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De Rossi: “La Roma è una scelta di cuore, Garcia ci farà vincere. Io e Totti come fratelli” – AUDIO

"Il mio gol in Roma-Torino mi fece rimanere a Roma. Il rinnovo? Tanti soldi ti portano ad essere chiacchierato, ma ho fatto quello che volevo, restare con la mia squadra del cuore"

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Daniele De Rossi, centrocampista della Roma, è il protagonista della puntata di oggi di SlideShow, programma in onda su Roma Tv. Ecco le sue parole: 

Mamma e papà

Due persone che non smetterò mai di ringraziare per come mi sono stati sempre vicino anche quando le scelte annunciate era state preannunciate da loro. Mi hanno dato sempre la mano per ricominciare e non potrò mai ringraziarli abbastanza.

Ostia

E’ il mio primo amore, la mia prima squadra, erano due o tre anni che avevo cominciato a giocare a pallone. Qui in questa foto c’è un ragazzo che non c’è più, Giorgio e mi trema la voce a guardarlo. C’è tutta la mia adolescenza, l’Ostia mare è la prima squadra a cui sono legato, sui miei parastinchi c’è quello stemma in primo piano. Sono stato preso dalla Roma tre anni prima di quando sono effettivamente venuto. Per due anni consecutivi rifiutai perché volevo stare con i miei amici. Stare con loro mi divertiva ed è paragonata alla mia carriera dopo. Non voler andare in altri posti più ambiziosi e belli. Ho fatto una scelta ben precisa anche allora e una volta arrivata la Roma poi l’ho riconfermata senza cambiare casacca.

De Rossi piccolo

Sembrano secoli fa. La Roma è stata parte della mia vita anche quando non ci giocavo. Questo è il mio completino, ero sempre vestito con quello. Mi sentivo uno di loro, l’epoca di Bruno, Voeller, i miti che restano tali nonostante la Roma adesso restituisce giocatori ncredibili. Non c’erano vestiti che potevo preferire rispetto a quelli.

Rudi Voeller e Giuseppe Giannini

Ero innamorato da piccolo di lui ed in età più matura lo conobbi. E’ stata una piacevole conferma, poi da giocatore è stato un grande. Stessa cosa per Peppe Giannini, loro meritavano una Roma come quella di adesso, sono stati una vita alla Roma. Mi sento un po’ come Giannini, è stato un a vita alla Roma, ha dato il sangue ed è stato costretto a lottare per la retrocessione. La Roma deve amare i giocatori che vincono lo scudetto ma non deve mai dimenticare loro che si sono messi la Roma sulle spalle anche in momenti meno brillanti.

Il raccatapalle

Per me farlo era come giocare con loro. Se lo chiedi ai ragazzi che lo fanno per noi ti rispondono la stessa cosa. Da che andavi allo stadio ti li ritrovi li, nu continuo spettacolo, dove scopri briciole di calcio vero. Quando lo facevo ero affascinato anche dagli avversari, ogni tanto facevi il raccatte palle a Ronaldo, Baggio. Una volta ho rischiato di prendere una cinquina da Sebastiano Rossi perché non gliela davo veloce

Allievi nazionali

Un gruppo che è stato lo stesso anche diversi anni prima. Ci sta Pepe, Aquilani. E’ stato il primo campionato da titolare, alcune persone nella mia vita hanno svolto un ruolo fondamentale. C’era Bencivenga che ha creduto in me per primo, lui ha avuto un tocco diverso, ha visto oltre e mi ha cambiato la carriera. Poi c’è Mancini e il portiere Paoletti che sono da prima di allora i miei migliori amici. Sono tra le persone più importanti della mia vita, persone che anche se non sento da giorni sono nel mio cuore.

Torneo di Viareggio

L’ho fatto tre volte, non ho mai vinto. Ci piacevano le partite, l’incontrarsi con altre squadre, andare in ritiro per 10 giorni e fare la vita da calciatori veri. Un torneo che odora di Champions League.

