( di Mirko Porcari) - E' strano il destino, soprattutto nel calcio. Flash e fotografie nella concitazione di un benvenuto scintillante ed un addio in punta di piedi, se possibile da un'uscita secondaria:
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Destini brasiliani
( di Mirko Porcari) – E’ strano il destino, soprattutto nel calcio. Flash e fotografie nella concitazione di un benvenuto scintillante ed un addio in punta di piedi, se possibile da un’uscita secondaria:
la storia di Julio Baptista e di Cicinho con la Roma si riassume in queste immagini, contrastanti quanto reali ma esplicative di due avventure scivolate via senza troppo clamore. Il primo ad assaggiare l'affetto del popolo romanista è stato il terzino: al Real Madrid non c'era più spazio per lui, Capello aveva tentato in tutti i modi di regalargli qualche infarinatura della fase difensiva salvo poi preferirgli Sergio Ramos, spostato per l'occasione sulla destra dopo una vita da centrale. Il caldo di agosto (siamo nel 2007) non aveva scoraggiato alcuni tifosi a presentarsi a Fiumicino, il tam-tam radiofonico aveva fatto diventare un meeting "tra pochi intimi" in un vero e proprio bagno di folla. Saranno circa 500 le persone che, nell'emozione di un acquisto considerato "galactico", bloccheranno il terminal aeroportuale in un abbraccio collettivo verso il nuovo arrivato. Il campo, in realtà, è meno magnanimo: Spalletti ci mette poco a capire le difficoltà di Cicinho nell'apprendere i meccanismi base della difesa e dopo un primo anno a buoni livelli (sono 44 le presenze tra campionato e coppe) il brasiliano dimentica piano piano come è fatta una maglia da titolare. La soluzione "tampone" è un prestito di pochi mesi al San Paolo dopo anni di infortuni e delusioni alla Roma: anche in patria le soddisfazioni latitano ed il rientro nella capitale coincide con una speranza ritrovata nella buona fede di Ranieri: l'allenatore, almeno inizialmente, punta su di lui per tamponare le falle sulla fascia destra ma alla fine deve arrendersi, facendo capire a Cicinho che una soluzione alternativa sarebbe convenuta a lui ed alla società. Il Villareal e la Liga sono il prossimo futuro ed a fine febbraio potrebbe incontrare l'ex compagno giallorosso Julio Baptista, anche lui "fresco" di trasferimento. Per la "Bestia" l'arrivo a Roma era stato preceduto da presupposti di altissimo livello: un curriculum di tutto rispetto, con stagioni esaltanti proprio in Spagna ( terra che aveva visto la sua "esplosione" nel Siviglia) ed una serie impressionante di filmati on-line che mostravano una grande forza fisica abbinata ad una tecnica da brasiliano doc. Lo sbarco a Fiumicino è salutato da pochi tifosi, quelli sono i giorni dell'addio a Franco Sensi ed è difficile pensare ad altro: Spalletti lo accoglie a braccia aperte pregustando un inserimento graduale del calciatore negli schemi offensivi della squadra, lui dimostra sempre grande professionalità durante gli allenamenti ed il primo anno ( 2008/2009 ) porta buone risposte sia dal punto di vista delle presenze che da quello dei gol ( 37 gettoni ed 11 marcature). Ogni prestazione della bestia è però accompagnata da un dubbio crescente: "Ma in che ruolo gioca?" La domanda è leggittima, negli anni romani nessuno ( tecnici compresi ) è riuscito ad individuare l'esatta collocazione del calciatore: trequartista, esterno o seconda punta, niente di chiaro ed un utilizzo sempre più scarso. L'ultimo anno e mezzo è un vero e proprio stillicidio: Baptista è perennemente sul mercato, ogni tanto il suo nome compare nella lista dei convocati con Ranieri che gli concede qualche spezzone di gara e i tifosi si mostrano "insofferenti" ad ogni tocco di palla. Adesso il Malaga ed un progetto ambizioso in cui l'ex Real Madrid sembra esserne il perno centrale... Bè, buona fortuna...
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