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Dovbyk, altra notte storta per The Machine. E i dubbi sul futuro aumentano

Redazione
Ranieri crede ancora in lui, così come buona parte dei tifosi giallorossi, ma per tornare il robot visto al 'Montilivi' c'è assolutamente bisogno di uno switch

"La Roma ha ufficializzato nel pomeriggio l’acquisto di Artem Dovbyk dal Girona", con queste parole, il 2 agosto 2024, il club annunciava l'arrivo del Pichichi della Liga. "L’investimento della famiglia Friedkin consegna alla Roma uno dei top marcatori del panorama internazionale". Parole corrette, soprattutto dati alla mano: l'ucraino sarebbe dovuto essere il nuovo pilastro dell'attacco giallorosso, ma il robot del Montilivi si è visto solo a tratti - anche se i gol sono dalla sua parte.

Anche ieri insufficiente: i numeri a confronto con gli altri attaccanti

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Essere il centravanti della Roma non è facile, giocare con l'etichetta dei 38 milioni ancora meno, ma Artem negli ultimi mesi ha fatto davvero poco per scrollarsi di dosso le critiche (e i centrali difensivi di mezza Serie A). Anche ieri, in una partita complicatissima e fondamentale, è stato a tratti impalpabile. Zero rincorse per mettere pressione agli avversari e nessuna voglia di andarsi a prendere quella maledetta qualificazione in Champions. No, i gol - da soli - non bastano. Anche perché, come successo ieri, quando la rete non arriva la prestazione è quasi sempre insufficiente.

Scavando più a fondo, poi, la situazione diventa addirittura tragica: Artem in Serie A è 28esimo - tra gli attaccanti - per assist potenziali (0.36 ogni 100 passaggi), 29esimo per dribbling riusciti (37) e addirittura 43esimo per percentuale di duelli vinti (solo il 28%). Troppo poco, soprattutto per un attaccante che non ha ancora fatto male (su azione) a una delle prime 8 in classifica.

Per Ranieri non è incedibile: può salutare già in estate

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Per la Roma, come (non) dichiarato da Claudio Ranieri, Artem non è un incedibile. Pochi giorni fa il tecnico ha dribblato la domanda: "Non mi piace parlare di questo, ma di quello che possiamo raggiungere. Non è un acquisto sbagliato, quando prendi il capocannoniere della Liga non può esserlo". D'altronde, senza i 60 milioni della qualificazione in Champions, la Roma potrebbe aver bisogno di liquidità e se la scelta dovesse essere tra lui e uno fra Koné e Svilar la dirigenza non ci penserebbe due volte. "La proprietà ha grandi ambizioni", Ghisolfi lo ripete come fosse un leitmotiv, e per questo, se l'obiettivo è quello di ritrovarsi stabilmente tra le prime in Europa, il Dovbyk visto finora non è e non può essere abbastanza. Ranieri crede ancora in lui, così come una buona parte dei tifosi giallorossi, ma per tornare (o diventare?) davvero 'The Machine' c'è assolutamente bisogno di uno switch.

Federico Liuti