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Di Francesco: “Abbiamo messo sotto la Lazio. Nainggolan è un supereroe”

Le parole del tecnico giallorosso al termine del derby vinto contro la Lazio

Redazione

La Roma porta a casa il primo derby stagionale: i giallorossi battono la Lazio per 2-1 grazie alle reti di Diego Perotti e Radja Nainggolan. Al termine del match, il tecnico romanista Eusebio Di Francesco ha rilasciato alcune dichiarazioni.

DI FRANCESCO A PREMIUM SPORT

Penso che abbiamo fatto una partita aggressiva. Per giocare in un determinato modo devi avere una buona forma. Abbiamo messo sotto la Lazio facendo una bella partita.

Cosa c'è di buono e cosa c'è che si può migliorare? Fate una grande pressione.

Inizialmente un po' meno, poi abbiamo alzato la pressione e abbiamo osato, perché bisogna rischiare. Siamo andati bene in verticale e siamo stati bravi a salire su con i tempi giusti, mentre nel primo tempo questo lo abbiamo cercato di meno.

Preferisci il derby da allenatore o da giocatore?

Da allenatore.

Totti?

Per lui è un nuovo modo di vedere il derby, ma mi ha sorpresa perché lo ha fatto in maniera veramente professionale.

Avete attaccato tutti insieme...

Quando fai manovra riesci a portare più giocatori in area, ma a me piace certe volte più la giocata secca. La nostra migliore arma in area è Dzeko, certe volte vorrei che ci fosse questa giocata più netta.

Come commenti la squadra e Nainggolan?

Vedo una squadra che sta crescendo molto, ma adesso dobbiamo buttarci nella prossima partita di Champions e poi sulle altre partite di campionato con questa concentrazione ed attenzione. Per quanto riguarda Nainggolan, lo chiamano il Ninja ed è così. Fino a 8 giorni fa aveva una lesione muscolare e oggi ha giocato così. Che altro termine usare? Forse supereroe.

Florenzi?

Ha avuto un semplice problema dovuto a stanchezza, niente di cui preoccuparsi.

DI FRANCESCO A SKY SPORT

Interpretazione ottima del derby. Prestazione eccellente.

Sì, lo avevo detto che loro erano bravi in ripartenza e dovevamo assorbire la loro profondità ma non volevo cambiare la nostra mentalità di essere sempre aggressivi anche magari concedendo qualche spazio. Questo ci ha permesso di avere in mano la gara.

Su Nainggolan.

Lui è proprio un Ninja, riesce ad assorbire una lesione vera con la testa in pochi giorni. Ha una volontà di ferro e ha una grande qualità come calciatore.

Il pressing partiva dagli attaccanti.

Anche i movimenti successivi del terzino sono la nostra qualità maggiore. L'avevamo preparato, lo potevamo fare meglio nel primo tempo e ci sta quando vogliamo aprirci con i tre difensori. Poteva toglierci qualcosa con la loro verticalità, invece ci ha dato tanto.

La squadra è convinta di quello che tu dici e ha una foga tale da sopperire a qualche errore. C'è convinzione estrema.

Sì, specialmente a Roma la cosa difficile è entrare nella testa dei calciatori e negli spogliatoi. Loro sono convinti di quello che fanno, mi sta piacendo di più anche la fase offensiva. Ma in questo ambiente dobbiamo dare continuità e non fermarci, soprattutto negli allenamenti.

Meglio vincere il derby da allenatore o da giocatore? Ora siete lì davanti...

Grande soddisfazione, mi tengo stretto questo derby. Sono emozioni differenti, da allenatori si soffre di più. Speriamo di rimanere in alto per tanto tempo. Io credo molto nel lavoro, la cosa più importante è entrare nella testa dei calciatori che si stanno rendendo conto che stare di là porta tanti vantaggi.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Una bella vittoria.

Abbiamo approcciato senza aver paura, nonostante sapessimo che ci potessero far male. La linea difensiva ha lavorato bene, anche sul rigore preso eravamo messi bene con la diagonale. Peccato, perché era una partita che avevamo in mano.

La squadra non si è disunita.

Potevamo ricreare qualche situazione in più ma avevamo speso tanto e pressato per 70’. Potevamo fare il terzo, ma c’è stato qualche errore di troppo nell’ultimo passaggio. Sono contentissimo della mentalità che questa squadra ha.

La linea difensiva ha lavorato benissimo.

Nel primo tempo è mancata pressione davanti, ma avevamo la partita in mano. È mancata anche verticalità nell’osare. Nel secondo tempo li abbiamo messi in difficoltà. Se vai in avanti qualche uno contro uno lo devi rischiare, dietro eravamo determinati.

Tre punti e grande prestazione, questa squadra sa di essere forte. Quanto durerà questa euforia?

