Gianni Dragoni de “Il Sole 24ore” intervenuto a Centro Suono sport nella trasmissione Febbre a 90, dice la sua sulla vicenda Fioranelli e sui possibili scenari che potrebbero aprirsi riguardo la vendita dell’A.S. Roma.
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Dragoni: "Fioranelli? All'epoca già non si capiva dove potessero prendere tutti quei soldi"
Gianni Dragoni de “Il Sole 24ore” intervenuto a Centro Suono sport nella trasmissione Febbre a 90, dice la sua sulla vicenda Fioranelli e sui possibili scenari che potrebbero aprirsi riguardo la vendita dell’A.S. Roma.
Cosa pensa di quanto sta accadendo a Fioranelli e Flick? Beh, l’avevo già detto a suo tempo. All’epoca c’erano già dei dubbi, sulla loro trasparenza. Non si riusciva a capire da dove potessero prendere tutti quei soldi e alla fine la verità è emersa.
Su “il Sole24ore” in questi giorni non è comparso quasi nulla sulla questione societaria dell’A.S. Roma.
E’ cosi. Di fronte a questa partenza per New York abbiamo ritenuto che si rimanesse nel campo delle voci, non ci fosse nulla da riferire, abbiamo seguito, ma non abbiamo scritto.
Il fatto che sia Unicredit che va a New York e non il contrario, appare strano. Quali sono secondo te le intenzioni della banca? Personalmente ritengo che nell’ipotesi di un’offerta di questi investitori americani, Unicredit potrebbe mantenere una quota. Onestamente non so se per costruire una vera e propria cordata o perché l’offerta non sia tale da ottenere un incasso che soddisfi la banca; la stessa Unicredit quindi tramite un piano di valorizzare della Roma da parte degli acquirenti, potrebbe contare di rivendere quella stessa quota ad un prezzo più alto.
Secondo te il fatto che la banca possa comunque mantenere una quota all’interno della società che tipo di segnale è?
E’ il segnale che le risorse degli acquirenti possono essere insufficienti, da soli non arrivano a coprire tutto il capitale, ma sicuramente non è un segnale positivo.
Un dato di fatto è che tra gli interlocutori di UniCredit c’è anche l’avv. Cappelli,il quale fa parte del consiglio di amministrazione. Questa presenza non deve essere nota alla Consob? Non necessariamente. Nella finanza per esempio succede spesso. Questo però non significa che se vengono fatti certi passi che hanno effetto sulle azioni in borsa, queste non debbano essere segnalate. Sicuramente su tutta questa vicenda l’informazione è carente ,in ogni comunicato si parla in maniera generica. C’è poca informazione e troppe voci.
Nel caso la trattativa con gli americani andasse in porto, sarebbe la prima volta che degli acquirenti stranieri investono nel calcio italiano ad alti livelli. Si. Penso però che a differenza del calcio inglese ci sia una scarsa fiducia nel funzionamento del mercato italiano. Il nostro calcio è un mondo poco trasparente, dove si aggirano personaggi discutibili.
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