(Ansa) - «Tre anni per tornare in Champions League. Da tre a cinque per lo stadio di proprietà». Il presidente della Roma, Thomas DiBenedetto, fissa i limiti temporali dei traguardi da raggiungere sul campo e sul versante societario.
news as roma
DiBenedetto fissa gli obiettivi: “In tre anni stadio e Champions”
(Ansa) – «Tre anni per tornare in Champions League. Da tre a cinque per lo stadio di proprietà». Il presidente della Roma, Thomas DiBenedetto, fissa i limiti temporali dei traguardi da raggiungere sul campo e sul versante societario.
Lo fa in occasione del meeting 'Leaders in Football', organizzato a Londra presso lo stadio del Chelsea (Stamford Bridge), in cui per la prima volta sale su un palco internazionale presentandosi alla platea come nuovo presidente e proprietario del club giallorosso. «Acquistare la Roma è stata la scelta giusta? Sì, Per il mio gruppo rappresenta una grande opportunità per sviluppare un marchio che è stato gestito a livello locale. È un brand conosciuto in tutto il mondo. Tutti conoscono Roma e in molti nel mondo hanno studiato Roma e la sua storia, e questo per noi è un vantaggio - spiega DiBenedetto -. Stiamo lavorando per raggiungere degli accordi con le maggiori aziende statunitensi e abbiamo già un accordo con una 'academy' presente in 5 stati».
Per l'occasione, poi, DiBenedetto evidenzia anche la politica della Roma in tema di bilanci: «L'eredità che abbiamo trovato non ci ha permesso in estate di prescindere dal bilancio. Comunque siamo favorevoli al fair play finanziario e contribuiremo affinchè entri in vigore. Ma nel calcio i risultati economici seguono quelli sportivi, dunque per prima cosa dobbiamo poter contare su una squadra di valore». E su uno staff di primo livello: «Il lavoro tecnico sarà fondamentale, per questo abbiamo scelto un grande dirigente come Baldini, uno scopritore di talenti come Sabatini, e un tecnico come Luis Enrique che punta ad importare uno stile di gioco simile a quello del Barcellona».
Proprio per l'asturiano, l'imprenditore di Boston spende belle parole: «La società è sempre stata granitica attorno all'allenatore e al suo progetto. Sono sempre stato convinto di Luis Enrique: credo che sia molto competitivo, estremamente intelligente e un gran lavoratore. La crescita della squadra poi è stata molto soddisfacente. I giocatori sembrano aver assimilato la sua filosofia, che è fatta di duro lavoro e gioco di squadra».
Squadra che nel prossimo futuro dovrebbe poter contare su uno stadio tutto proprio. «Per il nuovo impianto ci siamo dati da 3 a 5 anni - confessa DiBenedetto - sperando che Roma possa ospitare le Olimpiadi del 2020. Noi puntiamo ad uno stadio per il calcio, che abbia i tifosi vicini al campo in modo tale che possano trasferire la propria energia alla squadra. Per il momento condividere lo stadio Olimpico con la Lazio non è un problema. Anche in America succede lo stesso: a New York, Giants e Jets dividono lo stadio».
Difficile però comprare la situazione, soprattutto a pochi giorni dalla stracittadina: «Il derby è una partita speciale. Penso che sia un match tra due squadre che stanno facendo bene in questa stagione, estremamente competitive. Speriamo di vincere, ma so che entrambe le squadre daranno tutto per vincere».
Così come Totti farà di tutto per esserci. La lesione alla coscia destra, dopo le intense sedute di fisioterapia, è in netto miglioramento e domani il capitano farà il punto della situazione col responsabile dello staff medico giallorosso, Gemignani, mentre martedì si sottoporrà a un nuovo controllo sperando di poter ricevere il via libera e tornare così a disposizione di Luis Enrique. «Sono un grande ammiratore di Francesco, probabilmente è stato quello che ha lavorato più duro di tutti - l'elogio di DiBenedetto per il numero 10 -, e si è visto nelle ultime due partite che ha giocato in maniera eccezionale. È un esempio che trascina anche i più giovani». Magari anche nel derby.
© RIPRODUZIONE RISERVATA