(ilmessaggero.it) - Boston chiama Roma. Negli ultimi due anni, ad ogni sospiro che suggerisce la prossima vendita della A.S. Roma, dall’altra parte dell’Atlantico risponde il brontolio di un possibile acquirente yankee.
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DiBenedetto e la cordata americana: un sodalizio di ultrariccchi nato a Harvard
(ilmessaggero.it) – Boston chiama Roma. Negli ultimi due anni, ad ogni sospiro che suggerisce la prossima vendita della A.S. Roma, dall’altra parte dell’Atlantico risponde il brontolio di un possibile acquirente yankee.
Si è partiti con New York, sede del miliardario investitore dal cuore giacobino, George Soros, per poi passare a San Francisco, dove abita il tycoon del pret a porter moderno John J.Fisher, presidente della catena di negozi Gap. Ora la palla è transitata a Boston, città natale di Thomas DiBenedetto, leader della cordata di finanzieri americani che sta al momento trattando i dettagli dell’operazione . Ma il teatro finale dell’azione è sempre New York, dove gli emissari del gruppo siedono con i negoziatori della Unicredit, circondati dagli avvocati. Ancora una volta siamo nel Gotha della ricchezza statunitense, in quel coacervo di interessi commerciali e finanziari che ha un respiro sempre più globale, ma che a veder bene ha poi radici eterne, fatte di rapporti di amicizia personali che risalgono agli studi universitari, e ai patti indissolubili delle confraternite goliardiche. E’ da questo ambiente, e più precisamente dall’università di Harward, che nasce il legame del gruppo, capitanato dal 61enne DiBenedetto. Remote radici abruzzesi e molisane, ma anche un solido innesto nel mondo dell’imprenditoria del New England. Thomas ha un pedigree di lavoro che lo vede presiedere tre società finanziarie, una di investimenti immobiliari e un’ultima che si occupa di software. Ha cinque figli, tra cui il 26enne Thomas junior che ha tentato la carriera sportiva come “short stop” nella lega minore di baseball, e sulle cui spalle pende un opzione da parte dei Red Sox di Boston, dei quali il padre è azionista di minoranza tramite il possesso di una quota della società New England Sport Ventures. Sempre a Boston il secondo socio pronto a firmare: Michael A. Ruane, immobiliarista con un portfolio di circa 8 miliardi di dollari. Dal mercato immobiliare viene anche il Falcone Group dei fratelli Arthur, Edward e Robert, che però operano sotto il sole spendente della Florida e di Boca Raton. La Florida è la seconda casa di DiBenedetto, e il suo rapporto con i “paesani” Falcone è forse alla base dell’intero accordo. Gli ultimi due partners siedono a un gradino ancora più alto della piramide finanziaria: Julian Movsesian presiede la Capital Management Strategies ed è a.d della Succession Capital Alliance (assicurazioni), mentre William C. Powers è uno dei managing directors della PIMCO, gigante degli investimenti internazionali a fianco di banche, fondi pubblici e privati e società.
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