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De Sisti: “Roma e Fiorentina offrono ottimo calcio. Ranieri un signore come pochi”

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"Hanno tutte e due la possibilità di tentare il miglior piazzamento possibile, la Fiorentina è presa dal ritorno col Betis e avrà un occhio a quella gara", le parole di Picchio
Redazione

Giancarlo De Sisti, ex centrocampista poi allenatore e dirigente, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Firenze Viola alla vigilia di Roma-Fiorentina. Picchio, cresciuto nel settore giovanile giallorosso, ha indossato la maglia della Roma dal 1960 al 1965 e dal 1974 al 1979: nel mezzo nove anni in maglia viola. Queste, dunque, le parole di De Sisti, che pochi giorni ha fatto visita a Trigoria e ha incontrato Claudio Ranieri: "Sono due squadre in grado di offrire buon gioco e possono contendersi la palma del risultato. Hanno tutte e due la possibilità di tentare il miglior piazzamento possibile. La Fiorentina è presa dal ritorno col Betis e avrà un occhio anche e soprattutto a quella gara. Lo scontro è tra due squadre che hanno offerto momenti di calcio di ottimo livello".

Quanto conterà domani il fattore Ranieri? "Ranieri ha fatto una galoppata, una risalita, con grande garbo e signorilità. Come è lui anche fuori dal campo, un signore come pochi se ne vedono. Ha operato con saggezza, ha ricompattato un ambiente che rischiava di sfasciarsi. Poi ha saputo scegliere i giocatori al momento giusto ed è diventato automaticamente un mago. E' stato molto bravo e ha avuto un pizzico di fortuna che l'ha accompagnato".

Per chi farà il tifo? "Le mie radici sono a Roma. Quando sono a Firenze non sapevo che avrei trovato il paradiso. I miei migliori risultati e momenti sportivi sono stati soprattutto a Firenze, che mi ha trattato da giocatore vero e io ho cercato di rispondere su quel piano".

Nei giorni scorsi ha fatto visita a Trigoria e Ranieri le ha donato la maglia numero 10: che effetto le ha fatto? "Un bell'effetto. Un amico comune che abita ai Castelli Romani aveva giocato insieme a Ranieri nel Catanzaro. Gli ho detto che gli avevo scritto un messaggio quando era tornato a Roma, ma che non mi aveva risposto. Poi questo amico mi ha detto che il numero che avevo io era vecchio. Allora mi ha dato il numero nuovo di Ranieri e gli ho scritto, lui un minuto dopo mi ha risposto e mi ha detto di andarlo a trovare quando volessi. Sono andato, ma non pensavo che mi abbracciasse come un vecchio compagno di squadra e mi regalasse la maglia. La regalerò a uno dei nipotini, sicuramente".

DE SISTI IN "SERIE A PREVIEW" DELLA ROMA

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Sulla visita a Trigoria. "La sua simpatia, ospitalità e carineria nell'accogliermi è stata al di sopra delle aspettative. Ranieri è un tipo saggio e tranquillo, mi ha fatto sentire come fossi a casa mia. Quando ci siamo sentiti mi ha detto 'Trigoria è casa tua', non mi risultava avessi una casa lì. Mi ha regalato la maglietta col nome e abbiamo fatto quattro chiacchiere in amicizia".

Il suo cuore è diviso esattamente a metà? "Più o meno sì, c'è qualcosa di più per Roma perché non dimentico le radici e non dimentico che da ragazzino mio padre mi portava all'Olimpico e qualche volta al Flaminio. Idealizzavo, sognavo, poi questo sogno si è avverato. Sono riuscito a giocare per la squadra del mio cuore. Per motivi economici poi la Roma ha dovuto cedermi alla Fiorentina, per risistemare il bilancio, e a malavoglia sono partito. Quando ho lasciato Roma ho pianto. Mi sono ritrovato in una città che aveva rinunciato a Umberto Maschio per fare posto a me, quando mi hanno accolto mancava solo la banda: come se fossi uno importante. Mi hanno accolto bene, mi sono trovato magnificamente bene anche perché l'impatto è stato un po' frazionato. Facevo il militare a Roma, ma giocavo con la Fiorentina: l'impatto è stato a piccole dosi ed è andato tutto bene. Se non fosse stato per disguidi con un allenatore non avrei neanche lasciato Firenze".

Che cosa ha portato Ranieri a questa Roma in difficoltà? "Tanta roba, come si dice in gergo. Qualche dissapore che circolava in spogliatoio l'ha calmierato subito. Si sa che quando le cose non vanno bene qualche malumore emerge. La Roma non riusciva a trovare la quadra, i nuovi non si inserivano. De Rossi non ha potuto sviluppare per niente il suo lavoro e le sue capacità. All'avvento di Ranieri avevo dimostrato ottimismo. Nel suo lungo cammino ha allenato il Nantes, andammo lì a giocare con mio nipote che sta nell'Under-18: sta alla Roma da quando ha 9 anni. Io, mia moglie e altri nonni abbiamo seguito i ragazzi al torneo internazionale di Nantes, lì ho incontrato Claudio ed è stato gentilissimo con la mia famiglia. Avevo il suo numero, ci siamo sentiti pochissimo ma quando la Roma ha deciso di rivolgersi a lui gli ho mandato un messaggio dicendo che il suo modo di essere un uomo saggio e il suo modo di fare calcio avrebbe funzionato. Peccato che avevo il numero sbagliato. Abito ai Castelli Romani e qui abita anche un suo ex compagno di squadra, Roberto Vichi, ci siamo incontrati per squadra a un evento e gli ho raccontato questa storia. Lui mi ha detto che avevo il numero sbagliato. Alla fine gli ho riscritto con un nuovo messaggio e dopo 2-3 minuti mi ha risposto con un altro messaggio. C'è stata un'accoglienza lì a Trigoria... Uno dei ragazzi ha detto 'Mister finalmente ha trovato l'allenatore?'. Ho riposto io: 'Guarda che cerca uno più giovane, io sono più vecchio di lui'".

Ci arriva la Roma quarta? Domani come finisce? "Meglio se non ne parliamo. Sono anni che mi chiedono quanto finisce la partita tra Roma e Fiorentina, voglio un bene dell'anima a entrambe e non mi sbilancio. Secondo me la Roma ce la può fare ad arrivare quarta".