Giancarlo De Sisti è tornato a parlare di Roma. In occasione dei suoi 80 anni che compirà domani, "Picchio" ha rilasciato una lunga intervista all'agenzia AGI. Tra i temi trattati anche la squalifica di Mourinho ema anche il caso Zaniolo e la situazione Juventus.
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De Sisti sul caso Serra-Mourinho: “Non mi schiero. Zaniolo? Bravo e fortunato”
Lei conosce bene la piazza romana. Oggi c’è grande entusiasmo per Mourinho e i tifosi sono sempre dalla sua parte. La recente squalifica di due giornate apre una questione nuova: può essere un precedente pericoloso se un assistente di gara manca di rispetto a un allenatore? A lei è mai successo? “Io non prendo la parte di nessuno perché non c’ero e non ho percezione delle parole che sono volate, però penso che chiunque, arbitro o allenatore, devono improntare il rapporto sempre con rispetto ed educazione perché i giovani ti guardano, sei un esempio e devi ricordartelo sempre. Ne sono sempre stato convinto e ai miei tempi sono stato uno dei più educati: quando gli parlavo lo chiamavo ‘signor arbitro’ o col cognome. Mi rivolgevo a lui dandogli del ‘lei’ perché era un pubblico ufficiale. Detto questo, ricordo una volta un arbitro in Fiorentina-Inter, prima di un calcio di punizione contro di noi, con Mazzola e un altro che vanno sulla palla mentre io ero nel gruppo che preparava la barriera. L’arbitro mi disse di togliermi. Io mi sono tolto ma poi sono tornato e la seconda volta mi ha detto ‘vada via e non rompa i co…’. Io ero capitano della Fiorentina e titolare in nazionale. Sono tornato sui miei passi. Ho detto che l’arbitro che una cosa del genere era gravissima e l’avrei detto a Franchi. Era non solo il presidente della Fiorentina, ma anche il potentissimo presidente della Figc e l’arbitro letteralmente se la fece addosso. Da quel momento nessuno poteva toccarmi che lui fischiava a mio favore".
In venti anni cosa è cambiato per i giovani talenti italiani con l’avvento dei procuratori responsabili, tra l’altro delle note vicende di Donnarumma, prima, e di Zaniolo poi? “Non si tratta solo dei procuratori. In Italia si è creato da anni il problema dei genitori. Nel ’68 con Rivera, Mazzola, Losi, Bulgarelli ricostituimmo l’Associazione italiana calciatori che divenne un sindacato mentre prima faceva soprattutto gli interessi club. Una delle prime battaglie che facemmo era quella contro i procuratori che ancora non erano così importanti e non si immaginava che potessero entrare in maniera così forte nel mondo dei giovani calciatori. Non è giusto però non parlare anche dei genitori che ci mettono del loro e che pensano solo ai conti correnti. Ai miei tempi non era così: ricordo ancora che quando Paolo Conti, portiere della Roma, venne a firmare il contratto portandosi dietro il commercialista venne criticato dai giornali. In Italia la presenza del genitore è importante nelle trattative economiche, mentre in Inghilterra, per esempio, hanno tacitato la figura del genitore mettendo addirittura delle penali. Oggi se non fanno giocare il figlio, i genitori alzano la voce, fanno casino e arrivano anche a minacciarti. Personalmente, comunque, resto alla mia convinzione di allora e credo che sarebbe meglio se i procuratori non ci fossero proprio. Zaniolo è bravo e fortunato, ha giocato in nazionale prima di giocare in Serie A. E’ bravo, ma Roma è una piazza speciale ma certamente non facile”.
Un tema attualissimo riguarda il caso plusvalenze e la penalizzazione della Juventus. Oggi la Figc ha consegnato ai legali bianconeri la ’carta Covisoc’ con cui sperano di annullare la penalizzazione di 15 punti per il club. Lei che ne pensa? “Che non si sappia la verità dopo tre anni mi sembra strano. Comunque non conosco le carte, ma se c’è una certezza che è stato commesso un illecito, se è stato accertato che la Juve ha imbrogliato è giusto che il club bianconero paghi la penitenza. È giusto dargli una legnata…!”
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