(repubblica.it – M.Pinci) - Poco più di mezz'ora nello studio del sindaco. Per conoscersi. Il primo approccio tra Thomas DiBenedetto e il primo cittadino della capitale, Gianni Alemanno, va in scena nel primo pomeriggio capitolino.
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DiBenedetto da Alemanno “Uno stadio che metta paura”
(repubblica.it – M.Pinci) – Poco più di mezz’ora nello studio del sindaco. Per conoscersi. Il primo approccio tra Thomas DiBenedetto e il primo cittadino della capitale, Gianni Alemanno, va in scena nel primo pomeriggio capitolino.
Un saluto ai presenti dalla finestra del Campidoglio, qualche foto con i vigili urbani, prima di iniziare a discutere dei temi all'ordine del giorno: su tutti, la volontà di realizzare uno stadio di proprietà della Roma, "costruito in modo tale che le avversarie abbiano paura di giocarci". Ma anche di una valorizzazione commerciale del marchio As Roma in relazione alla città. Persino di Totti: "Un patrimonio della città e per i tifosi, anche a livello simbolico, che la nuova proprietà dovrà tutelare".
"UNO STADIO CHE SPAVENTI LE AVVERSARIE"- Primi approcci, più che altro esplorativi, per scoprire alcune delle proprie carte, in attesa di un nuovo vertice "ai primi di ottobre a Trigoria", come conferma il sindaco. Presenti, al tavolo, oltre a DiBenedetto e Alemanno, anche il legale del gruppo Usa, Baldissoni, il presidente dell'assemblea capitolina Pomarici, il presidente del Roma Club Campidoglio Rocca e il delegato allo sport Cochi. Nessun contatto, invece, con l'ex presidente della Roma Rosella Sensi, oggi assessore e presente in giunta, a pochi metri di stanza dal vertice. "L'incontro è andato bene, ci rivedremo presto", il fugace commento del businessman statunitense, che nel pomeriggio sarà a Trigoria per mettersi al lavoro. Più esaustivo il sindaco. "DiBenedetto vuole uno stadio costruito in modo tale che le avversarie abbiano paura di giocarci - giura Alemanno - non per la violenza ma per la spinta dei tifosi stretta attorno alla Roma. È determinato e innamorato del progetto, vuole prendere la questione di petto e bruciare i tempi". Illustrate al primo cittadino anche le linee guida del progetto americano: "Grande attenzione all'aspetto sociale, grande volontà di lavorare sui giovani, mandando un messaggio contro la droga, contro la violenza, interpretando il calcio come messaggio sociale. Gli ho detto - continua Alemanno - che noi siamo candidati per le Olimpiadi del 2020. In quest'ottica, avere l'appoggio di un gruppo internazionale americano che investe nello sport di questa città può rappresentare una spinta importante".
"I TEMPI? NESSUNA PROMESSA"- Dello stadio Alemanno riparlerà a breve con entrambi i club: "Visiteremo prima la Lazio, poi saremo a Trigoria i primi di ottobre. Le prossime settimane saranno di intenso lavoro". Si dovrà discutere anche delle aree: per il momento, oltre all'auto candidatura di Guidonia, si parla molto della possibilità di realizzare un impianto a Tor di Valle, nell'area dell'ippodromo, ma anche La Rustica, Massimina, Tor Vergata. Impossibile averne un'idea, come di tempi e fondi disponibili: "Impossibile avere aree predefinite, la scelta è di una proposta privata, non pubblica, e quindi non possiamo sapere a cosa pensano. DiBenedetto non è ancora presidente e non ha un titolo per quantificare investimenti e tempi. Ma le due società romane devono capitalizzarsi attraverso questo investimento, perché Roma e Lazio bisogno di stadi per il calcio, che possono aiutare anche la sicurezza". E i tempi?: "Credo un anno per l'accordo sia un termine accettabile, ma non posso fare promesse finché non ne inizieremo a parlare seriamente". "TUTELARE TOTTI"- Dopo aver ascoltato e discusso del tema stadio, caro alla giunta del sindaco anche perché "una delle promesse elettorali", Alemanno ha voluto farsi portavoce di un'esigenza non solo della società giallorossa, ma di uno dei suoi patrimoni sportivi: Francesco Totti. Per tutta l'estate si è discusso del ruolo del capitano romanista - che a sua volta, incontrerà a breve DiBenedetto per condividere aspettative e obiettivi per il futuro proprio e della squadra - nel nuovo club. Il sindaco ha chiesto personalmente che venga "tutelato", proprio in quanto risorsa della capitale. Risposte positive, inevitabilmente, da parte del leader del consorzio statunitense proprietario al 60 per cento del club giallorosso. Che ha confermato come Totti sia un patrimonio della stessa Roma. Ma al Campidoglio volevano essere persuasi anche sulla volontà della nuova società di costruire una Roma competitiva su tutti i fronti. "Vincere al più presto, ma rispettando tempi e termini del progetto tecnico affidato a Luis Enrique", ha spiegato di DiBenedetto. Una promessa.
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