(Ansa)- ''A Roma devo stare attento a come mi muovo e a quello che dico. Su di me ci sono state calunnie vergognose, e chi calunnia per me e' peggio di chi fa la spia. A Roma si vive di calunnie, ma uno lo sa, sa da dove vengono e impara a conviverci''. Da Rio de Janeiro, Daniele De Rossi rompe il suo silenzio per far presente che non ne puo' piu' di quelle che definisce ''cose folli, le dicerie piu' becere'', e anche di tutti quei discorsi sulla differenza tra le sue prestazioni in azzurro e quelle in maglia giallorossa.
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De Rossi urla: “Quante calunnie su di me”
(Ansa) – ”A Roma devo stare attento a come mi muovo e a quello che dico. Su di me ci sono state calunnie vergognose, e chi calunnia per me e’ peggio di chi fa la spia.
Cosi' se la prende con un ambiente che da una parte lo ha eletto a simbolo e definito Capitan Futuro, ma dall'altro non impedisce che vengano sparsi veleni sul suo conto. Daniele dice basta, risponde con un semplice sorriso e poi va via quando gli si chiede direttamente e senza troppi giri di parole, ''ma allora, rimani alla Roma?'', in precedenza pero' ne ha per tutti, anche se comincia parlando dell'emozione di aver giocato nel Maracana', che non sara' piu' lo stesso ma fa sempre un certo effetto. ''Ero emozionato - dice - nonostante abbia quasi 90 presenze in nazionale. Il Maracana' ha tanta storia. Ho parlato con i miei amici con i quali ho cominciato a giocare e tutti erano affascinati dal fatto che io giocassi li'. Anche i miei compagni erano emozionati, ma credo che nonostante questo abbiamo fatto bene: l'Italia ancora una volta ha risposto presente''.
In campo ieri e' stato tra i migliori, e un grande del passato come Tostao, ora stimatissimo commentatore, gli ha fatto grandi elogi: allora come si spiega che con la Roma De Rossi renda in un modo e con la nazionale in un altro? ''Io affronto le partite alla stessa maniera, sia alla Roma che in nazionale - risponde -, e respingo la diceria che in azzurro io giochi molto bene e nella Roma molto meno bene. Poi pero' sono un ragazzo onesto e devo fare una valutazione: alcune volte con la nazionale sono il migliore in campo, anzi piu' che alcune volte. A Roma, invece, faccio una partita buona e una meno buona, quindi un fondo di verita' deve esserci per forza, ed e' giusto rendersene conto''.
''Non so se sia una cosa ambientale, o di testa - prosegue De Rossi - o una cosa personale. Eppure qui giochi al Maracana', ti guarda tutto il mondo e quindi la pressione dovrebbe essere maggiore. Invece giocare nella Roma e' diverso, e' una pressione meno mondiale ma piu' passionale, che a volte rischia di confondermi''. I discorsi sulla Roma lo riportano alla realta' giallorossa, e da come ne parla Daniele non sembra uno sul punto di andarsene. ''Ho seguito con attenzione la telenovela dell' allenatore - racconta -, e credo che ne abbiamo preso uno bravo: Garcia ha vinto poco pero' ha fatto molto bene con un piccolo club. Come impatto mi sembra simile a Luis Enrique e quindi con lui la Roma parte bene, perche' per me Luis Enrique era il numero uno. Garcia e' bravo, e non importa che non sia stato la prima scelta''.
Ora cosa potrebbe arrivare dal mercato? ''Leggo anche nomi di possibili acquisti, e mi sembrano buoni, nomi interessanti - commenta -: mi sembra si vada nel verso giusto, la societa' sta cercando di fare bene, anche se negli ultimi due anni non abbiamo ottenuto i risultati che volevamo''. ''Piu' che la mancanza di giocare in Europa - insiste - altre cose mi danno fastidio della situazione romana. Bisogna sempre negare accuse folli o le dicerie piu' becere, e questa e' una cosa grave. Quando vengo in nazionale sono considerato non dico una stella, ma un giocatore importante, mentre a Roma devo stare attento a come mi muovo e a quello che dico''. ''Su di me ci sono state calunnie vergognose - e qui parte l'atto di accusa -, e chi calunnia per me e' peggio di chi fa la spia. A Roma si vive di calunnie, ma uno lo sa, sa da dove vengono e impara a conviverci''.
Ma sono cose che influiscono al rendimento? ''Non dico che cio' influisca: se gioco male e' per colpa mia, cosi' come se gioco bene e' merito mio, ma bisogna essere lucidi nel giudicare come gioco. E' capitato che io abbia fatto bene, e che non se ne siano accorti. Sono due mesi che convivo con problemi a una caviglia, e giocarci sopra non mi ha fatto certo bene''. Rimani alla Roma? Fa un grande sorriso e va via per concedersi alle televisioni brasiliane.
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