“Io sono arrivato qui due anni fa, non ero giovanissimo, non lo sono neanche ora, vivo da ventiquattro mesi questa situazione. Per quanto mi riguarda, contano il campo e le prestazioni. Magari qualcuno dovrebbe guardarle più attentamente queste prestazioni che un giocatore come me sta fornendo, però per il futuro c’è tempo, non tantissimo perché mancano quattro partite e io sono concentrato a quelle e anche alla prossima stagione che giocherò con la Roma". Morgan De Sanctis, quando pensa al suo futuro, non si vede nei panni di un secondo portiere. Voci di mercato, e la partenza di Skorupski già data per sicura, ipotizzano che la prossima stagione, tra i pali giallorossi non ci sarà più il 'Pirata'. Di conseguenza molti potrebbero pensare che finirà la sua carriera relegato in panchina, mentre qualcun'altro avrà preso quel posto, suo da quasi due stagioni. Invece De Sanctis non teme rivali, anche di spessore, perchè consapevole di quanto ancora può dare: "Ho firmato un contratto dove non c’è scritto che devo giocare per forza. Chiunque sarà nella Roma l’anno prossimo a difendere la porta - ha avvisato - se la vedrà con me. Credo molto nelle mie capacità e lavoro per fare in modo che i risultati siano dalla mia parte".
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De Sanctis non teme rivali: “Credo in me stesso. Totti è e sarà per sempre la Roma” – VIDEO
"Francesco ha rappresentato, da 23 anni a questa parte, qualcosa di fantastico per la Roma, per l’Italia e per il calcio in senso generale"
L'anagrafe, però, dice che per De Sanctis (già consigliere federale) non manca molto al ritiro dal calcio giocato. Ha un anno in meno di Francesco Totti e, tra le dichiarazioni rilasciate a margine dell'iniziativa promossa da Lotto Sport Italia (di cui De Sanctis è testimonial), presso lo store Scarpamondo di Torre Spaccata, ha parlato anche del capitano giallorosso, delle sue recenti esclusioni e di quando il numero 10 appenderà gli scarpini al chiodo: "Alla nostra età, e io sono soltanto un anno più giovane di Francesco, è evidente che tutti i giorni ti confronti con la necessità di mantenere un livello altissimo di prestazioni. Sto parlando degli allenamenti quotidiani e della partita. Questo non può durare per sempre, ma la capacità di un giocatore deve essere quella di capire quando è il momento giusto per finire in maniera dignitosa e in maniera sublime se ti è permesso. Quindi per quello che mi riguarda sarà abbastanza semplice, mentre per quanto riguarda Francesco sarà più complicato perché lui ha rappresentato da 23 anni a questa parte qualcosa di fantastico per la Roma, per l’Italia e per il calcio in senso generale".
"ROMA ARTEFICE DEL PROPRIO DESTINO" - Il numero uno giallorosso è tornato poi su argomenti di attualità, come la difesa del secondo posto e l'imminente sfida contro il Milan: "Mancano quattro gare e cercheremo di continuare a fare risultati positivi sia se ci sarà bisogno di fare partite arrembanti sia se ci sarà bisogno di fare partite difensive. Noi fino alla settimana scorsa dovevamo aspettare anche il risultato delle altre squadre, ora siamo tornati ad essere artefici del nostro destino quindi la concentrazione deve essere sul Milan, che è la prima partita, cercando di andare a fare una grande prestazione a Milano. Non dobbiamo partire pensando che loro non sono in grado di metterci in difficoltà perché sono certo che non sarà così. Per noi conta solo una cosa: dobbiamo portare il risultato a casa a tutti i costi. In questo momento quello che ci avvantaggia è avere un punto in più e essere artefici del nostro destino. Pensiamo alla partita con il Milan, che è da vincere, e poi si va avanti di gara in gara. E’ vero che la Lazio gioca partite impegnative con avversari difficili, ma anche le nostre partite non sono semplici".
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