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Dybala, così non basta: Ranieri chiama, ora deve rispondere presente

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La Joya quest'anno non incide e, dopo l'entusiasmo dei tifosi per il suo no al calcio arabo, comincia a dividere l'ambiente: non è da escludere una possibile partenza già a gennaio
Redazione

A Napoli, nello stadio intitolato al suo idolo, ha giocato poco più di due minuti (escluso il recupero). Una scelta, quella di Ranieri, dettata dai soliti problemi fisici con cui l'argentino convive da anni. Paulo Dybala dovrebbe essere il perno, la luce alla quale affidarsi in questo momento complicato, ma finora in stagione ha giocato 90 minuti solamente una volta su 16 partite (addirittura il 25 agosto, con l'Empoli all'Olimpico). In mezzo, tante prestazioni da 6 politico in cui è uscito prima o è entrato in corsa quasi al fischio finale, per doloretti, fastidi o problemini di diverso genere. Spesso per 'precauzione', come ha spiegato chiaramente Ranieri che ha detto senza filtri che è un giocatore che 'va aiutato'. Proprio il tecnico romano, che si è esposto, durante il colloquio con Dan Friedkin a Londra, sicuro di trovare nell'argentino un appoggio e un aiuto valido per questa Roma 'malata', dicendo che lo avrebbe impiegato ogni volta che ne avesse avuto necessità senza interessarsi delle questioni contrattuali, si è accorto che deve fare i conti con una realtà un po' diversa. Dybala fino ad oggi ha giocato 537 minuti, tra campionato e coppa, e saltato 4 partite.  Nessuno mette in dubbio la sua qualità (i suoi gol nella cavalcata europea del 2023 rimangono indelebili, anche se ora sembra di parlare di 10-15 anni fa), ma adesso la Roma ha bisogno di uscire dalla palude, di allontanare i brutti sogni di una zona retrocessione a 3 punti di distanza e di risalire anche in Europa League. Per farlo ha bisogno dei campioni come Paulo. Senza fastidi, doloretti o assenze "precauzionali" come quella con il Venezia.

La peggior partenza da quando è a Roma

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Due gol (1 su rigore contro l'Udinese) ma soprattutto zero assist, numeri quasi incredibili per uno come lui. E infatti da quando gioca in Serie A (2014-15) gli era successo solamente un'altra volta: nella stagione 2020-21 quando con la maglia della Juventus cercava ancora di trovare il suo equilibrio nella convivenza con Cristiano Ronaldo - oltre a fare i conti con un infortunio al legamento che lo tenne fuori 18 partite. Da quando è a Roma, invece, la Joya ha sempre iniziato forte: 7 gol e 2 assist nel 2022, 3 gol e 4 assist nel 2023. Mentre quest'anno i problemi tattici, la confusione causata dal via vai di allenatori e i soliti problemini fisici lo hanno fortemente limitato nonostante continui a essere un top: in Serie A, tra i pari ruolo, solamente Lookman e Conceição hanno più expected assist di lui (0,31 ogni 90 minuti).

Il nodo rinnovo e il possibile addio a gennaio

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"Ci sono stati dei cambiamenti. Ora preferiamo non prendere giocatori in prestito con stipendi elevati. Il costo annuale di Koné è inferiore del prestito di Renato Sanches della passata stagione poiché è stato ammortizzato in 5 anni. Continueremo con questa strategia". Queste le parole pronunciate dal ds Florent Ghisolfi una settimana fa. È evidente che il piano della Roma preveda l'abbassamento del monte ingaggi e l'acquisto di giocatori di prospettiva (più appetibili se l'obiettivo è fare plusvalenze) e anche per questo l'avventura di Dybala sembra vicina al termine: il rinnovo automatico (che scatterebbe con altre 7 partite da almeno 45 minuti) obbligherebbe il club a sborsare altri 15 milioni lordi (7 netti + 2 di bonus). Il momento della Roma è delicato, addirittura più in campo che a livello dirigenziale, e la società non può permettersi di spendere così tanto per un giocatore che finora ha giocato e soprattutto inciso meno di quanto in molti si sarebbero aspettati. I club arabi rimangono alla porta (probabilmente non se ne sono mai andati) e la Joya potrebbe davvero salutare un ambiente che, a pochi mesi di distanza dalla festa dei tifosi sotto casa, inizia anche ad additarlo come uno dei colpevoli.