Prima panchina in Serie A

Insieme a me in questa foto c’è Montella che adesso fa l’allenatore. Certe tappe le ricorderò per sempre. Quello che adesso faccio normalmente prima era qualcosa di incredibile. Io dovevo andare in tribuna, prima della partita, i medici ci chiedono cosa avevamo preso come medicine e Capello lo mandò in tribuna e disse manda De Rossi come se fossimo due stampelle. Ci fu una sconfitta ed avevo paura che mi mandasse in Primavera, ha smentito la sua scaramazia e mi ha tenuto con lui.

Capello e Sensi

Allenatore particolarissimo, burbero che però quando lo conoscevi ti dava qualcosa dal punto di vista affettivo. Ogni giovane dal livello umano dovrebbe crescere con Capello perché non ti permette certe cose che si vedono adesso, ad esempio la fenomenite. Lui te le stronca sul nascere, fanno gli allenatori in maniera egregia e mi ha aiutato tanto, ti mettono dentro qualcosa per non sbagliare e non allargarti con quelli più grandi. Sensi aveva un umorismo fine, delicato, incredibile. Mi ha fatto il primo contratto e poi la figlia. Quando dovevo fare il contratto mi ha preso da parte e mi disse: “I procuratori servono alle pippe, loro vogliono rubare i soldi. Ai forti non servono i procuratori” mai con fare aggressivo, ma fare paterno.

Primo gol in A

Questo è il mio gol in serie A Roma-Torino all’Olimpico era qualcosa di importate per me dal punto di vista emotivo ma anche professionale, volevo lasciare il segno, ero giovane. Sono uno ambizioso, quell’anno sembrava che potevo giocare, fui messo in prima squadra in pianta stabile ma poi giocai pochissimo e volevo lasciare il segno anche perché l’anno dopo sapevo che sarei dovuto andare a giocare in prestito a farmi le ossa e quindi sarebbe stato un modo per dire ci sono anche io alle squadre che mi dovevano prendere. Ma anche un modo per dire ai tifosi, all’allenatore, al presidente della Roma che io c’ero e che potevo anche rimanere con loro. Infatti l’esultanza del presidente Sensi fu emblematica, disse: “Er regazzino” credo che li si accorsero che potevo starci e infatti non mi sono più mosso.

San Siro

Mi mette i brividi quando ci entro, incredibile, maestoso. Ci ho giocato, segnato e vinto tante volte. Ho segnato un rigore preso da Francesco perché aveva preso una botta. Tiro, parata, palo, gol, fu un brivido e poi l’urlo che mandai ai tifosi che erano 15mila. Si vedono le vene delle quali si parla parecchio, i tifosi ci giocano, è una conformazione del mio collo che quando urlo e gioisco si vedono parecchio. Un segno distintivo che fa vedere quanto sono contento quando segno o fa gol la mia squadra.

Spalletti

Un altro genio che ho trovato sulla mia strada, allenatore incredibile. Abbiamo iniziato la nostra conoscenza il giorno stesso che è nata Gaia. Lo chiamo dicendogli che volevo dormire con mia figlia perché era nata da 2/3 ore. Io pensavo che mi dicesse ma certo, figurati, invece mi fa: “Tanti auguri, adesso dai un bacio alla bimba e vieni a lavorare”. Lo odiavo con tutto me stesso, poi lui non me la faceva vedere per stare in ritiro, per quanto bene gli voglio penso a quanto lo odiato la prima settimana. Poi ho conosciuto una persona meravigliosa, ho avuto 4 anni per conoscere una persona geniale che ha preso una squadra in difficoltà e l’ha portata tra le prime 8 d’Europa. Gli faccio il tifo, guardavo le sue partite sperando che potesse andare il più avanti possibile. Voglio bene al suo staff, ricordo Domenichini che aveva una bontà incredibile.

