Il 35enne attaccante David Di Michele, in forza al Lecce ma di provata fede romanista, domenica sera non potrà essere in campo per problemi fisici.
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Di Michele: “In passato sono stato vicino alla Roma. Bertolacci? E' forte di testa”
Il 35enne attaccante David Di Michele, in forza al Lecce ma di provata fede romanista, domenica sera non potrà essere in campo per problemi fisici.
Queste le sue parole rilasciate nell'intervento mattutino a TeleRadioStereo. "Sono alle prese con un problema muscolare, purtroppo mi terrà fuori per questa partita. Ci tenevo molto a giocare contro la Roma".
In passato sei stato vicino a vestire la maglia della Roma?"Sì, purtroppo questo sogno non si è avverato. Sono stato vicino alla Roma quando giocavo ad Udine, Spalletti e Pradè mi volevano a Roma. Poi non si è fatto nulla. Sono stato ancor più vicino quando giocavo nel Toro, ma il presidente Cairo disse di volermi cedere ad una "diretta concorrente", evidentemente non aveva capito realtà di quell'anno".
Che anno è per il Lecce? Partenza difficile, tecnico nuovo. Come la vedi?"E' un anno particolare, sapete tutti che la società si è messa un po' da parte. Ci sono state delle difficoltà iniziali, ma i dirigenti hanno svolto un buon lavoro, portando giocatori di prospettiva. Il mister è preparato, ha avuto anche lui delle difficoltà all'inizio ma adesso si stanno vedendo i frutti del lavoro. Sta uscendo fuori la squadra, magari in altre occasioni la partita di Cesena l'avremmo persa".
Il Lecce ha dei giovani molto interessanti, Muriel e Cuadrado su tutti."Muriel si sta mettendo in condizione fisica e mentale per disputare un buon campionato. Sia a Palermo che a Cesena ha dimostrato di avere qualità importanti, gli manca il gol ma è giovane. Ha tutto da imparare. Lo stesso Cuadrado ha una velocità che hanno in pochi".
Che idea ti sei fatto di Bertolacci?"L'ho detto già l'anno scorso, è un giocatore già pronto con la testa. Ha solo 22 anni e ha già la testa da professionista. E' una spanna sopra gli altri, lo si vede da come gioca. E' intelligente, si fa trovare pronto e nella posizione giusta. Ha delle qualità importanti. Quest'anno purtroppo ha avuto problemi fisici, non ha dato quello che può dare. Sta facendo bene nell'Under 21, per noi è importante e ci può dare una grossa mano. Lui ha una qualità in più degli altri: la testa".
C'è una cosa che hai fatto in carriera e che non rifaresti? Un rimpianto?"Si di rimpianti ne ho. In certe situazioni, anche se avevo ragione potevo comportarmi in maniera diversa. Avrei potuto confrontarmi in una realtà importante, l'unico rammarico che ho è quello".
Cosa ti è mancato, un po' di cattiveria e cinismo?"Forse un difetto che ho avuto è che sono una persona istintiva, a volte dico le cose in faccia e come vengono. A volte ho trovato persone, direttori sportivi o presidenti, che mi hanno tarpato le ali per interessi personali".
La rifaresti la famosa dichiarazione dopo Lecce-Udinese del 2002, la perplessità su quel rigore? E' stato un atto di estrema onestà da parte tua."Penso di si. Tutti possono sbagliare, l'arbitro l'ha vista in un modo e ha deciso cosi. Mi fecero la domanda a bruciapelo e risposi sinceramente, che il difensore aveva toccato la palla. Non mi piace dire le cose come non stanno. L'azione era veloce, l'arbitro la vide così e fu un bene per noi dell'Udinese perché ci salvammo".
Ricordaci di quella volta che parasti il rigore a Vucinic."In porta me la sono sempre cavata, quell'anno ad Udine mi esercitavo spesso. Quel giorno è successo che fu espulso Handanovic, le sostituzioni erano finite e andai io, anche se Spalletti voleva che andasse Muntari".
A Salerno hai lasciato bei ricordi. "Ho dei bei ricordi anch'io. E' una piazza che vive di calcio, ho passato tre anni bellissimi".
Un parere su questa Roma, che idea ti sei fatto. Si usa molto la parola "progetto", tu come la vedi? "A me piace il progetto che stanno creando. Sicuramente non è per quest'anno ma è a lunga scadenza, i risultati si vedranno più avanti. Sono partiti così e così, molto possesso palla e pochi risultati, ma ora sto vedendo tutti molto meglio. La squadra sta crescendo, l'importante è avere la mentalità giusta. Quel che sta cercando di fare Luis Enrique è dare una mentalità e un'organizzazione".
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