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DiBenedetto turista per caso. La stampa inglese: conflitto d'interessi

(ilsussidiario.net – M.Fattorini) – CESSIONE ROMA – Dopo due giorni di duro lavoro e riunioni fiume con Unicredit, Thomas DiBenedetto si è concesso un mercoledì da turista (privilegiato) all’insegna del relax.

Redazione

(ilsussidiario.net - M.Fattorini) - CESSIONE ROMA - Dopo due giorni di duro lavoro e riunioni fiume con Unicredit, Thomas DiBenedetto si è concesso un mercoledì da turista (privilegiato) all'insegna del relax.

Raggiunto l'accordo con la banca nella serata di martedì, si attendono le firme che arriveranno nei prossimi venti giorni, il tempo necessario affinché DiBenedetto e i suoi soci presentino ulteriori garanzie circa i piani di sviluppo dell'As Roma. Dopodichè, intorno al 20 aprile, i vertici di Unicredit voleranno a Boston dove le parti si incontreranno per firmare i contratti e siglare in via ufficiale il passaggio di proprietà del club.

IN CHIESA - Nel frattempo il tycoon bostoniano, che a breve rientrerà negli Stati Uniti, si è concesso una giornata per scoprire la Città Eterna. Accompagnato dalle due auto (un'Audi e una Mercedes) di scorta e seguito da uno stuolo di motorini con giornalisti e fotografi, l'imprenditore italoamericano si è mosso a metà mattinata dall'hotel Aldrovandi per far tappa a Santa Maria Maggiore. All'interno della chiesa, a due passi dalla stazione Termini, ha avuto un colloquio privato con il cardinale Bernard Francis Law, arciprete della basilica e arcivescovo emerito di Boston.

A SPASSO - Giacca, camicia e volto sorridente, DiBenedetto ha poi percorso un itinerario interessante toccando le tappe più rinomate della Capitale: Piazza di Spagna, il Vaticano, Via Veneto e Castel Sant'Angelo. A pranzo una capatina in albergo e poi di nuovo in auto per solcare le strade della città con il solito corteo di motorini-stampa che hanno fatto sorridere lo stesso DiBenedetto. "Sembriamo un mostro con la coda", ha confidato divertito il finanziere ai suoi bodyguard.

AMBASCIATORI E AVVOCATI - Nel pomeriggio c'è spazio anche per far visita all'ambasciatore americano a Roma, David Thorne che ha ricevuto DiBenedetto nella sua residenza a Villa Taverna, nel cuore dei Parioli. Un'ora e mezza di colloquio e poi una puntata allo studio legale Tonucci dove lo zio Tom è entrato per parlare con i suoi avvocati. Intorno alle 22 tutti a cena da "Spago ar Parlamento" a due passi da Palazzo Madama: per DiBenedetto un piatto di maccheroni caio e pepe, seguiti da una classica bistecca. Mentre il tycoon bostoniano si godeva la Capitale, da Oltremanicasono rimbalzati gli "avvertimenti" del Guardian, secondo cui la nuova Roma a stelle e strisce rischierebbe l'esclusione dalle coppe europee.

CONFLITTO D'INTERESSI - Perché? Semplice, DiBenedetto ha una quota azionaria in Fenway Sports Group, compagine che controlla il 100% del Liverpool e le norme Uefa proibiscono a chiunque di "controllare direttamente o meno più di un club iscritto ad Europa League o Champions". Un rischio che ha scosso l'ambiente nella prima mattinata, quando radio e web continuavano ad interrogarsi sulla lunghezza di una trattativa che tuttora tiene in ansia i tifosi. "Nessun conflitto d'interessi", fanno sapere in serata fonti legali vicine al consorzio di DiBenedetto che ribadiscono: "non ricorre nessuna fattispecie di cui all'articolo 3 del regolamento Uefa". Un problema che, comunque lo si voglia mettere, potrebbe essere risolto nei prossimi giorni dallo stesso imprenditore.

DAGO SPAVENTA - Oltre alle sirene britanniche, lo zio Tom deve affrontare anche lo scetticismo che nasce qua e là nel mondo dell'opinione italiana: la complessità e la lunghezza della trattativa hanno indispettito più di qualcuno. A partire dal ben informato Dagospia che apre con un "DiBenedetto tornerà mai a Roma?'". Il sito di Roberto D'Agostino spiega infatti: "c'è chi pensa che non se ne farà nulla e che Unicredit vada incontro a una figuraccia", puntando sul fatto che il businessman avrebbe espresso perplessità sul bilancio giallorosso e sulla questione stadio.

ALEMANNO RASSICURA - Agli occhi di Claudio Gatti, inviato del Sole 24 ore a New York, DiBenedetto e soci "sembrano un gruppo di amici senza sinergie che vogliono spendere il meno possibile per prendere la Roma". Secondo il giornalista economico "il fatto che la trattativa non si riesca a chiudere fa pensare che i problemi siano reali". Ma a tranquillizzare i tifosi ci pensa il sindaco Alemanno, in costante contatto con il numero 2 di Unicredit Paolo Fiorentino. "Io confermo che le persone che fanno parte della cordata sono imprenditori molto solidi e si tratta di una grande opportunità per la Roma".