Bilanci in ordine, cinque-sei giocatori nuovi per rinforzare la rosa e, soprattutto, uno stadio di proprietà «un impianto all'inglese». Perchè «il problema principale» del calcio italiano è la mancanza di impianti «confortevoli, accoglienti, capaci di sfruttare anche altri altri business».
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DiBenedetto: “Prima di tutto lo stadio nuovo”
Bilanci in ordine, cinque-sei giocatori nuovi per rinforzare la rosa e, soprattutto, uno stadio di proprietà «un impianto all’inglese». Perchè «il problema principale» del calcio italiano è la mancanza di impianti «confortevoli,...
Sono questi i primi passi del programma firmato Thomas DiBenedetto, aspirante proprietario della As Roma (insieme ad altri tre imprenditori statunitensi), intervistato dalla Gazzetta dello Sport prima della partenza da Boston. DiBenedetto da questa mattina è nella Capitale, per trattare con Unicredit la cessione della società. Premesso di «non aver mai pensato ad altri club» e di essersi innamorato della città fin da quando era studente universitario al Trinity College («che da 25 anni organizza un campus a Roma»), DiBenedetto assicura di voler fare di quello giallorosso «uno dei primi club del mondo». Ma prima bisogna «sistemare i bilanci, riportare la società nei parametri imposti dal fair play finanziario. Questo, comunque, non esclude che si possa allestire subito un buon team», con l'arrivo di «almeno cinque o sei» nomi nuovi. Problema stadio: «L'Olimpico non gratifica affatto la passione dei romanisti, le tribuna sono troppo lontane dal campo, il rumore con la distanza si perde». Anche per questo servirà «un impianto che abbia un effetto positivo sui calciatori. Una versione moderna di Campo Testaccio». Ma serve la collaborazione di tutti: «È tempo che governo ed istituzioni facciano qualcosa di concreto per consentire alle società di costruire stadi nuovi. Sarà l'unico modo per tornare vincenti in Europa». E poi servono «le nuove tecnologie. Perciò per la Roma parliamo di 'media company': un club che sappia sfruttare le nuove tecnologie di comunicazione ed i social media. Sarà fondamentale per noi raggiungere ogni parte del globo, ci consentirà di vendere meglio il nostro merchandising e, in questo modo, di aumentare i ricavi e comprare giocatori più forti».
FONTE: Ansa
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