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De Rossi, sempre e per sempre ancora una volta. La scelta felice dei Friedkin

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DDR ha dato così tanto in questi tre mesi che non ci si può ridurre a un palo o a un rigore sbagliato per prendere una decisione sul domani: rappresenta oggi il prototipo dell’allenatore perfetto per questa Roma
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

"La felicità è reale solo se viene condivisa”. Una frase che è diventata classica nelle bio sui profili social perdendo anche la sua origine. Ma quella frase, usata ad arte da Sean Penn nel film Into the Wild, oggi ce la teniamo stretta. Perché siamo felici. Difficile esserlo pienamente quando c’è una tensione tale prima di una gara così importante come quella di stasera col Milan. Ma siamo felici di felicità riflessa. Quella di Daniele De Rossi, che poi è sempre combaciata con quella dei tifosi della Roma. Almeno da 23-24 anni a questa parte. Saranno ancora di più gli anni in cui essere felici insieme. Un’altra carriera da donare alla Romad’altronde non poteva durare solo 6 mesi. Non doveva. E non doveva nemmeno essere legata solo ai risultati o agli obiettivi. Daniele De Rossi sarà il tecnico per il prossimo anno, e se tutto andrà bene per i prossimi anni. Lo hanno deciso i Friedkin qualche giorno fa ufficializzandolo oggi. Nel pieno stile: ve faccio na’ sorpresa. Ok, in texano non si dirà proprio così ma il senso è quello. Nel giorno in cui si gioca la partita più importante della stagione. A scanso di ogni equivoco dopo una eventuale sconfitta. Perché De Rossi ha dato così tanto in questi tre mesi che non ci si può ridurre a un palo o a un rigore sbagliato per prendere una decisione sul domani. Quando ci si sposa non si pensa all’errore di un giorno, ma a tutti i mancati errori di un anno. Come faceva il capolavoro di De Gregori scelto da DDR nel giorno del suo arrivederci: “il vero amore può nascondersi, confondersi. Ma non può perdersi mai”.

Una scelta intelligente quella dei Friedkin, nei tempi e nei modi. Totalmente al contrario rispetto a quella presa da Pallotta nel 2018 quando, proprio a campionato in corso, annunciò il mancato rinnovo di Daniele da giocatore. Ma andiamo oltre i paragoni, andiamo sulla sostanza. Daniele De Rossi rappresenta oggi il prototipo dell’allenatore perfetto per le ambizioni di un club che non può ancora spiccare il volo ma non vuole nemmeno restare a bassa quota. Iniziamo dai pregi? Conosce l’ambiente, e sa come muoversi. Ha dimostrato intelligenza tattica non comune imbrigliando allenatori come Pioli, De Zerbi, Ranieri e pure Inzaghi per un tempo. Conosce tre lingue, sa comunicare coi media, coi giocatori esperti e con quelli giovani. Coi dirigenti e coi tifosi. Ah sì, poi è romanista vero. Che non guasta se sei bravo. Tutti elementi che arrivano nel post Mourinho. Chiedete a Gasperini o Benitez quanto possa essere difficile? Per la prima volta Daniele potrà preparare una squadra dall’estate, altro elemento mancante nelle due avventure con Spal e Roma finora. I difetti? Ne ha, come tutti. Ma se non perderà l’umiltà di riconoscerli e correggerli allora potranno ammorbidirsi col passare dei mesi. Ora ha tempo, ora ha la fiducia totale. A partire da stasera, perché ok essere felici. Ma in certi casi è meglio esagerare.

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