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Di Francesco: “È mancata personalità, dobbiamo fare tutti mea culpa. Sembrava non avessimo mai giocato insieme”

Le parole del tecnico giallorosso dopo la sconfitta contro l'Atalanta

Redazione

La Roma non vince più: nella prima partita del 2018 all’Olimpico, l’Atalanta ha battuto i giallorossi per 2 a 1 grazie alle reti di Cornelius e de Roon. Al termine del match, il tecnico romanista Eusebio Di Francesco ha rilasciato alcune dichiarazioni.

DI FRANCESCO A PREMIUM SPORT

Serviva una Roma perfetta ma non è stata così.

Dopo il loro gol ci siamo disuniti e siamo mancati in personalità. Quando si gioca nella Roma si deve avere la forza di superare i momenti difficili. La squadra non è piaciuta e far gol ci viene davvero difficile ultimamente.

Che succede?

Stiamo facendo qualche passo indietro. Dobbiamo fare mea culpa, ci dobbiamo ritrovare e ricaricare nella sosta. Dobbiamo resettare tutto per tornare la squadra che si è vista prima. Non possiamo essere questi.

I tuoi senatori quanto possono essere importanti?

Nelle grandi squadre i giocatori più importanti devono trainare. Mi aspetto però da tutti qualcosa in più, non ci dobbiamo accontentare del bene che abbiamo fatto. Dobbiamo far tesoro degli errori e tirar fuori la personalità che c'è nei grandi giocatori che devono trainare gli altri.

La causa della frenata?

Oggi, nonostante i tanti cross, il gol è arrivata su una giocata verticale. A giocare lateralmente sono tutti bravi, bisogna forzare le giocate sapendo che una la puoi sbagliare e una indovinare. Abbiamo dimostrato che andare al cross non porta molti risultati, dobbiamo verticalizzare, che è quello che chiedo. Devono insistere su qualche concetto e sperare che la squadra dia qualcosa in più.

Con Nainggolan si vinceva?

Non si può sapere. Per me conta di più la squadra, nella vita vanno fatte delle scelte. Ora sono scesi tutti dal carro e mi sta bene. Dalla prossima ci sarà Radja che ci darà quel qualcosa in più che ci aspettiamo.

DI FRANCESCO A SKY SPORT

Sulla prestazione: come mai oggi la difesa ha vissuto quei 20 minuti da incubo?

Non è solo colpa dei difensori ma di tutta la squadra che dopo il primo gol subito non ha più giocato col nostro pensiero di calcio anche nei movimenti generali. Loro sono ripartiti sui nostri errori tecnici e le azioni di vantaggio non le abbiamo mai concretizzate. Abbiamo perso atteggiamento per mancanza di personalità o per timore, un primo tempo al di sotto delle mie aspettative.

Nel secondo tempo non avete sfruttato la superiorità.

Abbiamo avuto anche noi palle importanti, ora facciamo fatica a concretizzare la grande mole di gioco, mi meraviglia la lettura sbagliata in certe situazioni. Con squadre chiuse devi andare più in ampiezza, spesso abbiamo tirato da 25 metri contro un muro. Questo ti comporta solo confusione se non cerchi le cose giuste in una partita del genere.

Di solito si parte dai singoli per diventare squadra. A te è successo il contrario, la Roma era già squadra dopo 2-3 partite ma ora sembra che ognuno vada per conto suo o aiuti meno i compagni.

Ci può stare, abbiamo lavorato tantissimo su questo per ragionare di colelttivo. Nelle difficoltà ci siamo scollati, c'è stata paura o timore, anche non volendo, di fare un passaggio di 10 metri. Questo non deve succedere a chi vuole giocare nella Roma o vuole ambire a qualcosa di importante. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario nel periodo precedente, ora siamo scesi e dobbiamo sfruttare la sosta per ritrovare energie fisiche più che mentali.

Su Nainggolan. Punizione finita e tutto come prima?

