Un anno fa Artem Dovbyk era arrivato sotto i riflettori, carico di speranze e con l’etichetta di “Pichichi” della Liga sulle spalle. Ma col tempo l'euforia si è spenta e Gasperini non lo ha mai visto come l’attaccante ideale per il suo reparto offensivo. Eppure, quando le porte del calciomercato si sono chiuse alle 20, Dovbyk è rimasto. Ora il destino gli offre una pagina bianca, un’opportunità per riscoprirsi, per trasformare la permanenza forzata in una vera e propria rinascita. È la sfida di dimostrare che quella fiducia ancora negata può essere conquistata sul campo, che il legame con la squadra e i tifosi può nascere dal sudore e dalla determinazione, e che, contro ogni pronostico, lui può essere l’uomo capace di condurre la Roma verso traguardi importanti, fino alla tanto agognata Champions.

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Dovbyk, da quasi addio a scommessa: ora deve conquistare la Roma e Gasperini
Dovbyk, Gasperini e il nodo della fiducia da riconquistare
—La fiducia di Gasperini è la chiave di volta per il futuro di Dovbyk alla Roma. L’allenatore piemontese, noto per il suo occhio clinico nel valorizzare giocatori considerati “dimenticati” o in crisi, non ha mai visto nell’ucraino l’attaccante perfetto per il suo sistema di gioco. Il suo schema richiede un profilo dinamico, versatile e capace di integrarsi con un calcio di intensità e rapidità, caratteristiche che finora l'ucraino ha faticato a mostrare con continuità. Tuttavia, Gasperini è anche un tecnico che ha dimostrato nel passato di saper rivalutare e “salvare” giocatori dati per persi, trasformandoli in elementi chiave per la sua squadra. Per questo, Dovbyk ha davanti a sé una sfida non solo tecnica, ma anche mentale: deve ritrovare convinzione, determinazione e dimostrare sul campo di poter essere una pedina preziosa nella Roma che vuole lottare per traguardi ambiziosi. Solo riconquistando la fiducia del suo allenatore potrà trasformare la sua permanenza in una vera opportunità di rilancio.
L'estate dei non partenti
—La storia di Baldanzi si intreccia a quella di Dovbyk: un giovane talento, classe 2003, che sembrava ormai destinato altrove, ma che invece è rimasto a Roma con un’occasione preziosa di riscatto. Per lui, il campo è una pagina bianca su cui scrivere nuove possibilità, forse anche in ruoli inediti, offrendo a Gasperini strumenti inediti per plasmare il futuro della squadra. Al contrario, Pellegrini vive un destino più incerto, con il contratto in scadenza a giugno e un posto difficile da conquistare nella Roma che verrà. Fino a gennaio dovrà convivere con questa realtà sospesa, in cerca di una soluzione che possa portare serenità a entrambe le parti. E così, tra speranze e incertezze, si delinea quella che potremmo chiamare l’estate dei “non partenti”: Massara non è riuscito a completare il mosaico perfetto chiesto da Gasperini, e tra i volti rimasti spicca anche Gollini, un separato in casa destinato a un ruolo marginale e a custodire la porta solo da spettatore. La Roma si trova così a gestire un gruppo di anime in bilico, con storie da riscrivere e sfide da affrontare. La domanda ora è una sola: chi saprà trasformare questa impasse in un nuovo inizio?
Federico Grimaldi
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