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De Rossi: “Stasera guardo la Roma. Futuro? Allenerei all’estero”

Redazione
Le parole dell'ex tecnico della Roma dal Salone d'Onore del CONI: "Tutti sanno che la mia passione e il mio futuro sarà su una panchina, non so quale. Spero presto di andare su una panchina per fare il lavoro che amo"

Daniele De Rossi, ex allenatore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Salone d’Onore del CONI in occasione della cerimonia di consegna dei riconoscimenti della 19ma edizione del “Premio ASI Sport&Cultura. De Rossi, a cui è stato assegnato dopo un verdetto unanime il premio nella sezione “Gesto Etico” grazie alla scelta di cuore di acquisire la storica società dell’Ostia Mare, ha risposto alle domande dei giornalisti. Bocca cucita, però, in merito alla Roma, se non che la leggenda giallorossa guarderà stasera la partita contro il Lecce.

Quale è il primo bilancio con l'Ostia Mare, quali sono gli obiettivi e i principali ostacoli? "E' un progetto di naturale sociale, poi c'è sempre lo sport e la nostra città dietro. Sociale è il calcio in generale, il calcio porta tanta gente allo stadio dalle console o dai social. Il calcio muove il mio mondo da quando sono molto piccolo. Ostacoli? Sapevamo che ci potessero essere, come le tempistiche e i permessi da chiedere per ricostruire lo stadio. Cose che non sono state brutte sorprese ma che sapevamo dal primo giorno. Poi c'è stato il campo, i risultati. Siamo partiti da una situazione di classifica abbastanza turbolenta, ora stiamo un pochino meglio ma mancano 5-6 partite. Si vuole provare a cambiare rotta, anche se non ho trovato una situazione disastrosa. C'è molto da fare a livello d'impiantistica, ma ne eravamo al corrente. Nessuna doccia fredda o brutta sorpresa".

Che ne pensa di Cesare Prandelli come nuovo direttore tecnico della Nazionale? "Non ho letto la notizia, ogni tanto mi informo su queste novità ma non ne sapevo niente. Aggiungere un uomo di calcio e conoscenza a Spalletti può solo far bene alla Nazionale. Tra loro mi pare ci sia un ottimo rapporto, può essere un buon modo per aiutare una Nazionale che nelle ultime due gare ha fatto un tempo e mezzo molto bene".

Sul futuro? "Il mio futuro è qui, prendere il premio. Stasera andrò a casa, guarderò qualche partita. Anzi c'è la Roma, stasera guarderò la Roma. Lo vedremo in altre sedi, qui sto cercando di sdoppiarmi. In questo momento in cui il mio presente non mi vede lavorare su una panchina, che è il mio futuro, cerco di concentrarmi sulla costruzione di una società che poi si possa reggere in piedi da sola con le persone che io metterò, metto e sto mettendo dietro la scrivania o dentro i campi a Ostia. Tutti sanno che la mia passione e il mio futuro sarà su una panchina, non so quale. Spero presto di andare su una panchina per fare il lavoro che amo".

Anche all'estero? "Certo, perché no. Ho avuto tanti mesi per poter guardare il calcio italiano e penso che sia a un livello molto alto, ma allo stesso tempo cerco di informarmi e di aggiornarmi sia da casa sia dal vivo per vedere le strutture e i ritmi di gioco all'estero, mi affascinano molto. Ho provato a migliorare una lingua che non parlavo benissimo, ho avuto tempo libero per fare delle cose che spero un giorno mi serviranno. Spero di non avere più tanto tempo libero. Inghilterra? Non è un problema di dove o di campionato, ma che ci sia un progetto serio con persone serie che abbiano voglia di fare un percorso insieme a me perché vedono qualcosa in me".

Quanto è carico Daniele De Rossi in vista di una nuova esperienza? "Sono sereno. Quando un allenatore sta fermo per tanto tempo all'inizio si scarica, poi si ricarica automaticamente di quella che è la passione, il sale di questo lavoro. Quando stai lavorando l'adrenalina un po' ti pesa, ma quando smetti ti viene a mancare subito. Sono tranquillo, so quello che mi aspetta. Non so dove, ma so che presto, a giugno o un po' più tardi, ricomincerò a fare quello che mi piace".

Sulla Nazionale. "Ho visto la partita che abbiamo giocato in casa e il secondo tempo di Dortmund, solo la parte bella. Scherzi a parte, nel primo tempo qualche minuto di black-out ci può stare. Abbiamo giocato alla pari contro una squadra che guardando agli effettivi è più forte di noi. A livello di opportunità e occasioni, anche all'andata, non sarebbe stata una rapina se fossimo passati noi. Penso che il livello sta tornando di nuovo a essere buono, con questo percorso ci avvicineremo con più consapevolezza a quando poi le partite conteranno e peseranno davvero".

Che cosa direbbe ai ragazzi? "Che c'è un allenatore e una struttura importante in Nazionale, un allenatore che stimo tanto".

Un impegno che sentivo di dovermi prendere per la città e per un quartiere gigante in cui sono nato e cresciuto. Speriamo di essere aiutati e accompagnati dalle autorità ma soprattutto dalla gente di Ostia. Come in tutti i quartieri grandi c’è anche la criminalità. Il cinema o le serie Tv hanno mostrato solo quel volto di Ostia, ma c’è tanto altro e io proverò a mostrare l’altra faccia di una parte così importante di Roma. Cercheremo di staccare un po’ i nostri figli, i nostri ragazzi dalle console e dai social network. Gli sport di gruppo ti aiutano ad assaporare la vita, nelle sue vittorie e nelle sue sconfitte”, ha aggiunto De Rossi una volta salito sul palco per ricevere il premio dedicato alla memoria di Fabrizio Quattrocchi. “Manca poco ai 20 anni dal Mondiale del 2006. Abbiamo un gruppo su whats app, ci promettiamo sempre di rivederci e di fare qualcosa insieme. Lo abbiamo fatto per i 70 anni di mister Lippi, abbiamo vissuto qualcosa insieme di incredibile. Un ricordo del 2006? Ci sono tanti aneddoti con Gattuso, ma non si possono raccontare. Diciamo che dopo le vittorie tornavamo un po’ allegri e gli facevamo degli scherzi. Una volta abbiamo usato un estintore per riempirlo di schiuma, non è stata una grande idea. Io sono scappato, era furioso…”.