“Il primo in niente e tra i primi in tutto”. Così Gianni Mura una ventina di anni fa descriveva Clarence Seedorf. Una definizione geniale per sottolineare l’importanza di giocatori che magari spiccano meno di altri ma sono fondamentali per equilibri e talento. Edoardo Bove di strada per arrivare anche solo a sfiorare la carriera di Seedorf ne deve fare ancora tanta, ma le salite non lo spaventano. Non lo ha spaventato rifiutare prestiti o cessioni in club che di certo lo avrebbero fatto giocare titolare. Ha preferito Roma, la Roma. Anche questa estate. Sapeva di poter emergere qui, se ne è fregato della concorrenza. Pezzettino dopo pezzettino se l’è mangiata quella concorrenza e nella rinascita giallorossa di questo ottobre c’è anche la sua impronta oltre a quella da T-Rex di Lukaku e di altri compagni decisamente più esperti. Bove ha sposato davvero la Roma. E l’anello al dito ufficiale sta per arrivare. Perché il rinnovo sembra ora davvero a un passo. Le due parti ne stanno parlando e si definiscono più che ottimiste per chiudere entro dicembre l’accordo (fino al 2027) e riconoscere al cane malato di Mou ciò che merita già entro la fine dell’anno. Da 250 mila ad almeno 1 milione a stagione.
news as roma
Dottor Bove e Mister cane malato: le due anime di Edoardo e il rinnovo a un passo
Pezzetto dopo pezzetto, perché lui è abituato così: a usare la testa, ad avere pazienza, a sfruttare ogni momento buono. Come quella sera contro il Leverkusen, come domenica scorsa a Cagliari dove ha vinto la gara dei contrasti: cinque, almeno tre più di ogni altro giocatore in campo. Fa le cose sul serio Bove, al contrario di altri suoi coetanei: uscite al minimo, niente eccessi, ascolto massimo. Anche in famiglia dove gli hanno permesso di giocare a calcio prima alla Boreale e poi alla Roma solo se avesse continuato a studiare. E infatti Edoardo è uno studente Economia e Management alla Luiss dopo aver frequentato il liceo dell'Eur. Lo chiamano Dottor Bove per questo, e forse per questo Mou lo ha definito “un ventenne di trent’anni”. A noi piace più “cane malato”, ci dà più l’idea di quello che riesce a dare in campo: corsa, sacrificio, inserimenti. Sì, magari ancora qualche sbavatura tattica ma sarebbe strano il contrario a 21 anni. Con lui al fianco anche Paredes si sente più protetto, con lui alle spalle anche gli attaccanti usufruiscono di maggiori palloni. Lo vorreste titolare sempre? Ma forse nemmeno questo sarebbe giusto. Sa Mourinho come, dove e quando farlo giocare. «Quando parlate di Edoardo - ha specificato prima della gara col Servette -, dovete ricordarvi di chi l’ha fatto. prima Quando sono arrivato era un ragazzo pronto per andare a giocare in prestito in Serie C, oggi gioca in Europa. È un calciatore in crescita e l’orribile allenatore (sorride, ndr) è molto orgoglioso di avergli dato l’opportunità di diventare un calciatore importante per la Roma e per il calcio italiano». Ora continua a percorrere quella salita.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Roma senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Forzaroma per scoprire tutte le news di giornata sui giallorossi in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA