Fabio Di Giannantonio, pilota di MotoGP della Gresini Racing, ha rilasciato un'intervista a Calciomercato.it. Queste le sue parole, dal tifo per la Roma al rapporto con Edoardo Bove:
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Di Giannantonio: “La Roma è come un rettilineo a 360 km/h, non si può spiegare”
Hai fatto riferimento spesso al calcio come una questione di famiglia. Una passione ereditata da tuo padre e che coinvolge anche tuo fratello che gioca in Serie D. Cosa rappresenta il calcio per te? “Il calcio, come lo sport in generale, rappresenta moltissimo per me: sacrificio, lavoro, risultati, gioie, dolori… In una parola passione. Io ho due passioni grandi nel mondo dello sport: le moto e la Roma. Poi certo, certi amori si ereditano in famiglia: mio padre è da sempre un tifosissimo e mio fratello ed io non potevamo essere da meno. Lo vedo anche come un ulteriore vincolo familiare, una cosa davvero potente”.
Non hai mai nascosto la passione per la Roma, squadra per la quale tifi da bambino e che porti anche con te in MotoGP: quando vedi i colori giallorossi cosa ‘scatta’ dentro di te? C’è un calciatore, attuale o del passato, con il quale ti identifichi? “La Roma è un po’ come un rettilineo a 360 km/h. Come fai a spiegarlo… Le sensazioni che ti dà la tua squadra del cuore, poche cose te le danno nella vita. Nel mio caso il brivido della velocità è la cosa che più si avvicina alla passione per la mia squadra. Ho avuto la fortuna di visitare varie volte Trigoria, non conto nemmeno le partite allo stadio (anche se non ci sono quasi mai) e ho avuto l’opportunità di conoscere tanti calciatori. Con Edoardo Bove c’è un gran bel rapporto, gli voglio bene, quindi se dovessi scegliere uno su tutti direi lui”.
Conciliare tifo e professione non è semplice per chi vive continuamente in giro per il mondo come voi piloti. Come riesci a seguire la Roma e hai qualche rito scaramantico particolare prima di ogni partita? “Puoi stare in qualunque parte del mondo con la MotoGP, ma sai sempre a che ora giocherà e sei sempre pronto a collegarti e a soffrire insieme ai ragazzi, non importa se sono le 3 del mattino (a meno che sia la notte prima di una gara…). Nessun rito particolare, ma religioso silenzio e attorno solo “compagni di squadra”. Fondamentale (ride, ndr)”.
Sempre in tema di ‘scaramanzia’: hai qualche gesto particolare prima di una gara? “Non ho mai avuto un vero e proprio rito, ma mi piace fare le cose con un certo ordine. Per esempio, faccio sempre gli stessi esercizi nello stesso ordine per scaldarmi, infilo sempre guanto e stivale sinistro per primo e per salire sulla moto vado dal lato destro”.
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