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Due anni di Sabatini: top 11 e flop 11 del “dirigente feroce”

(di Alessio Nardo) Trentatre. Non è una cifra a caso. Corrisponde al numero complessivo di giocatori acquistati da Walter Sabatini dal giugno del 2011. Ossia, da quando il dirigente umbro è ufficialmente al comando della direzione sportiva...

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(di Alessio Nardo) Trentatre. Non è una cifra a caso. Corrisponde al numero complessivo di giocatori acquistati da Walter Sabatini dal giugno del 2011. Ossia, da quando il dirigente umbro è ufficialmente al comando della direzione sportiva giallorossa. Cinque sessioni di mercato: tre estive e due invernali. Tredici elementi ingaggiati nel 2011, undici nel 2012, nove nel 2013. Cinque portieri, sei difensori centrali, quattro terzini destri, due terzini sinistri, sette centrocampisti, nove attaccanti. Senza contare i quattro allenatori, tre di questi scelti assieme all'ex socio Franco Baldini. Una mole di lavoro enorme, che solo ora sta producendo qualche risultato concreto. Ci siamo divertiti a stilare due formazioni: top 11 e flop 11 relative al biennio sabatiniano. In attesa di nuovi colpi ed imminenti botti, previsti (ci auguriamo) per il prossimo mercato invernale.

TOP 11 (4-2-3-1)

"DE SANCTIS

"BENATIA                                         MARQUINHOS

"MAICON                                                                                                                                        CASTAN

"PJANIC                    STROOTMAN

"LAMELA                               LJAJIC                                GERVINHO

"DESTRO

Due dati saltano subito agli occhi. Il primo: nove undicesimi di questa formazione fanno parte della Roma capolista di Rudi Garcia. Il secondo: sei undicesimi della stessa sono stati acquistati nell'ultima sessione di mercato. In sostanza, l'intera campagna acquisti dell'estate 2013 "entra" nella top 11, eccezion fatta per i giovani Skorupski e Jedvaj. Un messaggio chiaro. Stop, dal 26 maggio in poi, alla nave scuola, alla sperimentazione, al progetto "asilo nido". Ora si punta forte su elementi di grande esperienza e personalità, alcuni di essi giunti ormai quasi al capolinea, ma ancora in grado (per due o tre stagioni) di fornire risposte importanti sul campo. Superfluo ricordare l'importanza d'innesti del calibro di De Sanctis e Maicon. Per non parlare di Benatia e Strootman, giovani sì, ma già fatti e pronti. Indiscutibile anche la qualità di gente come Ljajic e Gervinho. Pjanic è l'unico superstite della primissima campagna acquisti sabatiniana, oltre ovviamente all'ex Erik Lamela, venduto a peso d'oro in estate al pari di Marquinhos. Circa sessanta milioni ricavati da due cessioni eccellenti. Resta il rammarico per aver visto partire due fantastici gioielli. Ma di ciò non si può certo incolpare Sabatini, semmai abilissimo nel perfezionare due maxi plusvalenze. La top 11 elencata qui sopra, tuttavia, smentisce lo stesso Walter. Che due anni fa, presentandosi a Trigoria, disse: "Non sono l'uomo dei campioni, se mi hanno scelto è per puntare sui giovani". No, non è vero. Anche Sabatini può fare il Galliani, il Marotta. E prendere giocatori veri, tosti, esperti e vincenti. Che continui a farlo, sin da gennaio 2014.

FLOP 11 (4-3-3)

"GOICOECHEA

"NEGO                                                             KJAER

"PIRIS                                                                                                                                   JOSE' ANGEL

"TACHTSIDIS

"BRADLEY                                                                     LUCCA

"BOJAN                    TALLO             NICO LOPEZ

Note dolenti, amare, tristi. Errori che la Roma ha pagato a caro prezzo durante il primo biennio a stelle e strisce. Sbaglia solo chi lavora (e chi ci prova). Ok, concetto chiaro. Ma Sabatini ha forse un po' esagerato. Tante, troppe operazioni portate a termine in due anni. Strategie poco chiare e ragionate, talvolta confusionarie. Il risultato è la flop 11 che abbiamo stilato, anche se Walter non è l'unico colpevole. Anzi. Molti acquisti grotteschi portano in calce la firma degli allenatori. I fratellini spagnoli Bojan e José Angel vennero espressamente richiesti da Luis Enrique. Gioielli? Talenti? Promesse? Macché. Lampanti fallimenti. L'ex Barça ha deluso anche successivamente (al Milan) per poi essere sbolognato all'Ajax. L'impacciato e goffo terzino sinistro oggi fa la riserva nella Real Sociedad. Poi? Altre due perle: Goicoechea e Tachtsidis. Voluti, non si sa bene perché, da Zdenek Zeman. Portiere tecnicamente inadeguato il primo, regista lento e timido il secondo. Dell'uruguagio si son perse le tracce, mentre il greco fatica ad imporsi a Catania. Gli errori autografati esclusivamente da Sabatini non mancano. Così come i misteri. Perché andare a pescare tal Ivan Piris, mediocre terzino paraguaiano, dal semisconosciuto Deportivo Maldonado? E perché puntare su tre giovani incognite sparite più o meno nel nulla (Loic Nego, terzino francese del '91, Jonatan Lucca, centrocampista brasiliano del '94, e Gadji Tallo, attaccante ivoriano del '92 oggi all'Ajaccio, in Ligue 1)?. La fulgida promessa Nico Lopez si è tramutata in oggetto misterioso anche ad Udine, mentre Simon Kjaer, archiviate le pessime esperienze con Roma e Wolfsburg, sta tentando di rilanciarsi nel Lille. Michael Bradley è l'unico elemento di quest'undici fittizio a far parte dell'attuale Roma. Calciatore generoso ma anonimo, la cui presenza a Trigoria è dovuta essenzialmente al luogo di nascita.