Dobbiamo lavorare con umiltà ma consapevoli di quello che stiamo facendo e costruendo. Tra le mura di Trigoria dobbiamo evitare eccessiva euforia, ma stasera godiamocela.

La squadra si rispecchia nel carattere dell’allenatore. La Roma è una continua scoperta.

Quando si vincono le partite non si può essere perfetti per novanta minuti. Questa squadra ha bisogno di forza e consapevolezza, ma non deve sfociare in presunzione. Questo ambiente riesce ad esaltarsi e allo stesso tempo ti butta giù. So che anche io devo lavorare duramente per migliorare certi meccanismi.

Sulla Lazio.

È una squadra che ha la qualità di riattaccarti nell’immediatezza con le mezzali, gli esterni e Immobile. Hanno vinto con grandi ripartenze a Torino: abbiamo affrontato una grande squadra che darà fastidio a tante.

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Al di là delle cose positive, cosa non le è piaciuto e cosa manca per affermarsi definitivamente come squadra da scudetto?

Io guardo sia le cose positive che negative anche dopo una vittoria del genere, dove la squadra ha fatto veramente bene. Siamo stati un po’ ingenui sul calcio di rigore. La linea difensiva era anche piazzata benissimo, purtroppo è successo e ha riaperto un po’ la gara. Mi è piaciuto molto l’approccio, anche nel primo tempo, con la voglia di andare a prendere la Lazio nonostante potessimo rischiare qualcosa sulle loro ripartenze, che è l’arma migliore della Lazio, ma la linea difensiva – e tutti i giocatori – hanno veramente lavorato bene in fase di non possesso andando anche a prenderli alti. Dove possiamo migliorare? Andando a cercare un po’ più di verticalità, che è quello che è accaduto un po’ meno nel primo tempo dove volevo che la squadra osasse di più in determinate giocate. Quando una squadra come la Lazio si chiude, è ovvio che poi si può andare solo per linee esterne e non sempre riesci a essere incisivo. Però abbiamo fatto veramente delle grandi pressioni, specialmente nel secondo tempo dove li abbiamo messi in grande difficoltà.

Queste due squadre potranno confermarsi ai vertici assoluti del campionato fino a fine stagione?

Della Lazio devo dire che è una squadra difficilissima da affrontare, perché ha la capacità di sapersi difendere con tanti uomini e ha grande gamba nel ripartire e come primo pensiero ha quello di andare dall’altra parte. Devo dire che noi stasera abbiamo lavorato veramente bene, concedendo poco o niente. Loro hanno preso il rigore su una palla laterale e nelle varie situazioni abbiamo sofferto pochissimo le loro ripartenze. E’ una squadra che ha messo in grande difficoltà chiunque, è una squadra che veniva da 10 partite vinte consecutivamente, e infatti non è un caso che sia lì. Per me può dare fastidio a tante altre squadre.

La dedica a Gabriele Sandri? Si può dire che oggi il derby lo ha vinto la squadra più forte?

Il derby lo ha vinto la squadra che ha meritato. Se fossimo stati più forti della Lazio non avremmo avuto un punto in meno in classifica, e lo abbiamo dovuto dimostrare sul campo. Questo ci deve dare grande consapevolezza e non dobbiamo perdere questa mentalità, la stessa che porta Dzeko a sacrificarsi per la squadra. Oggi abbiamo vinto dal mio punto di vista abbiamo vinto meritatamente. Ieri mi avevate chiesto se andasse bene un pareggio e se conoscessi la pericolosità della Lazio in contropiede. Noi abbiamo un'identità che i giocatori stanno mantenendo. Per quanto riguarda Gabriele Sandri, io penso che il calcio sia sport e civiltà e rispetto per chi non c'è più. E' ovvio che in campo ho visto che avrei voluto.

Complimenti per la mentalità che hai impresso alla squadra. Parlando di scudetto, ormai non vi potete più nascondere, rimpiangi il fatto di non poter utilizzare gli acquisti estivi?

Non è questione di nascondersi, fino a poche settimane fa eravamo considerati inadeguati. Io credo nel lavoro e credo che più che farvelo capire a voi, fosse importante farlo capire all'interno dello spogliatoio. Per poi parlare di altro, bisognerà aspettare. Non poter scegliere è un vero peccato, ma posso dire che stiamo usando giocatori già in rosa che avevano giocato meno l'anno scorso, come Gerson. Quando è stato chiamato in causa è entrato con la mentalità giusta. La differenza la stanno facendo negli allenamenti. Per un allenatore è molto più complicato lavorare con chi non gioca, piuttosto che chi gioca. Loro stanno capendo che possono avere sempre questa opportunità, come succederà a Madrid dove farò un po' di turnover. E' importante che abbiano capito che non si devono sedere, perché chi si siede, resta seduto per un bel po'.