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Documentario “Undici Metri”, Luca Di Bartolomei: “Il regista ha colto l'anima di papà”

Sono intervenuti all’interno della trasmissione Bar Forza Lupi in onda sulle frequenze di Centro Suono Sport, il regista del film-documentario “Undici Metri” Francesco Del Grosso e Luca Di Bartolomei. Naturalmente, tema...

Redazione

Sono intervenuti all'interno della trasmissione Bar Forza Lupi in onda sulle frequenze di Centro Suono Sport, il regista del film-documentario "Undici Metri" FrancescoDel Grosso e Luca Di Bartolomei. Naturalmente, tema principale la figura di "Ago". Il film verrà presentato il 31 ottobre al Festival del Cinema di Roma. Ecco le battute principali dell'intervista.

Luca quali sono le tue passioni?Amo moltissimo la politica perchè bisogna occuparsi dei problemi di chi ci circonda dai più piccoli ai più grandi. Ovviamente ance il calcio rientra nelle mie passioni. Questo sport è insito nel dna della mia famiglia così come l'amore per la Roma.

"Ci dai un giudizio su Luis Enrique e sul nuovo progetto Roma?

"Questo progetto mi affascina moltissimo per due motivi: per il coraggio di cambiare e di dare fiducia a tanti giovani anche nelle difficoltà; poi perché ha saputo tutelare veri patrimoni come Totti e De Rossi. Nel medio termine questo progetto può portare ad importanti vittorie. La Roma gioca un bel calcio, palla a terra, e bisogna dare tempo a tutti.

"C'è in questa Roma qualcuno che ricorda per caratteristiche il tuo papà?

"Personalmente non ricordo papà come giocatore, l'ho visto giocare molto poco. Per me è sempre stato papà Ago.

"Francesco (Del Grosso,ndr) apprendiamo dalla stampa che i biglietti per la presentazione del tuo nuovo film ( Undici Metri,ndr) sono andati a ruba?

"Dopo poche ore erano già tutti esauriti. Questo dimostra il desiderio di scoprire la figura di Agostino, soprattutto da un punto di vista privato ed intimo.

"Luca (Di Bartolomei, ndr) hai visto il documentario?

"Ho deciso di non vederlo ancora. Posso dire che conosco Francesco molto bene ed è ormai per me come un fratello acquisito. Lo devo ringraziare perché è riuscito a cogliere con la cinepresa l'anima di papà. Sono contento di assaporare il documentario all'ultimo, come tutti gli altri.

"Francesco, che distribuzione avrà la pellicola?

"La nostra società di produzione si sta impegnando al massimo per dare maggiore visibilità al film: uscirà in dvd e probabilmente anche al cinema.

"Quali calciatori avete contattato e dove avete girato il documentario?

"Siamo andati alla Garbatella, a Trigoria e a Castellabate, dove ha trascorso l'ultima parte della sua vita. Oltre a calciatori importanti come Tancredi, Nela, Righetti, Baresi, Tassotti, sono intervenuti molti giornasti, anche non sportivi, come Curzio Maltese.

"Luca, c'è un legame che Ago aveva stretto con qualche suo compagno di squadra a Roma?

"Papà aveva molti legami non solo nel mondo del calcio. Ad esempio era molto stimato da tanti giornalisti. Senza fare graduatorie, posso solo dire che Franco Tancredi e la sua famiglia ci sono stati sempre vicini.  La cosa pìù bella che mi porto dietro è, però,  il rapporto con persone semplici che incontro tutti i giorni e che portano sempre nel cuore la figura di papà.

"Come vi spiegate il grande successo di Agostino, anche al di fuori dei confini del mondo "pallonaro"? Mi riferisco al film "L'uomo in più" di Sorrentino o alle canzoni di Antonello Venditti e Francesco De Gregori.

"Francesco: Abbiamo sottolineato proprio questo, in uno dei passaggi del film. Sorrentino e Venditti hanno sottolineato la straordinaria figura di Di Bartolomei; lo stesso De Gregori mi ha confidato che per la sua "Leva Calcistica" si è ispirato proprio ad Agostino.