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Di Francesco: “La società deve sistemare i conti per costruire la Roma del futuro”

Le parole del tecnico giallorosso: "Deve essere un finale in crescendo, la squadra ha acquisito determinate sicurezze. Vogliamo passare il turno di Champions"

Redazione

Il tecnico della Roma Eusebio Di Francesco è intervenuto telefonicamente sulle frequenze di Rai Radio 1, nel corso della trasmissione "Radio anch'io sport". Queste le sue parole sulla vittoria di ieri contro il Benevento per 5 a 2.

Dormito bene dopo la partita?

Non ho dormito niente (ride, ndr).

Cosa ha pensato dopo il gol del Benevento?

E' arrivata dopo una deviazione sfortunata, ma mancava così tanto tempo che ho cercato di tranquillizzare la squadra e non pensare al gol subito ma di iniziare a giocare come sappiamo. Ci abbiamo messo un po' di tempo ma abbiamo trovato poi la strada giusta.

Troppe assenze.

Dovute dalle qualifiche di Nainggolan e Pellegrini nella stessa giornata che ci hanno complicato un pochino le vari situazioni in mezzo al campo. La Roma deve avere una rosa che anche nelle difficoltà delle essere capace di venirne fuori come abbiamo fatto ieri.

A chi può essere paragonato Under?

Faccio fatica a fare paragoni. Ha una grande qualità nel preparare il tiro nascondendo il calcio fino alla fine come Vincenzo Montella, anche se non ha le stesse caratteristiche come giocatore. Ha la stessa capacità e velocità di esecuzione, un paragone legato solo a una caratteristica tecnica.

A che punto è la sua Roma?

C'è ancora tantissimo da fare ma questa squadra nonostante il cambiamento e il metodo di lavoro ha assimilato presto dopo le difficoltà iniziali quello che gli chiedevo. Abbiamo avuto 40 giorni di difficoltà legate a tante situazioni. Una volta finite anche tutte le voci di mercato che hanno potuto distrarre - ma non deve essere un alibi -  stiamo ritrovando un pochino la compattezza di squadra anche se in alcuni momenti manca la continuità di attenzione durante la gara. Abbiamo alternato partite in cui non abbiamo dato continuità al nostro gioco.

Lei qualche tempo fa ha detto che questo organico non è da scudetto, Monchi invece non si aspettava questo distacco da Napoli e Juve. Dove sta la verità in mezzo a queste due frasi?

Il distacco non fa una piega, ma Monchi non ha detto che eravamo da scudetto. Sì ci aspettavamo qualche punto in più, perché abbiamo lasciato tanti punti per strada per nostre sciocchezze e per nostre stupidaggini a partire dall'espulsione di De Rossi contro il Genoa, o il Chievo, o partite nelle quali abbiamo dominato ma non abbiamo chiuso la partita. noi siamo sempre stati un pochino dietro Napoli e Juventus anche quando eravamo più vicini: per organico, per quello che è stato il mercato e il mantenimento della rosa. Noi abbiamo messo dentro tanti giovani interessanti ma che erano poco abituati a questa piazza come Under che ha avuto bisogno di adattarsi a questo calcio. È una scelta, ma io sono ben contento di costruire e cercare di migliorare questa Roma. È ovvio che anche io mi sarei aspettato qualche punto in più.

Il problema è che con la politica societaria che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, lavorare con lo stesso organico per due anni di fila è un po' complicato. Questa la preoccupa?

La possibilità di dare continuità con gli stessi calciatori sarebbe ottimale per qualsiasi tecnico, il Napoli ne è la dimostrazione ma anche la stessa Juventus che cambia poco. Mi auguro che rimettendo a posto tante varie situazioni societarie si possa poi dare continuità a tanti giocatori e si possa creare un assetto dove poi inserire altri giocatori. Questo sarebbe ottimale e credo che il mio direttore Monchi con il tempo voglia arrivare a questo. Però non si costruisce dall'oggi al domani, ci vuole una progettazione nel tempo, questo si vuole fare a Roma mettendo a posto i conti.

Dzeko, Nainggolan e Alisson?

Io li alleno, non faccio il mercato.

La Roma segna troppo poco, eppure siete quarti.

Tra la fase difensiva e quella offensiva ci sono dei numeri eclatanti. Siamo la squadra che ha tirato più importa in tutto il campionato, ma non siamo stati concreti. Mi auguro da qui alla fine del campionato di ritrovare quella capacità di realizzare come abbiamo fatto ieri, poi in altre occasioni siamo poco fortunati e poco determinati sotto porta. Dobbiamo lavorare, lavorare, lavorare e cercare di migliorare i difetti che in questo momento abbiamo.

Ascoltatore: Su un fallo laterale per il Benevento lei non ha consegnato il pallone al giocatore campano. 

Io non mi lamento mai e cerco di fare dell'educazione e del rispetto una parte principale. L'ascoltatore ha detto una grande sciocchezza, il giocatore del Benevento è venuto ed ha raccolto il pallone a un metro da lui. Inoltre stavamo anche perdendo.

Schick può giocare dietro Dzeko nel 4-2-3-1?

Sì, anche se lui sarebbe meno trequartista e più attaccante, con caratteristiche differenti a Nainggolan che è più centrocampista. Schick può adattarsi in ogni ruolo offensivo, vi assicuro che ha qualità importanti, ma desso deve trovare continuità negli allenamenti.

Totti è una risorsa?

Una grande risorsa. Poco appariscente, ma nello spogliatoio è molto importante. Spesso mi dà gli umori della squadra perché gli ha vissuti e a differenza mia che sono arrivato quest'anno può aiutarmi con i giocatori che già conosce.

Superato il momento difficile della Roma? La Champions?

Deve essere un finale in crescendo, la squadra ha acquisito determinate sicurezze. Abbiamo pagato qualcosina dal punto di vista fisico. Adesso dobbiamo perdere meno pezzi possibili e dobbiamo trovare continuità sia di partite che di allenamenti. Mi auguro possa essere un grande finale, a partire da Udine. Contro lo Shakhtar vogliamo vincere e superare il turno.

Karsdorp?

La riabilitazione è corretta, ma dobbiamo essere bravi a non avere fretta. Non dobbiamo accelerare il recupero, basta guardare quello che è accaduto Ghoulam. Qualche giorno in più è consigliato rispetto a qualche giorno in meno.

Ascoltatore: Quanto aiuta un allenatore che ha giocato a Roma sopportare le pressioni dell'ambiente? Quando inizieranno a tornare i giovani giocatori della Roma sparsi in tutta Italia?

Dipende dalle qualità, e da come si formano. Come Pellegrini che la Roma ha riportato a casa pagando qualcosina ma ritrovando poi un giocatore che ha giocato due campionato con il Sassuolo. L'Importante è selezionarsi al meglio e portare i giovani di qualità. La mia esperienza a Roma da giocatore mi sta aiutando perché conosco l'ambiente anche se negli anni alcune cose sono cambiate..

È così difficile questo ambiente romano?

Roma è una piazza importante, ma bisogna essere attenti a qualsiasi cosa. L'ambiente di Roma è particolare. Vincere qui non è mai facile, ma per chi ha voglia di far bene come me bisogna accettarlo.