Ieri sera, nel post-partita Ranieri ha ribadito che "con Dovbyk dobbiamo ancora lavorare e lui deve salire di condizione. È stato prima male, poi influenzato, lasciatelo crescere e vedrete che ci darà buone soddisfazioni", e a Roma se lo augurano tutti dato che i suoi gol mancano come l'ossigeno ad una squadra che sta annaspando nella parte bassa di classifica. L'ultima rete risale al 3 novembre, nella tragica trasferta di Verona, quando sulla panchina sedeva ancora Ivan Juric, e da lì in poi l'ucraino è stato quasi impalpabile a causa anche di diversi problemi fisici come quello al ginocchio (per il quale si sta sottoponendo a cure specifiche).
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Dovbyk, serve un reset: il paragone con Lukaku e Abraham è impietoso
Numeri horror: rendimento dimezzato rispetto a Lukaku
—La "cura" Ranieri con l'ucraino non sta funzionando: nonostante il gioco di Claudio esalti solitamente dei nove in grado di calamitare i palloni lunghi e buttarsi nello spazio per ricevere cross o imbucate, Artem finora è andato vicino al gol solo col Tottenham. Anche il confronto con gli ultimi centravanti della Roma al primo anno è impietoso: a questo punto della stagione, tra campionato e coppa, Lukaku era a quota 12 gol e 2 assist e Abraham a 10 gol e 2 assist, mentre l'ex Girona per ora è fermo a 6 gol e 2 assist. E, al netto di una squadra che ancora non lo serve con regolarità e precisione, i numeri dell'ucraino rispetto agli altri attaccanti della Serie A sono abbastanza preoccupanti: è 23esimo per gol ogni 90' (4 totali con 5.1 expected goal), 17esimo per percentuale realizzativa (16,7%), 26esimo per expected assist (0.39 ogni 90') e 34esimo per duelli vinti (24,6%). In compenso Jonathan David - che per diverse settimane estive è stato il più cercato dalla Roma prima che Ghisolfi virasse su Dovbyk - in Ligue 1 sta continuando ad incantare con la maglia del Lille: in Francia è primo sia per gol ogni 90' (11 totali con 9.2 xG) che per percentuale realizzativa (35.5%). Pochi mesi fa era atterrato a Roma come il Pichichi della Liga e un nove in grado di giocare con i compagni, ma finora - complici i 3 cambi in panchina - non si è visto niente del genere.
Un robot? A Roma servono i gladiatori
—Com'era? Dovbyk "The Machine"? Beh, quel che è certo è che ora c'è bisogno di un reset, sia fisico che mentale. Alla Roma mancano i suoi gol, il suo peso offensivo e la cattiveria sotto porta, insomma... un vero centravanti in grado di buttare il pallone dentro in qualsiasi modo e di far salire la squadra - tutto ciò che è mancato ieri al Sinigaglia. Tutti gli attaccanti passano attraverso periodi più o meno bui, soprattutto se sono costretti a giocare per mancanza di sostituti all'altezza, ma anche ieri l'ucraino non ha mostrato segni di reazione. Malmenato e sovrastato da Kempf e Goldaniga su ogni pallone, viene da chiedersi dove sia finito il nove che lo scorso anno ha fatto tripletta contro Sergio Ramos. La comunicazione con i compagni è quasi del tutto assente e ieri sera ha perso 8 palloni su 14 tocchi totali. Per quanto sia un numero inaccettabile, la cosa che dà più fastidio ai tifosi è che l'ucraino non ha mostrato la voglia e il fuoco che ci si aspetta dal centravanti di una squadra che è sempre più vicina alla zona retrocessione.
Federico Liuti
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