di fargli giocare a quei livelli tutte le partite è ormai pura utopia come lo era stata con Mourinho e De Rossi. Nico Paz, Paixao? Già sarebbe un buon inizio.
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Dybala, dalla Joya alla tristezza. E i numeri mentono…
"C'è una Roma con e senza Dybala". O pensate che avrebbe vinto col Porto e Lazio o pareggiato col Milan senza la Joya?
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