Non si torna tutto come prima, il ragazzo è il primo a essersi reso conto di aver sbagliato. Ha accettato la scelta mia e della società, ma allo stesso tempo a volte bisogna portare l'etica e la morale davanti al risultato. Oggi è un peccato, volevamo ottenere qualcosa di diverso. Si può esser impopolari ma quando si fa una scelta o si prende una posizione si può piacere o meno. Noi l'abbiamo fatta con forza, ci crediamo e cercheremo di portarla avanti se dovrà accadere. Questo sia un insegnamento, non dico una partenza perché per me sono cose scontate.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Cosa è successo oggi?

La squadra è stata al di sotto delle aspettative, si è disunita dopo il gol, c’era paura di fare un passaggio di 5-10 metri. A livello psicologico la squadra deve essere messa in sesto, io devo andare a rimediare le difficoltà. Peccato per il secondo tempo, col vantaggio di un uomo in più dovevamo essere più bravi e invece ci siamo intestarditi, anche con conclusioni da 30 metri. Non siamo riusciti a leggere i cross, è un vero peccato. Nel primo tempo la squadra non mi è piaciuta per niente.

La rabbia che ha mostrato Strootman nell’intervista è un buon punto di partenza. Alla ripresa c’è il test molto probante con l’Inter.

Questa settimana sarà importante dal punto di vista del recupero di energie mentali. Possiamo dire tutti quanti che ci vuole più cattiveria, ma non è una cosa che si acquista al supermercato. Quando prendi gol non puoi perdere tutte le tue qualità, dopo il gol ha fatto 20’ non dico imbarazzanti ma quasi. Anche quando non abbiamo portato a casa il risultato non si sono viste prestazioni così.

Cosa succede nella testa di questi ragazzi? Era ancora l’inizio, la squadra si è smarrita in un attimo.

Posso capire a volte quelli un pochino più giovani, dobbiamo essere bravi con quelli di esperienza e con spessore a trascinarli. Non posso puntare il dito su uno o sull’altro, è mancata la squadra in generale. Abbiamo fatto le nostre fortune lavorando come collettivo, noi ci siamo impauriti. Nella mente è difficile entrarci e capire nell’inconscio cosa c’è, ho visto cose che non mi aspettavo nelle letture della linea, sulle quali abbiamo lavorato bene in settimana. Oggi sembrava una squadra che non avesse mai giocato insieme, eravamo partiti bene e col piglio giusto. Qui viene fuori il carattere dei giocatori.

Sul secondo tempo.

Loro erano molto bassi, mi serviva l’attacco della porta. Ci sono state 4-5 palle in cui potevamo attaccare la porta, nessuno è riuscito a capire dove arrivava il pallone. Ci ho provato.

Si è dato una spiegazione?

Gli ultimi gol di Dzeko arrivano su inviti in profondità di El Shaarawy, è una cosa che dobbiamo fare di più e questa è la dimostrazione. Quando la squadra avversaria è in inferiorità numerica devi andare sull’esterno e non provare tentativi da fuori. Adesso solo lavoro e silenzio.

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Una domanda secca e difficile: che succede?

È la prima che mi aspettavo e anche giusta. Credo che siamo in involuzione per quello che abbiamo dimostrato questa sera, soprattutto dopo il gol dell’Atalanta sembravamo una squadra disunita, la paura di giocare la palla a 5 metri. Siamo mancati in personalità, in desiderio di andare a riprendere questa partita. Abbiamo fatto tutto sporadicamente e non da collettivo come abbiamo dimostrato di essere in passato. Ora bisogna stare solo zitti, si è incudine. Dobbiamo riprendere l’aspetto mentale e non fisico: se si corre male e non si corre insieme si fa fatica e noi stiamo correndo poco insieme. Lo scollamento c’è, io sono il primo responsabile e devo andare a individuare questo aspetto il prima possibile per ritrovare la squadra che ci ha dato grandi soddisfazioni.