Vittoria con il Real Madrid

Vittoria nello stadio più conosciuto al mondo, eravamo partiti svantaggiati. Poi li vincemmo, fu una serata pazzesca, a Roma un fiume di gente che ci aspettava. Quanto era difficile vincere contro il Real, era difficilissimo, lì abbiamo fatto qualcosa di gigante quella sera.

Campionato perso

Ho fatto un gol contro l’Inter, era lo scontro diretto, la partita che ci diceva se potevamo stare attaccati a loro fino alla fine. Ha segnato anche Toni, e come ho fatto anche altre volte ho baciato questo stemma. Da quando avevo 12 anni lo indosso, cerco di onorarlo e credo di riuscirci.

Roma-Sampdoria

E’ la partita che ha ucciso i nostri sogni. Una partita iniziata nei modi migliori. E’ stato il ricordo più brutto della mia vita calcistica. Non avevamo giocato un calcio meraviglioso tutto l’anno. Eravamo nervosi, lo stadio era elettrico, un paio di noi litigarono e quel nervosismo ci giocò caro, prendemmo due gol da Pazzini. Un’altra di quelle cose che non scorderò mai.

Esultanza curva Sud Derby

Ho visto un ragazzo che si è tatuato questa esultanza. Mi dispiace che in quella partita parte della curva rimase fuori, non so se protesta o altro. Era un momento di grande gioia e meno male che c’è quel cancello perché sennò andavo in mezzo a loro, perdo la testa quando vinco il derby.

Football americano

Amo questi sport anche a livello italiano ed europeo. Quando ti affacci in questi panorami, in un professionismo che tocca livelli anche più alti ti rendi conto quanto siamo piccoli rispetto agli americani. Lo sport americano è qualcosa a cui noi dovremmo attingere molto, le tournèe sono molto faticose ma dovrebbero aiutarci a capire cosa c’è dietro allo sport americano. Ho delle piccole fisse da quando sono giovane, mi piacerebbe vivere in America, sono cose con le quali cresci e più vai avanti e dici perché no? Mi affascina il Boca Juniors e mi dico che un anno li me lo devo fare, sarebbe un fine carriera che mi piacerebbe fare.

Libro Shantaram

Un libro di 1300/1400 pagine che racconta l’India, da li non ho mai smesso di leggere. Non passa tanto tempo da quando finisco un libro a quando ne inizio un altro, bambine permettendo. Una passione incredibile, anche grazie a Sara, che abbiamo tramandato a Gaia.

La famiglia

I miei genitori li amo soprattutto per quello che significano per Gaia, anche dopo la separazione sono stati presenti per la crescita di una figlia. Mia sorella poi che non si vede e sente mai è la persona che stimo di più in assoluto, è una ragazza che non mi ha mai chiesto nulla da biglietti o magliette. Si gioca il Mondiale e lei passa davanti alla Tv come se nulla fosse. Lei non è mi stata contagiata da questa piccola follia che c’è dietro i calciatori.

Sara

Trovare una donna che prende una figlia non sua e gli dà lo stesso affetto come se fosse sua, è impossibile da non ringraziare. Io facevo un altro tipo di vita, poi ho conosciuto lei e mi ha dato un senso diverso. Mi fa ridere mia figlia piccola perché è buffa, simpatica e divertente. Adesso torno a casa tutte le sere e so che ho una famiglia normale e unita. Vedere due persone che non hanno legami di sangue che si amano così tanto mi dà una serenità che non ha uguali.

Mondiale 2006

La gioia calcistica più grande della mia vita. Il momento più importante avviene quando un ragazzo di 22 anni che riceve critiche da tutto il mondo a causa di una cavolata, dopo quell’avvenimento, sono andato dall’allenatore dicendogli che lo facevo io (tirare il rigore nella finale, ndr). Bellissimo averlo segnato e vincere la Coppa, ma per come sono fatto io la cosa più grande è prendersi la responsabilità. Della mia espulsione non se lo ricordava nessuno e Lippi mi ha concesso questa occasione.