È la settima volta che la Roma si ritrova in svantaggio e non ha mai vinto una partita in rimonta. Perché questa squadra fa fatica quando si ritrova a rincorrere?

Non avevamo mai subito 2 gol in 20’ come oggi, ci siamo disuniti con facilità. Non si è vista la reazione di squadra che avrei voluto, il come mai oggi per me è una risposta difficile da dare. Nelle mura amiche dobbiamo riguardarci negli occhi per capire bene dove vogliamo arrivare e cosa vogliamo fare. Se abbiamo fatto qualcosa di importante si vede che un’identità c’era, se dobbiamo andare avanti più che i sistemi di gioco dobbiamo scegliere gli uomini sui quali fare affidamento. Queste partite mi hanno dato risposte non positive per il discorso di personalità che è venuta a mancare, soprattutto quando le partite si mettono come oggi.

La risposta oggi è più grande del solito, anche in virtù della decisione che si era presa. Il fatto che la squadra non sia riuscita a reagire è un ulteriore segnale negativo?

Sì, perché si fa una scelta forte fatta anche insieme al giocatore per dare più forza e identità al gruppo. È un peccato, non è accaduto ma bisogna andare indietro su scelte che vanno al di là del discorso sportivo. Sul carro ci sale poca gente perché abbiamo perso. Nella vita bisogna prendersi le proprie responsabilità, io ora sto zitto e subisco, poi mi auguro che tra qualche mese torneremo sul carro per gioire per qualche altra vittoria. In questo momento ho grandissimo dispiacere, ma la scelta che è stata fatta andava fatta per crescere dal punto di vista etico e morale. È servita a Radja più di tutti, poi chi vuol capire capisca. Ognuno a casa sua è libero di educare le persone come vuole, noi abbiamo fatto una scelta e mi auguro che fino a quando ci sarò io sarà sempre così.

Per giustificare questo momento della Roma, quanto hanno influito il gesto scellerato di De Rossi a Genova e la sconfitta in Coppa Italia? Lei metterebbe in campo di nuovo quella formazione?

Al di là della formazione la formazione aveva giocato in maniera differente col Torino, parliamo anche di prestazioni, non posso basarmi solo sul risultato. La prestazione di oggi è negativa, in altre situazioni al di là di chi ho fatto giocare è stata un’altra prestazione. Mi girano le scatole ad aver perso col Torino, da lì la squadra è tornata indietro e dal punto di vista della determinazione e del desiderio di arrivare al risultato siamo mancati. Questa cosa mi fa rabbia, l’avevamo trovata, perché perderla? Abbiamo lavorato di più nelle ultime settimane dal punto di vista difensivo, oggi in due-tre situazioni uno scappava e uno saliva: avevamo lavorato benissimo nell’ultimo periodo, anche quando avevamo avuto meno tempo. Dobbiamo ritrovare le energie nervose per trovare quelle energie mentali e tornare ad essere quelli di prima. Oggi non posso trovare giustificazioni, devo stare solo zitto e dare spiegazioni che siano vicine. Dobbiamo rimboccarci le maniche, io per primo, per trovare dove migliorare questo aspetto della squadra.

Quanto le complica i piani questa settimana di vacanza? Da contratto i giocatori devono andare in vacanza. Ha dato delle regole da seguire?

È ovvio che hanno delle regole, mi viene da sorridere sulle regole quando stanno per i fatti loro. Abbiamo dato dei programmi di lavoro, ci può stare a livello mentale lo stemperare la tensione. Mi auguro di ritrovare giocatori più carichi mentalmente, con la voglia di recuperare ciò che hanno lasciato per strada perché è veramente un peccato rovinare il gran lavoro. Dispiace e basta, in questo momento sono rammaricato per la prestazione del primo tempo nel quale la squadra non mi è piaciuta assolutamente per carattere e personalità.