Nazionale

Io sono tanto legato alla nazionale. Viviamo Roma come la nostra Nazionale, per me non è così. Io la metto se non al pari ma subito dopo la Roma. Mi sento italiano quanto romano, difendere questi colori è un privilegio per me.

Rinnovo

E’ stato un momento clou della mia vita, avevo tentennato e cercato di capire. Andateci voi a fare un contratto con Baldini, era il secondo che facevamo e ci siamo scornati. Lo reputo un dirigente forte con le idee chiare, non è andato bene nella seconda esperienza romana. Dovevamo portare l’acqua al proprio mulino, nutro rispetto e in questa circostanza fummo tutti contenti. Mi ha legato a vita alla Roma, mi dato una responsabilità, tanti soldi ti portano ad essere chiacchierato, ma ho fatto quello che volevo, restare con la mia squadra del cuore.

Curva Sud

La Curva si è sempre schierata dalla mia parte, un mio amico mi ha scritto: “Se vuoi vedere chi ti vuole bene veramente vai in campo e guarda a destra”. Contai 10/15 mila tifosi, non posso pretendere che tutti siano legati a me, ma quando li guardo so che c’è gente che mi vuole bene.

Totti

Nasco tifoso di Francesco, quando lo guardavo da lontano poi ho cominciato a conoscerlo. Siamo diversissimi io e lui, spesso e volentieri siamo in disaccordo, alcune volte abbiamo litigato per bene, ma è come i fratelli che si picchiano, si gonfiano, ma poi si amano come prima. L’affetto che mi lega a lui è quello più grande a antico qui a Trigoria. Ho una famiglia quando entro a Trigoria, è una persona che vedo da 15 anni sempre allo stesso posto. E’ una parte stabile della mia vita, sempre presente. Del giocatore ne parlano tutti quanti, ed è anche facile. Fa cose incredibili anche all’età che ha, quando parlo di privilegi parlo anche di lui perché ancora non mi rendo conto con chi ho avuto la fortuna di giocare.

Garcia

Dopo il 26 maggio rientrare in quello stadio è stata una cosa delicata, lui è un abile psicologo, ha ricreato entusiasmo dal nulla. Un derby perso in finale lascia delle ceneri. Poi abbiamo vinto il derby dopo due mesi e lo dobbiamo a lui, grazie anche alle prime interviste e arriverà dove vuole, se non è questo è quello dopo ma arriverà a portare Roma sul tetto d'Italia.

Pallotta

E’ un po’ matto. E’ giovane e giovanile. Lo abbiamo conosciuto a sprazzi, lo avevamo visto una volta, poi dopo due/tre mesi. Ora lo vediamo sempre con più frequenza ed è attaccato alla squadra. E’ pazzo nelle sue esternazioni, mi aiuta con l’inglese, ho trovato una persona simpatica, mi fa piacere vederlo, è divertente, con la quale puoi parlare non solo di calcio. Viene da un’altra mentalità dove il risultato sportivo è la prima cosa ma di pari passo con l’essere umano.

Chiellini

E’ un mio compagno di Nazionale, quello di spalle è un guardalinee. La storia con Juventus è stata condita con polemiche arbitrali, noi giocatori dobbiamo superarle, dobbiamo vincere tutte le partite e sperare che il 2 marzo sia una partita che i tifosi della Roma racconteranno ai loro figli. Siamo in grado di battere la Juve e arrivare fino in fondo.

Coreografia Derby 'capitani'

Mi ha tolto il fiato, le parole di bocca, l’ho fatta fare in gigantografia e me la metto in camera a Trigoria. Ricordo con affetto il rigore sbagliato a Manchester quando mi richiamarono per dirmi che mi volevano bene. E questo penso sia stato un gesto deciso, credo che sia i vecchi che i giovani abbiano deciso di mettermi al fianco di un uomo che mi dispiace non aver potuto conoscere: Agostino Di Bartolomei. Ha un fascino incredibile e non posso avere testimonianze dirette. Domenica ho vissuto uno spettacolo nello spettacolo.